Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Cop 21, artisti uniti per portare la propria voce a Parigi
A pochissimi giorni dall’inizio della Cop 21, la conferenza sul clima che si svolge a Parigi dal 30 novembre, più di trecento fra artisti e figure di primo piano dell’industria creativa internazionale hanno firmato una lettera indirizzata al ministro degli Esteri francese nonché presidente della Cop 21, e a Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’Unfccc (United
A pochissimi giorni dall’inizio della Cop 21, la conferenza sul clima che si svolge a Parigi dal 30 novembre, più di trecento fra artisti e figure di primo piano dell’industria creativa internazionale hanno firmato una lettera indirizzata al ministro degli Esteri francese nonché presidente della Cop 21, e a Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’Unfccc (United Nation framework convention on climate change).
Alla base della redazione del testo c’è la convinzione da parte del settore creativo e artistico di poter ricoprire un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico: Alison Tickell, coordinatirce del progetto e fondatrice di Julie’s Bicicle, ente no profit che si occupa di colmare il divario tra sostenibilità ambientale e industria creativa, ha affermato:
Cop21 non ha un’importanza esclusivamente politica. Il cambiamento climatico non riguarda solo la politica, l’economia e la scienza, ma anche la cultura. Le arti si possono muovere in direzioni diverse rispetto alla scienza o alla politica. Spesso artisti e personaggi della cultura hanno avuto un impatto estremamente importante sulla società, riuscendo a parlare più facilmente con il pubblico.
Fra i firmatari della lettera, capi di istituzioni artistiche internazionali come la Royal Opera House e la Royal Albert Hall di Londra o il Bafta (British academy of film and television arts), personalità a capo di aziende creative come John Reid, presidente di Live Nation, ma anche artisti e musicisti fra i quali Damon Albarn, David Bowie, Jack Johnson, Björk, Ian Anderson dei Jethro Tull, Jim James dei My Morning Jacket, i Coldplay al completo, David Gilmour, Bobby Gillespie dei Primal Scream e molti altri, fino ad arrivare a più di trecento firme.
Nella lettera si legge :
Siamo molto preoccupati: i sistemi economici e industriali globali attuali stanno accelerando il tasso di desertificazione, di impoverimento del suolo, il degrado degli ecosistemi, l’estinzione delle specie animali (…) Parigi offre un’opportunità storica. Perciò intendiamo insieme intensificare i nostri sforzi. Ma è necessario che ci venga data fiducia e venga riconosciuta la nostra capacità di rafforzare gli interventi previsti a livello politico.
In occasione della Cop21, inoltre, si svolgerà il Pathway to Paris, concerto che si terrà il 4 dicembre nella capitale francese e a cui interveranno anche Naomi Klein, l’ambientalista statunitense Bill McKibben e Vandana Shiva. Fra gli ospiti musicali: Patti Smith, Flea e Thom Yorke.
A questo proposito, qualche giorno fa, Thom Yorke ha rilasciato un’intervista alla rivista francese Télérama in cui ha parlato di cambiamento climatico e del ruolo che può avere l’arte nel cambiare le coscienze: Yorke si è personalmente interessato alle tematiche ambientaliste a partire dagli anni Novanta, decidendo anche di eliminare la carne dalla sua dieta, e con i Radiohead ha collaborato attivamente a svariati progetti per Greenpeace, Friends of The Earth e art.350.org.
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