In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Da Milano a Consonno, 10 tappe in cui fermarsi
La sedia gigante nel Parco di Monza A Briosco c’è un parco di opere d’arte Il mulino di Peregallo di Briosco La vitalità di Canonica, dall’antichità ai lounge bar nello spazio di una via Triuggio, il bosco dello zodiaco L’incantevole oasi di Galbusera Bianca Il lago di Pusiano, il vago Eupili Oggiono, il supermercato di
- La sedia gigante nel Parco di Monza
- A Briosco c’è un parco di opere d’arte
- Il mulino di Peregallo di Briosco
- La vitalità di Canonica, dall’antichità ai lounge bar nello spazio di una via
- Triuggio, il bosco dello zodiaco
- L’incantevole oasi di Galbusera Bianca
- Il lago di Pusiano, il vago Eupili
- Oggiono, il supermercato di Lucio Battisti
- Colle Brianza e l’ultimo caffè
- Consonno, il paese fantasma tra l’incubo e il sogno
1 La sedia gigante nel Parco di Monza
La sedia gigante è un’installazione di arte contemporanea che spunta fuori in mezzo a una radura. È stata installata alle spalle della Villa Mirabello in occasione dei 200 anni del parco di Monza nel 2005, nel bel mezzo di un prato, come metafora della solitudine dello scrittore e infatti proprio “Lo scrittore” l’ha intitolata l’artista Giancarlo Neri. La sedia è alta 10 metri, il tavolo 7 e mezzo e lungo 11. Un motivo in più per andare a fare un giro nel glorioso parco, così vicino a Milano. Spesso ci dimentichiamo quanto sia bello e quante sorprese riservi. Si possono anche affittare le bici all’entrata principale, quella di fianco alla Villa Reale.
La pagina su Villa Mirabello nel sito della Reggia di Monza
2 A Briosco c’è un parco di opere d’arte
Sulla SS36 c’è una curva mortale e pericolosa, famosa alle forze dell’ordine e famigerata per centinaia di automobilisti. Uscendo vivi da lì, poco dopo si arriva nello splendido Rossini Art Site. Museo all’aperto e bell’area verde da vivere, è un parco di sculture adatto anche a chi ha famiglia: i piccoli possono giocare all’aria aperta tra le installazioni, gli adulti scoprono le opere distribuite sull’area e lungo un percorso prestabilito. Nel parco c’è tutta l’arte moderna che conta da Consagra a Munari, da Pomodoro a Melotti e poi ancora Cascella, Cesar, Arman e molti altri. D’autore anche la struttura di accesso al parco, opera del newyorkese Wines. Un’esperienza non convenzionale, sicuramente consigliata, da vivere nel cuore del Parco della Valle del Lambro.
Andando sul sito del Rossini Art Site c’è la possibilità di visite guidate e di prenotare una “lunch box” da consumare nel parco.
3 Il mulino di Peregallo di Briosco
È uno dei pochi mulini ancora funzionanti presenti ancora oggi lungo il corso del Lambro ed ha una lunga storia alle sue spalle. Infatti i primi documenti storici che ne parlano risalgono al 1400. Il mulino è inserito in un nucleo rurale, cioè un contesto di antichi edifici costruiti accanto a un canale derivato dal fiume. Le ruote, perfettamente conservate, riescono a mettere in movimento i meccanismi del mulino. Ospita un piccolo museo. A piano terra c’è il locale delle macine, affiancato da locali adibiti a deposito; al piano superiore, dove c’erano le camere del mugnaio oggi ha sede la cooperativa. Da fotografare il canale di derivazione, il ponticello e le due grandi ruote.
La scheda del Mulino di Peregallo sul sito dei Beni Culturali della Lombardia.
4 La vitalità di Canonica, dall’antichità ai lounge bar nello spazio di una via
Che meraviglia questo piccolo paesello, Canonica, che è in realtà una strada, una via, su cui si concentra in una sorta di bigino tutta la vitalità della storia locale: l’antica villa Taverna, il sussiegoso ristorante, le stradine nei parchi virenti da scoprire coi sentierini verso laggiù, la gelateria lì in fondo ma soprattutto, nel corteo di caseggiati antichi, un paio di locali di cui tener nota. Tra tutti, da segnalare l’Antigua, che da anni ospita persone nei tavolini all’aperto o nelle variegate stanze interne. L’apparenza è sostanza: un edificio del 1400 con volta a mattoni, un’atmosfera calda, ospitale e sempre modernissima. Agevole opzione vegetariana.
Il sito dell’Antigua, a Canonica.
5 Triuggio, il bosco dello zodiaco
Lasciando l’auto al parcheggio in via Diaz, c’è un facile percorso di 3 km in una bella pineta che, prima del Dopoguerra, era un campo di grano. Si sono inventati, per far camminare un po’ i visitatori del bosco del Chignolo, anche la creazione di dodici stazioni, ognuna chiamata col nome di un segno zodiacale e in cui si può leggere una fiaba a puntate. Fantastici per una passeggiata col cane, i 12 ettari del bosco fanno parte di un’area naturalisticamente preziosa e più vasta, il Sic del Rio Cantalupo (parte integrante del Parco Valle del Lambro). Questo, insieme a quello del Rio Pegorino, sono gli unici due Siti di Interesse Comunitario presenti nella Provincia di Monza e Brianza.
Si trova una mappa del percorso, con la posizione delle stazioni zodiacali, il labirinto e informazioni complete, sul sito www.boscochignolo.it
6 L’incantevole oasi di Galbusera Bianca
C’è una conca verde, un’atmosfera magica, un posto indescrivibilmente pacifico e beato. Lì nel cuore di questo catino virente c’era una cascina diroccata in disuso che è stata rilevata quindici anni fa da un nobile e imprenditore, Gaetano Besana, ristrutturata e valorizzata. Ora, accanto ad alcune abitazioni, vi è un agriturismo bio di charme, un’osteria dove bisogna assolutamente fermarsi, un’area verde in cui si tengono corsi di coltivazione di frutteti antichi o coltivazioni di verdure, naturalmente bio. È pure un’oasi Wwf. Anche tutte le stradine lì intorno, per arrivarci, sono magnifiche, in mezzo al verde magico del Curone, con paesaggi dolcissimi, colori tenui e sensazioni veramente al di là del tempo.
Oasi di Galbusera Bianca
7 Il lago di Pusiano, il vago Eupili
Quello di Pusiano è uno degli specchi lacustri più belli della Brianza. Il primo a parlarne fu Caio Plinio Secondo, mentre successivamente furono molti a descrivere la particolare bellezza del lago. Su una sponda a metà ‘700 il poeta Giuseppe Parini del “vago Eupili mio”, sull’altra nell’800 il pittore Giovanni Segantini dell’Ave Maria a trasbordo. Due sponde, due secoli, due arti – la poesia e la pittura – per ritrarre l’atmosfera del lago di Pusiano (l’Eupili latino) che, quando il cielo arrossa per il tramonto, è un incanto. Lo si può percorrere ad anello, anche se la ciclabile non lo circonda completamente, si può navigare con l’ecobattello elettrico dall’imbarcadero a Bosisio, e ci si può fermare in uno degli ottimi ristoranti con vista sul lago, tra tutti l’Hostaria Ellera, con una veranda indimenticabile tra fronde d’alberi e vista sull’isoletta dei cipressi, e il Negri, celebre per il pesce (ma occhio perché chi è vegetariano in quest’ultimo mangia pane e sottaceti). Bar da non perdere, per il cibo, il giardino, l’atmosfera, i cocktail a base di sake, l’ospitalità e l’abbondanza di ispirazioni, spazi e gusti: l’Eupili.
Turismo sul Lago di Pusiano.
8 Oggiono, il supermercato di Lucio Battisti
Segnalare un supermercato come foto opportunity può sembrare inconsueto, ma non lo è se si considerano queste tre peculiarità. Uno, è aperto 24 ore su 24, quindi se ci punge vaghezza di un barattolino di olive alle due di notte, qui lo si può sempre trovare. E l’atmosfera intorno a un supermercato notturno nella silente notte brianzola è surreale e un po’ sovversiva. Due, il barettino incastonato nella struttura offre caffè e cappuccino bio. Tre, era il supermercato dove veniva a far la spesa Lucio Battisti.
L’indirizzo di Rex Supermercati, Oggiono.
9 Colle Brianza e l’ultimo caffè
La via consigliata per arrivare a Colle Brianza è quella dall’incrocio tra Molteno, Oggiono e Bosisio. Da lì ci si inerpica un po’, si percorre un piccolo snodo d’un paio di paesini e si arriva a Colle Brianza. Il Caffè del Colle è un piccolo bar all’angolo in una piazzetta, ma ha qualcosa di affascinante, un pizzicorio misterioso che si spiega solo osservando la mappa. È l’ultimo caffè prima del nulla: in tutta la zona poi non c’è né un ristorante degno di questo nome, né un altro punto di ristoro così piacevole. Quindi qui si vive un po’ il fascino dell’avamposto, qualcosa di simile alle sensazioni dei film western. Infatti ogni tanto vi si accalcano ciclisti e motociclisti, che sanno che qui avranno un ultimo ristoro. Insieme a un paio di sorrisi di Erika Sala, scatenata gestore del posto. Se si è lì di sera, il consiglio dopo è quello di guadagnare la stradina verso i cimiteri, sia di Colle Brianza sia di San Genesio, perché il buio delle stradine fa risaltare la vista della valle piena di lucine, lampioni e case in lontananza, molto suggestiva.
L’indirizzo del Caffè del Colle a Colle Brianza.
10 Consonno, il paese fantasma tra l’incubo e il sogno
A Consonno vi si arriva anche a piedi – da Dozio a Consonno ci sono 20/30 minuti di strada, con bella vista sulle Prealpi e sulla valle dell’Adda – oltre che naturalmente in auto, in bici, in moto, e ogni tratto ha le sue suggestioni. Una volta entrati a Consonno, superando una sbarra abbassata (come a dire, vietato entrare ufficialmente) si gira senza fretta tra i resti di quello che fu uno dei luoghi più curiosi del boom economico degli anni Sessanta: una cittadina costruita come una piccola Las Vegas che dopo pochi lustri è stata abbandonata. Oggi, anche se ha zero abitanti, di rado si è soli. Ci sono skaters, registi, fotografi con cavalletto, cicloamatori in mountain bike, e nelle domeniche estive grazie all’associazione Amici di Consonno il bar, incredibilmente, si riapre. La “città dei balocchi” è una città fantasma, con muri scrostati, finestre orbe, travi che crollano, insegne che cigolano alle raffiche di vento. Ovunque, graffiti molto belli ma anche inquietanti e d’orrore, quasi da incubo, e poi la lugubre presenza di enormi, arrugginiti, serbatoi d’acqua. Gli unici due edifici risparmiati dal tempo e dall’uomo sembrano essere la canonica e la piccola e bella chiesetta di San Maurizio, da visitare anche solo per contrasto.
È da anni che si parla di riqualificazione, anche ambientale, della zona. In tal caso, quasi tutti i fatiscenti fabbricati potrebbero essere demoliti, quindi chi vuole essere testimone oculare di questa vicenda architettonica prima che venga rasa al suolo, si metta in viaggio; percorrendo anche, perché no, queste dieci strane tappe.
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