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Damon Albarn, nominato “Re locale” in Mali per il suo impegno con la musica
Nel corso della sua ultima visita in Mali, Damon Albarn è stato insignito dell’onorificenza di “Re locale” per il suo sostegno alla musica e agli artisti del paese africano. A fine gennaio il cantante dei Blur e dei Gorillaz ha ricevuto il riconoscimento dai griot, depositari della tradizione orale, storica e musicale del Mali, che
Nel corso della sua ultima visita in Mali, Damon Albarn è stato insignito dell’onorificenza di “Re locale” per il suo sostegno alla musica e agli artisti del paese africano. A fine gennaio il cantante dei Blur e dei Gorillaz ha ricevuto il riconoscimento dai griot, depositari della tradizione orale, storica e musicale del Mali, che lo hanno ribattezzato col nome Makandjan Kamissoko. Ad Albarn è stata anche dedicata un’aula nella scuola di musica e ballo di Kirina, pochi chilometri a sud dalla capitale Bamako.
La BBC riporta che il titolo gli è stato conferito per le sue le visite regolari e per lo stretto legame con i musicisti maliani. Con loro, Damon Albarn ha pubblicato due album: Mali Music nel 2002 e Maison Des Jeunes nel 2013. Makandjan Kamissoko è stato “incoronato” durante il suo coinvolgimento nel festival Acoustik, organizzato dal maestro Toumani Diabaté. Il festival avrebbe dovuto accogliere 20mila persone nei concerti all’aperto a Ségou ma, dopo l’attacco terroristico all’hotel Radisson Blu dello scorso novembre e a causa dello stato di emergenza del paese, ha presentato solo alcune performance al chiuso nella capitale.
Gli attentati e le minacce degli estremisti islamici stanno mettendo a dura prova l’economia della regione e la sopravvivenza della tradizione musicale maliana. Intervistato dal mensile Mojo, Damon Albarn ha detto: “Se non diamo loro le entrate attraverso il turismo e non manteniamo aperto un dialogo, le cose qui potrebbero diventare orribili, finire e non tornare più in vita”. Ha poi aggiunto di aver trascorso ogni notte in piccoli bar e locali di musica quando visitò il Mali per la prima volta, 15 anni fa. “Di quelli ora non c’è più traccia. Tutti i flussi si sono prosciugati. Questa cultura ha bisogno di acqua”.
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