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Quando i cuori di cavallo e cavaliere battono insieme
Uno studio dell’Università di Pisa scopre l’intimo legame tra cavallo ed essere umano: i loro cuori battono all’unisono.
Anche questa volta la scienza arriva in seconda battuta. Chi va a cavallo, infatti, lo sa. L’intima comunione tra l’animale e il cavaliere, la sincronizzazione dei loro desideri e la comunione di intenti sono basilari sia nella performance sportiva, sia nella semplice cavalcata amatoriale quando rilassarsi e divertirsi sono alla base del tempo trascorso a cavallo. Ma, nello studio presentato nel corso della 118esima edizione della Fieracavalli di Verona la conferma della ricerca scientifica ha stabilito di più.
Quando l’essere umano e l’equino interagiscono, i loro cuori battono all’unisono, sincronizzati perfettamente. Lo studio, condotto dai ricercatori del dipartimento di Veterinaria dell’Università di Pisa è stato anche pubblicato sulle riviste scientifiche PlosOne, Electronics e su Proceedings of engineering in medicine and biology.
Cavallo e cavaliere: quando il cuore è uno solo
Il legame tra uomo e cavallo è antico. Si stima che sia iniziato più di 5.000 anni fa in una qualche steppa asiatica e sia resistito tra alterne vicende, fino ai nostri giorni. Per riaffermare e rafforzare i concetti che stanno alla base di questo sodalizio nei secoli gli studiosi pisani – veterinari, biologi e ingegneri – hanno portato avanti una ricerca complessa. Sono stati dapprima registrati i parametri fisiologici di esseri umani e cavalli in tre, differenti, situazioni.
Nella prima i soggetti esaminati non avevano alcun tipo di contatto; nella seconda la persona era seduta e il cavallo era libero di annusarlo e avvicinarsi; nella terza il soggetto umano si avvicinava all’animale per spazzolarlo. È stato osservato che, sia nella seconda fase che nella terza, i parametri fisiologici dei due soggetti in esame – l’uomo e il cavallo – si sincronizzavano. Era come – hanno osservato i ricercatori – che i cuori battessero all’unisono.
I veterinari e gli etologi che avevano condotto la prima fase della ricerca si sono successivamente rivolti a un pool di bioingegneri. E sono stati questi ultimi che hanno aiutato a rilevare i segnali fisiologici umani ed equini e ad analizzarli per poterli, in seguito, comparare. Alla base della tecnica utilizzata dai ricercatori ci sono stati degli specialissimi sensori inseriti nell’interno di tessuti con cui poi sono stati realizzati capi speciali fatti indossare ai due soggetti della ricerca. Per i cavalli una fascia toracica e per gli umani una maglietta.
Uno studio importante per la pet therapy con il cavallo
Uno studio pionieristico – come è stato definito dagli stessi ricercatori dell’Università di Pisa – ma che apre notevoli orizzonti alla comprensione dei complessi rapporti tra l’uomo e il cavallo. Soprattutto per un settore importantissimo della loro interazione: quello della pet therapy, Sembra, infatti, che la vicinanza di uomo e animale dia inizio a una reciprocità di comportamenti fisiologici che, probabilmente, hanno radici nel dna di entrambi e si trasmettono da secoli e secoli ad ambedue le specie.
Questo qualcosa è effettivamente misurabile con i moderni strumenti di misurazione dei parametri vitali. I ricercatori di Pisa vogliono però andare avanti e ampliare il campione, sia umano che equino per una nuova serie di ricerche. A questo proposito è stato già realizzato un tessuto che verrà posizionato sotto le selle e registrerà l’elettrocardiogramma del cavallo mentre viene montato. Il tutto permetterebbe di studiare i parametri vitali di cavallo e cavaliere non solo durante le performance sportive, ma anche nel corso di una sessione di pet therapy o di una normale passeggiata a cavallo. Tutti risultati importantissimi per stabilire, come se ancora ce ne fosse bisogno, il magico rapporto che unisce l’uomo all’animale e che, insieme, li porta a far parte del grande disegno della natura.
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