Le novità introdotte dal governo per contenere la pandemia in Italia, a partire dal green pass rafforzato, o super green pass.
Coronavirus, la Formula E si ferma per due mesi. Nata nel 2014, ne ripercorriamo l’evoluzione fino a oggi
La Formula E si adegua all’emergenza coronavirus: il campionato per monoposto elettriche si ferma. Annullato l’e-Prix di Roma di aprile, facciamo un punto sulla stagione, i protagonisti e l’evoluzione delle auto.
Lo sport si ferma in tutta Italia, e nel mondo, se va avanti, lo fa a porte chiuse, come accaduto in Bahrain il 22 marzo, in occasione del primo appuntamento ‘virtuale’ del mondiale di Formula 1; ma al momento la situazione globale a causa dell’emergenza sanitaria coronavirus è tutta in divenire. Non fa eccezione la Formula E, Abb Fia Formula E Championship, il primo campionato internazionale per monoposto completamente elettriche. La tappa romana, entrata in calendario nel 2018, avrebbe dovuto disputarsi sabato 4 aprile, ma la Federazione internazionale dell’automobile, in accordo con Automobile Club d’Italia, ha prima deciso di annullare l’e-Prix ai piedi del Colosseo (quadrato, quello dell’Eur) e poco dopo anche quello di Giacarta, fino alla decisione definitiva di sospendere il campionato.
BREAKING: Formula E and @FIA take decision to temporarily suspend season.
Full statement: https://t.co/bbO1X6Ct9P pic.twitter.com/NBdXyzQ611
— ABB Formula E (@FIAFormulaE) March 13, 2020
Formula E, potrebbe ripartire da Berlino in giugno
Per gli appassionati della Formula ecologica dunque, la sesta stagione, scattata a novembre 2019 in Arabia Saudita e che ufficialmente avrebbe dovuto concludersi a Londra a fine luglio, dovrebbe riprendere il via da Berlino, il prossimo 21 giugno, ma ormai il condizionale è d’obbligo. In attesa di conoscere le sorti del campionato e di quando sarà possibile tornare a vivere e gustarsi con serenità lo sport in tutto il mondo, ripercorriamo storia e caratteristiche della prima serie ufficiale dedicata a vetture a ruote scoperte spinte da un motore 100 per cento elettrico.
Da Audi a Porsche chi corre nella Formula E
La Formula E è nata su proposta della Fia, che già nel 2011 stava pensando a una categoria altrettanto allettante e adrenalinica da proporre agli appassionati di F1, capace altresì di veicolare un importante messaggio: quello di una energia alternativa e pulita in ambito motoristico, oltre che innovativa, visto l’importante contributo che queste competizioni apportano poi allo sviluppo delle vetture di serie. Nel giro di poche stagioni i nomi più importanti dell’auto, come Audi, Jaguar, Bmw, Mercedes, Porsche, hanno investito ingenti somme e risorse nello sport sostenibile, sviluppando in parallelo agonismo e competenze, lanciandosi in una nuova sfida che guarda al futuro sia dal punto di vista tecnologico che ambientale e sociale.
Formula E, fra i protagonisti grandi campioni della F1
Cominciata in sordina nel biennio 2014-2015, anno dopo anno la serie green si è conquistata il suo posto nel cuore dei tifosi e degli addetti ai lavori, diventando non una alternativa alle regine del motorsport, su tutte la Formula 1 o il Mondiale endurance (Wec), che in calendario vanta appuntamenti come la prestigiosa 24 Ore di Le Mans, bensì una vera e propria scelta per i costruttori e i piloti provenienti da altri campionati. Al volante delle vetture elettriche in gara si sono infatti alternati tantissimi campioni della F1 come Jacques Villeneuve e Felipe Massa. Il successo della Formula E, che registra numeri sempre in crescita e che in pochi anni si è conquistata un seguito da record, è dato anche dalla scenografica ambientazione delle gare, che si svolgono rigorosamente all’interno di circuiti urbani realizzati per l’occasione.
Da New York a Marrakech, la Formula E porta le emozioni in città
Dallo skyline mozzafiato di New York all’esotica medina di Marrakech, passando per alcune tra le mete più famose al mondo, come Roma, Parigi e Berlino, la sfida messa in campo non è solamente quella tra le squadre e i loro alfieri, ma generazionale: la Formula E si rivolge principalmente a un nuovo pubblico di appassionati, quello dei giovani che coniugano la passione per lo sport, l’auto e l’ambiente. Sono loro, la generazione 2.0, quella che vivrà nelle smart cities del futuro, costruite o reinventate inseguendo l’obiettivo comune di giungere il prima possibile a una totale sostenibilità delle nostre attività, nel rispetto dell’ambiente che ci ospita e circonda.
I tifosi, votando, possono “ricaricare” i loro campioni
Fin dalla prima stagione sono tanti gli stimoli che la Formula E ha portato in pista per coinvolgere il pubblico, specialmente via social, grazie a opzioni come il “Fanboost”, che dà ai tifosi la possibilità di “dare la spinta” ai propri beniamini durante la gara, regalando ai piloti più votati una ulteriore carica di energia. E se il sibilo prodotto da queste monoposto, tipicamente elettrico, come quello delle vecchie macchinine sulla pista Polistil, da solo non fosse sufficiente a scaldare le tribune, ci pensano i numerosi sorpassi e la lotta in pista, sempre entusiasmante e agguerrita, a dare forza a questa categoria, invertendo il trend con gli anni d’oro della F1; segno che elettrico non significa meno potenza o spettacolarità, ma tutt’altro, facendo in più un favore all’ambiente.
Nella Formula E si sperimenta la mobilità elettrica del futuro
La Formula E per molti costruttori è considerata un laboratorio dove sperimentare nuove soluzioni da applicare alla mobilità elettrica del futuro. Per questo le auto dalla prima generazione sono cambiate profondamente: oggi la monoposto Gen2, presentata al Salone di Ginevra nel 2018, tocca velocità di 280 chilometri orari, può erogare fino a una potenza massima di 250 kW (335 cavalli), e accelera da 0 a 100 chilometri orari in meno di 2,8 secondi. Dal primo anno infatti, la potenza delle monoposto di Formula E – che per regolamento devono affrontare una gara della durata di 45 minuti più un giro – è passata da 170 a 200 kW (270 cavalli). La capacità dei sistemi propulsivi di rigenerare energia negli anni è raddoppiata e insieme all’evoluzione delle batterie (passate da 28 a 54 kWh) ha permesso di evitare già da due stagioni il cambio auto a metà corsa.
L’impegno della Formula E va oltre la gara
La Formula E è nata per promuovere la mobilità sostenibile sui circuiti di gara, per sostenere l’innovazione e velocizzare l’adozione e la transizione verso l’elettrico nel mondo. Per questo, oltre al calendario delle gare la Formula E ha sviluppato numerose partnership e attività collaterali, associando il proprio nome alla promozione di programmi educativi in scuole e università, a eventi e conferenze dedicate al clima e alla mobilità a impatto zero (attraverso il progetto FIA smart cities), dimostrando che gareggiare per un futuro più pulito è possibile.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Africa solo 15 stati hanno vaccinato il 10 per cento della popolazione entro settembre, centrando l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Geograficamente isolati e assenti dalle statistiche, i popoli indigeni pagano a caro prezzo la pandemia. Accade nell’Himalaya come in Brasile.
Due le ipotesi al vaglio: il passaggio da animale a uomo, o l’incidente nel laboratorio di Wuhan. I primi aggiornamenti sono attesi tra 90 giorni.
Continua a peggiorare la situazione in India: sono 300mila le persone uccise dalla Covid-19. Ad aggravare il quadro l’arrivo del ciclone Yaas.
I cani sarebbero più affidabili e veloci dei test rapidi per individuare la Covid-19 nel nostro organismo. E il loro aiuto è decisamente più economico.
L’accesso ai vaccini in Africa resta difficile così come la distribuzione. Il continente rappresenta solo l’1 per cento delle dosi somministrate nel mondo.
In India è stato registrato il numero più alto di decessi per Covid-19 in un singolo giorno. Intanto il virus si sposta dalle città alle zone rurali.
La sospensione dei brevetti permetterebbe a tutte le industrie di produrre i vaccini, ma serve l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio.