Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Cirfood dà vita al Cirfood District, un polo di ricerca e sperimentazione sull’alimentazione, che sorgerà nel 2020 a Reggio Emilia.
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In Italia e all’estero, l’Emilia Romagna ormai è nota da tempo come la food valley, polo d’eccellenza del patrimonio agroalimentare italiano. Dal 2020 ci sarà un motivo in più, perché ospiterà anche un nuovo spazio di ricerca e sperimentazione, tutto dedicato al mondo della nutrizione e del food service. Si chiama Cirfood District ed è il coronamento di un progetto di ampio respiro messo a punto da Cirfood, realtà italiana leader nel campo della ristorazione organizzata.
Saranno tante e variegate le aree di attività del Cirfood District, all’insegna di uno spirito di contaminazione positiva. Le imprese avranno a disposizione le strutture, le tecnologie e le competenze necessarie per portare avanti le loro attività di ricerca e sviluppo. Al tempo stesso, saranno parte attiva di un ecosistema che comprende anche istituzioni, startup, enti di ricerca, produttori, terzo settore e università. Tanti attori diversi, ciascuno con la sua identità, ma tutti accomunati dalla volontà di trovare nuove risposte alle sfide legate al futuro del cibo, su scala globale e locale. Negli auspici di Cirfood, il District sarà il primo fondamentale presidio di una Nutrition Valley ancora più ampia.
«Uno spazio di lavoro per start-up, alla ricerca di una piattaforma culturale e di pensiero per concretizzare le proprie idee. E anche il luogo che ospiterà studenti, insegnanti, ricercatori, clienti, fornitori ele stesse persone di CIRFOOD» @giordano_curti #CIRFOODdistrict pic.twitter.com/LiTFyeTJYb
— CIRFOOD (@cirfood) 6 maggio 2019
Se l’intento è quello di alimentare in modo costante questi scambi e attirare nuove energie, non ci si può rinchiudere nel classico edificio delimitato da quattro mura. Si spiega così il progetto architettonico del Cirfood District, che si svilupperà su un’area di 15mila metri quadrati lungo la direttrice dell’alta velocità. Il building si candida a essere il primo a Reggio Emilia a raggiungere il livello Gold del sistema internazionale di certificazione Leed, grazie a un mix di sistemi che riducono al minimo il consumo di energia e l’impatto ambientale: un involucro altamente performante, una copertura verde, una serie di pannelli fotovoltaici e un impianto a pompe di calore ad alta efficienza. Con la sua struttura a vetri, l’edificio sarà aperto e luminoso, in un continuum armonico con l’area verde esterna di 8.800 metri quadrati. E proprio il paesaggio circostante sarà anch’esso un viaggio nella biodiversità alimentare, con una food forest composta dalle specie autoctone della Pianura Padana.
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