Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Auto a idrogeno, a marzo il via libera alla circolazione in Italia
Un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prevede l’innalzamento del limite dei distributori a idrogeno a 700 bar. Così le moderne vetture fuel cell potranno rifornirsi in tre minuti e in totale sicurezza.
Un traguardo atteso, ora diventato realtà. Il 13 gennaio 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 257 del 16 dicembre 2016 con cui l’Italia recepisce la direttiva europea 2014/94/Ue sulle infrastrutture per i combustibili alternativi. Cosa vuol dire? Significa che il nostro Paese si impegna a costruire una rete di rifornimento adeguata, fatta, per esempio, di punti di ricarica per le auto elettriche o, ancora, punti di rifornimento di idrogeno. Il fine, come si legge nel testo, è quello “di ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti”.
Passi avanti sull’idrogeno
Parlando di combustibili alternativi, non si può non considerare l’idrogeno, che l’Italia ha riconosciuto come risorsa fondamentale, impegnandosi a realizzare un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025. A questo proposito, il decreto prevede l’innalzamento, entro il 31 marzo 2017, del limite massimo della pressione delle pompe di rifornimento dell’idrogeno, dai 350 bar di oggi (stabiliti dal decreto n° 213/2006) ai 700 bar, valore necessario per rispondere alle esigenze delle vetture presenti sul mercato come Mirai, l’auto a idrogeno di Toyota. Andrea Carlucci, amministratore delegato di Toyota Motor Italia, ha commentato così la notizia: “Il lavoro svolto da Toyota, nel corso di questi due anni, insieme alle istituzioni coinvolte ha prodotto importanti risultati. E sono proprio le istituzioni che dobbiamo ringraziare per la disponibilità e l’apertura dimostrata nei nostri confronti. Per aver ascoltato e condiviso la nostra visione del futuro della mobilità, nella quale l’idrogeno gioca un ruolo di primaria importanza. L’adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante, è fondamentale per non perdere l’opportunità di diventare un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di una risorsa altamente innovativa come l’idrogeno”.
Pochi minuti per un pieno di idrogeno
Ad oggi l’unico impianto in grado di produrre e stoccare idrogeno e rifornire veicoli elettrici a cella a combustibile, dagli autobus per il trasporto pubblico urbano a un parco vetture destinate al noleggio, è quello presente a Bolzano e realizzato grazie al progetto H2 Alto Adige, ma dal 31 marzo le cose potranno cambiare. “L’entrata in vigore di questo decreto – continua Carlucci – costituisce un momento cruciale ed evidenzia la visione strategica dell’Italia che ha dato, in questo modo, indicazioni precise di lungo periodo sulle politiche legate alla mobilità sostenibile”. Proprio su questo fronte, Toyota è in prima linea da molti anni: la berlina a idrogeno Mirai rappresenta il culmine della ricerca della casa automobilistica giapponese, oltre che il futuro del comparto automotive. Si tratta infatti di una vettura che non produce emissioni di CO2, ma solo vapore acqueo, con un’autonomia a impatto zero fino a 550 km. E presto potrà essere rifornita, anche in Italia, con tempi paragonabili a quelli che servono per un pieno di gasolio o di benzina.
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