I risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti ipotizzano un collegamento tra 22 pesticidi e i tassi di incidenza e mortalità del cancro alla prostata.
Cosa sono i probiotici: benefici e utilizzo
I probiotici, sono batteri amici presenti nell’apparato gastrointestinale, capaci di favorire uno stato generale di benessere
Quello dei probiotici, spesso definiti, in modo improprio, anche fermenti lattici, è un mondo vasto e pieno di risorse. Ormai nota l’importanza del microbiota intestinale per diversi aspetti della salute, l’integrazione con microrganismi vivi rappresenta un riconosciuto strumento di benessere.
Vediamo, più nel dettaglio, le caratteristiche, le proprietà e le modalità di utilizzo dei probiotici.
Cosa sono i probiotici e perché sono importanti?
L’Oms e la Fao classificano i probiotici come microrganismi vivi in grado di apportare benefici all’organismo umano, purché assunti nelle quantità adeguate. Si tratta di ceppi batterici e lieviti molto studiati per le relative proprietà.
Essendo dei componenti vitali, i probiotici sono in grado di integrare e riequilibrare la popolazione microbica che risiede nell’intestino, stabilendo con l’organismo umano un rapporto di simbiosi. Questo insieme di microbi, che si rivela piuttosto eterogeneo, prende il nome di microbiota intestinale e si associa, all’interno del corpo, a funzioni importanti. Contribuire all’efficienza del microbiota significa, in sostanza, favorire il benessere nel suo insieme: da qui l’utilità indiscussa dei probiotici.
Capire i probiotici
Considerando la sua complessità, l’argomento probiotici presenta diversi punti da analizzare. Tra questi, in primis, la differenza tra probiotici e prebiotici, talvolta ignorata per la somiglianza tra i due termini. Da chiarire, ai fini pratici, anche le possibili fonti probiotiche, cui si aggiunge un accenno ai meccanismi di azione.
Differenze tra probiotici e prebiotici
Spesso coesistenti all’interno di integratori mirati, probiotici (pro-biotici) e prebiotici (pre-biotici) sono due componenti di diversa natura. Se i probiotici si definiscono come organismi vivi, funzionali all’integrazione del microbiota, i prebiotici sono sostanze non vitali in grado di modulare il microbiota stesso e di favorirne il sostentamento. Si tratta, in pratica, di fibre non assimilabili dall’apparato digerente umano, ma utilizzabili dai microrganismi per i relativi processi di fermentazione. Tra i prebiotici si evidenziano sostanze note come inulina, frutto-oligosaccaridi (Fos) e galatto-oligosaccaridi (Gos).
Come accade per i microrganismi vivi, anche l’apporto di prebiotici si fonda su requisiti specifici. Il loro utilizzo, in particolare, deve rendersi del tutto sicuro per la salute umana. In secondo luogo, dovrà rispondere a quantitativi giornalieri adeguati, garantendo una certa efficacia.
Gli integratori che contengono sia probiotici che prebiotici si definiscono simbiotici. L’assunzione combinata di entrambi i componenti permette di sfruttarne l’effetto sinergico.
Sostanze prebiotiche, in ogni caso, sono ricavabili anche da alimenti comuni di origine vegetale. Questi comprendono legumi e cereali, come orzo, farro e avena, ma anche verdure, quali asparagi e carciofi, e frutti freschi, come mele, pere e banane.
Principali tipi di probiotici e le loro fonti
Come accennato poco fa, i probiotici si compongono di ceppi batterici e lieviti. Tra i batteri, in particolare, spiccano diverse specie di lattobacilli (come rhamnosus, reuteri, casei) e bifidobatteri (quali bifidum e lactis), mentre tra i ceppi fungini si evidenzia la specie Saccharomyces boulardii.
Le fonti di probiotici sono rappresentate da integratori opportunamente formulati (come vedremo successivamente) e da alimenti specifici. Caratterizzati dal processo di fermentazione, tali alimenti costituiscono una fonte di microrganismi vivi e pertanto vengono classificati come alimenti probiotici. Tra questi si collocano il miso, il tempeh e il natto, ricavati dalla soia, ma anche il kombucha, che si ottiene dalla fermentazione del tè zuccherato, e i crauti, ricavati dalla fermentazione del cavolo cappuccio. Molto interessanti le varie tipologie di kefir, un famigerato alimento probiotico derivato da latte animale, bevande vegetali o acqua. In virtù dell’assenza di trattamenti chimici, anche le mele biologiche rappresentano una buona fonte di lattobacilli. In generale, le mele sono particolarmente ricche di pectina, una fibra dalla spiccata azione prebiotica, e quindi anche ricche di microrganismi. Le mele derivanti da agricoltura biologica, in particolare, non subiscono gli effetti deleteri dei pesticidi, presentando una flora microbica più ricca ed eterogenea. Altri alimenti probiotici sono l’aceto di sidro di mele (o aceto di mele), i cetrioli in salamoia e il kimchi, una preparazione coreana a base di verdure fermentate e spezie.
Ottenuto dalla fermentazione acida del latte, lo yogurt non rientra, al contrario di quanto si crede, tra gli alimenti probiotici. I ceppi batterici responsabili di tale processo fermentativo, ovvero Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus, permangono nello yogurt, tuttavia, una volta ingeriti, essi non sopravvivono all’acidità gastrica. Un requisito, quest’ultimo, fondamentale ai fini del potenziale probiotico dei microrganismi. In ogni caso, sono disponibili in commercio diverse tipologie di yogurt fortificati in tal senso.
Gli alimenti probiotici:
- miso
- tempeh
- natto
- kombucha
- crauti
- kefir
- mele biologiche
- cetrioli in salamoia
- aceto di sidro di mele
- kimchi
Come funzionano i probiotici nel nostro corpo?
L’efficacia dei microrganismi probiotici è strettamente correlata alla loro capacità di raggiungere, ancora vitali, il tratto intestinale. In questa sede, essi vengono a contatto con il microbiota residente, integrandolo dal punto di vista qualitativo e quantitativo. In senso più ampio, ciò si ripercuote su diversi aspetti della salute.
Benefici dei probiotici per la salute
I benefici associati all’apporto di probiotici sono molteplici. Tra questi spicca senza dubbio l’efficienza digestiva, sebbene gli effetti sulla funzione immunitaria rappresentino, forse, l’aspetto più interessante.
Impatto dei probiotici sulla salute digestiva
Un microbiota riequilibrato dall’integrazione probiotica è benefico per la nostra digestione. Agendo sui substrati alimentari immessi ogni giorno, il microbiota partecipa all’assimilazione dei nutrienti, favorendo l’assorbimento di alcuni componenti micronutrizionali, quali ferro e magnesio.
Lo squilibrio nella composizione del microbiota è noto dome disbiosi e si correla a uno stato infiammatorio. Tale condizione si pone alla base di varie problematiche, come le intolleranze alimentari indirette. Queste non sono dovute allo specifico alimento, come accade per l’intolleranza al lattosio, ma all’infiammazione che intacca le funzioni intestinali. Un’integrazione probiotica può, senza dubbio, facilitare il superamento della disbiosi, favorendo il ripristino di una funzione digestiva ottimale.
Probiotici e sistema immunitario: un legame vitale
Diversi studi chiariscono e confermano il legame profondo che intercorre tra microbiota e difese naturali. Di particolare rilevanza è la capacità della flora batterica intestinale di modulare la risposta immunitaria, potenziandola nella sua corretta attivazione. Alcuni prodotti del metabolismo microbico (come gli acidi grassi a catena corta) sono in grado di produrre “stimoli” molecolari volti a risposte antinfiammatorie, alla produzione di componenti antimicrobici e al differenziamento delle cellule immunitarie (i linfociti T regolatori). In sostanza, il microbiota è in grado di interagire e comunicare con il sistema immunitario umano, contribuendo alla conservazione di uno stato di equilibrio interno (omeostasi). In tale ambito, vengono favorite le capacità difensive verso le minacce reali, così come il riconoscimento di fattori innocui.
Gli effetti del microbiota sulle capacità difensive sono anche di natura “diretta”. Nello specifico, la flora intestinale è capace di impedire l’attecchimento di batteri patogeni nell’intestino, sottraendo loro le sostanze nutritive, producendo componenti antimicrobici (note come batteriocine) e generando microambienti ostili (mediante alterazione del pH).
Assumere probiotici può rendersi dunque funzionale al ripristino di tali meccanismi, laddove il microbiota risulti poco efficiente in tal senso.
Probiotici per la pelle: benefici e consigli
Diverse indagini scientifiche correlano la funzionalità di un microbiota in salute con il benessere cutaneo e, per esempio, con la gestione ottimale dell’acne: un collegamento noto come asse intestino-pelle. Sebbene gli esperimenti di laboratorio suggeriscano importanti benefici per la pelle, gli studi clinici relativi all’integrazione sono scarsi, sia per quanto riguarda l’assunzione orale, sia per quanto concerne le applicazioni topiche. Tuttavia, si osservano risultati favorevoli, soprattutto in riferimento all’integrazione orale. Gli effetti in questione scaturiscono dalla modulazione del microbiota residente, cui conseguono una risposta antinfiammatoria e il recupero dell’integrità intestinale. Altri effetti riguardano i meccanismi molecolari che si verificano nelle nostre cellule e che influenzano anche la salute della pelle.
Altri benefici dei probiotici: umore e benessere generale
Il malessere mentale, sotto forma di ansia, stress e depressione, viene correlato allo squilibrio del microbiota. Non a caso, in sede intestinale vengono prodotti vari neurotrasmettitori implicati nel benessere della mente, quali serotonina, glutammato e Gaba. La disbiosi, tra le altre cose, è in grado di compromettere la produzione di tali sostanze, associandosi ad ansia, depressione, disturbi del sonno e altri sintomi correlati. Il legame che intercorre tra il sistema intestinale e quello cerebrale è noto come asse intestino-cervello. Ad oggi, l’integrazione di probiotici viene considerata uno strumento utile anche ai fini della salute mentale, ponendosi alla base della psicobiotica.
Tra i benefici ulteriori collegati al recupero dello squilibrio microbico, rientra anche la produzione endogena, attuata dal microbiota stesso, di alcune vitamine. Si tratta, in particolare, della vitamina K, implicata nella coagulazione del sangue e nella salute delle ossa, e dei folati, che partecipano alla salute cardiovascolare e ad altri aspetti della salute.
Selezione e utilizzo dei probiotici
Le fonti probiotiche sono rappresentate da alimenti o integratori specificamente formulati. Affinché un integratore probiotico risulti efficace, occorre, per definizione, che l’apporto microbico superi un certo quantitativo ritenuto sufficiente. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), impone, tra le caratteristiche fondamentali di questi prodotti, l’assoluta innocuità per la salute umana.
Come scegliere il probiotico giusto per te
Un requisito generale per la scelta del probiotico risiede, dunque, nel numero di cellule vive per dose giornaliera. Diversi studi concordano sulla quantità minima necessaria ai fini della colonizzazione intestinale, pari a 9 miliardi di probiotici. Un aspetto ulteriore riguarda la composizione di ciascun prodotto. Considerando che ogni individuo presenta una flora batterica propria, il modo migliore per raggiungere una certa efficacia di trattamento prevede l’utilizzo di un prodotto polivalente, e dunque composto da più ceppi batterici. In questo modo, si garantisce l’integrazione di tipologie mancanti o carenti.
Per quanto concerne scelte più mirate, inerenti alle diverse specie microbiche, così come all’apporto combinato di probiotici e prebiotici, è buona norma consultare un professionista esperto (medico e/o nutrizionista), che saprà meglio adattare l’integrazione alla problematica.
Un aspetto importante riguarda le allergie e/o le intolleranze individuali. L’etichetta dei probiotici, a tal proposito, riporta indicazioni circa il contenuto di glutine, lattosio, soia o altri componenti potenzialmente problematici per il consumatore. È preferibile, dunque, leggere attentamente le indicazioni in dotazione, prima di procedere all’utilizzo dell’integratore.
Consigli per l’assunzione di probiotici: dosaggio e tempistica
Tenendo conto dei requisiti quantitativi, ciascuna casa produttrice fornirà indicazioni specifiche circa le posologie degli integratori. In linea generale, è preferibile assumere i probiotici a stomaco vuoto, al fine di ridurre l’impatto dei succhi gastrici sulle componenti microbiche ingerite.
Combinare alimenti fermentati e integratori probiotici
Inserire alimenti fermentati nell’ambito della dieta giornaliera apporta, senza dubbio, benefici al microbiota, poiché ne favorisce una certa eterogeneità. Tuttavia, non si conosce l’esatta composizione microbica proveniente dallo specifico alimento, tanto meno la vitalità delle cellule ingerite. Intuibilmente, consumare un alimento fermentato non equivale ad assumere uno specifico integratore probiotico. L’utilizzo di una formulazione probiotica mirata può, in ogni caso, associarsi al consumo di alimenti fermentati, quali possibili opzioni di una dieta varia ed equilibrata.
Considerazioni pratiche sui probiotici
Un utilizzo appropriato dei probiotici non prescinde da alcune considerazioni circa i periodi di assunzione, le eventuali terapie antibiotiche e i potenziali effetti avversi.
Per quanto tempo assumere i probiotici?
L’integrazione probiotica si rivela efficace solo quando è continuativa nel tempo. In genere, è preferibile assumere il probiotico per un mese, all’incirca, e ogni giorno nell’arco di questo periodo. Previo parere medico, si può valutare un’integrazione ciclica.
Probiotici e antibiotici: come proteggere la flora intestinale
Per quanto siano necessarie e cruciali in svariati casi, le terapie antibiotiche esercitano effetti negativi sul microbiota intestinale, sia intaccando l’eterogeneità microbica, sia favorendo lo sviluppo di ceppi resistenti e/o patogeni per l’ospite umano. Al fine di limitare i danni provocati sulla flora intestinale, è bene assumere probiotici durante la terapia antibiotica. In particolare, l’assunzione di probiotici andrebbe eseguita a distanza di due o tre ore da ciascuna somministrazione farmacologica, e per almeno due settimane dopo il termine della cura.
Effetti collaterali e precauzioni nell’uso dei probiotici
Nei soggetti in salute, l’utilizzo di probiotici non si associa, solitamente, a effetti avversi. È importante, come già affermato, prestare attenzione alle informazioni contenute in etichetta, per favorire la gestione ottimale di eventuali intolleranze e/o allergie. Per i soggetti immunodepressi o convalescenti in seguito a interventi chirurgici, è preferibile ricorrere al parere del medico, dal momento che l’apporto di probiotici potrebbe risultare controindicato. Ai fini della prevenzione, lo stesso criterio andrebbe applicato per qualsiasi patologia o terapia farmacologica in corso.
Conclusione
Ricapitolando, i probiotici sono microrganismi vivi e benefici per il corpo umano. Integrando il microbiota intestinale, e migliorando la eventuale disbiosi, i probiotici agiscono su diversi aspetti della salute, come la funzionalità digestiva, l’efficienza immunitaria e il benessere mentale.
Ai fini di una corretta integrazione, è preferibile assumere probiotici previo consulto medico, individuando il prodotto più adeguato per le singole esigenze. Allo stesso modo, è importante valutare le possibili controindicazioni, evitando potenziali effetti avversi. In ogni caso, l’utilizzo dei probiotici è da collocarsi nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata.
Domande frequenti (FAQ)
Cosa sono i probiotici? I probiotici sono microrganismi vivi in grado di apportare benefici all’organismo umano, purché somministrati nelle quantità adeguate. Si tratta, nello specifico, di specie batteriche (lattobacilli e bifidobatteri) e di lieviti, come Saccharomyces boulardii.
A cosa servono i probiotici? Trattandosi di microrganismi vivi, i probiotici integrano e sostengono il microbiota intestinale. I benefici per l’ospite umano sono tanti, riguardando diversi aspetti della salute. Tra questi, la salute digestiva, l’efficienza immunitaria e il benessere mentale.
Quando assumere probiotici? I probiotici vanno assunti contestualmente alla problematica da trattare, previo consulto medico. Per un trattamento efficace, è preferibile assumere probiotici a stomaco vuoto, per un periodo di un mese.
Dove si trovano i probiotici negli alimenti? I probiotici sono ricavabili da alimenti fermentati, come kefir, crauti e kombucha, ma anche miso, tempeh e mele biologiche. Non mancano, a livello commerciale, alimenti fortificati con probiotici (es.: yogurt). L’apporto ricavabile dagli alimenti fermentati non è sovrapponibile a quello relativo a formulazioni apposite, sia per composizione sia per vitalità microbica.
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