Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Cane anziano, come garantire il benessere del proprio amico a quattro zampe con l’avanzare dell’età
Un cane anziano ha bisogno di cure mirate e piccoli accorgimenti per affrontare in salute e benessere la terza età: vediamo quali con l’aiuto degli esperti.
Un cane anziano non è più un’eccezione nel panorama cinofilo. Anzi. Diciamo che è ormai una regola ritrovarsi con amici a quattro zampe che superano i dieci anni di età in forma invidiabile e con lo spirito e la gioia di un cucciolone. I motivi? Tanti: dal miglioramento della dieta quotidiana al diverso tenore di vita che gli animali domestici hanno, con passeggiate, sport all’aria aperta, possibilità di muoversi e mantenersi giovani anche psicologicamente. E poi c’è il versante veterinario ormai all’avanguardia in termini di prevenzione e cure, che non dimentica le metodiche complementari non invasive in grado di donare benessere e salute anche ai più anziani.
Una premessa comunque: lasciate perdere le vecchie statistiche secondo cui gli anni di un cane equivalgono a sette dei nostri. E le considerazioni su taglie e razze più o meno longeve. In linea generale è vero che un cane di grossa taglia, dai 40 chili in su, vive di meno rispetto a un piccolo di 7 chili. Ma non è sempre un dato di fatto. Nelle razze è importante anche considerare le linee di sangue – più o meno longeve, più o meno controllate da test per malattie ereditarie e genetiche – e scegliere a ragion veduta il cucciolo con l’aiuto di un bravo (e corretto) allevatore. Ogni cane è comunque un caso a sé e la sua longevità, come quella umana del resto, dipende da una serie di fattori ancora non bene identificati.
Come si comporta un cane che sta invecchiando
“È un dato di fatto: i cani raggiungono sempre più spesso un’età che fino a pochi anni fa era decisamente impensabile”, spiega la dottoressa Laura Cutullo, medico veterinario. “Il miglioramento delle condizioni di vita, i progressi della scienza e un’alimentazione adeguata hanno portato a un progressivo allungamento della prospettiva di vita dei nostri amici a quattro zampe, aumentandone anche la qualità”.
Ma quali sono i criteri di base per capire che il nostro amato cagnolone sta invecchiando al di là del mero computo degli anni di vita? “Per prima cosa lo si può capire da una certa difficoltà a muoversi. L’artrosi, un disturbo tipico della terza età, è spesso in agguato per cani di ogni taglia e razza”. Il principale sintomo di questa patologia è la rigidità delle articolazioni. L’animale spesso barcolla e zoppica e qualche volta fa fatica a camminare. Diventa pigro e perde l’entusiasmo per i giochi e le corse perché può avvertire dolore e fastidio durante il movimento.
“Nel cane anziano i cristallini dell’occhio si opacizzano e l’udito tende a diminuire”, aggiunge Laura Cutullo. “Qualche volta possono evidenziarsi fenomeni di disorientamento: basteranno un po’ di amore e di pazienza per rassicurare il nostro amico e scongiurare traumi. Andrebbero anche evitati i bagni ai soggetti con problemi articolari e artrosici e l’uso di prodotti chimici di detersione perché lasciano residui sul pelo: meglio spugnature con acqua e aceto che igienizzano la cute e fanno splendere il mantello”, conclude la dottoressa.
Piccoli accorgimenti per una vecchiaia felice
La terza età non è una malattia e tale non deve essere considerata. Si tratta solo di un periodo di vita del nostro amico a quattro zampe durante il quale è necessario attuare piccole strategie di benessere per meglio affrontare, insieme, gli anni a venire. “È importante saper riconoscere le prime avvisaglie dell’età che avanza e scegliere col proprio veterinario gli accorgimenti necessari per porvi rimedio: un cambio di alimentazione, per esempio, e un buon programma di allenamento. E ancora il controllo del peso che contribuisce al buon funzionamento dell’apparato muscolo-scheletrico”, spiega Chiara Fagnoni, medico veterinario, esperta in problemi comportamentali e zooantropologia didattica.
“Muoversi è importantissimo per il cane anziano perché gli permette di sentirsi vitale, continuando a usufruire degli stimoli olfattivi e comportamentali propri della sua specie. A volte, per aiutare un cane avanti con gli anni ad affrontare bene la terza età, può servire associare la compagnia di un cane più giovane che aiuti l’anziano a distrarsi e a riscoprire giochi e attività motorie, ma anche a non soffrire di solitudine e ansia da abbandono. Molti “vecchietti” sono ritornati cuccioli semplicemente per la presenza di un cagnolino più giovane con cui fare coppia.
“Spesso con un cane anziano è basilare adottare alcuni piccoli accorgimenti domestici o quotidiani. Per esempio rialzare la ciotola nella quale si alimenta. O posizionare rampe a scivolo per consentirgli di salire più agevolmente sull’auto o sul divano di casa”, continua la dottoressa Cutullo. “Esistono anche speciali tutori ortopedici per facilitare i movimenti, dare sicurezza e rendere più semplici le passeggiate giornaliere. In commercio si trovano calzini antiscivolo da applicare sui polpastrelli per evitare movimenti inconsueti sulle superfici scivolose di casa e non procurare cadute che potrebbero rivelarsi rovinose a una certa età”.
Qualche volta i cani anziani possono modificare il ciclo veglia/sonno, proprio come succede alle persone. O possono facilmente smarrirsi e, se lasciati liberi, perdere la strada di casa. Un po’ di sorveglianza in più verso il nostro amico sarà necessaria, in questi casi, per evitare problemi. E l’aiuto di un rimedio “dolce” naturale potrà essere importante per limitare i danni.
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Le terapie non invasive che aiutano il cane anziano
Ormai anche per i nostri amici animali la medicina complementare ha fatto passi da gigante. Agopuntura, omeopatia, osteopatia e tutte le tecniche terapeutiche “dolci” sono davvero importanti per una terza età serena e in piena salute. Fondamentale in questi casi affidarsi però a professionisti seri e qualificati ed evitare il “fai da te” sperimentato fra amici. La scelta del rimedio omeopatico più indicato o della terapia fitoterapica più opportuna deve essere sempre affidata al veterinario competente, pena un’inutile perdita di tempo per noi e per il nostro amico a quattro zampe. Così come la scelta di un aiuto complementare non invasivo – dalla moxibustione all’elettroagopuntura – dovrà essere sempre attentamente valutata dal veterinario curante e dall’esperto cui fare affidamento per le cure del caso.
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