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Dove sono i siti nucleari in Italia
Con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 gli italiani si sono espressi nettamente contro il nucleare. Però, esistono ancora sette siti nucleari in Italia.
L’8 e il 9 novembre 1987 l’Italia ha detto no all’energia atomica con il primo, storico referendum contro l’energia nucleare in Italia. Erano gli anni di Chernobyl e della corsa agli armamenti. Con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 è stata ribadita la volontà di non costruire centrali atomiche in Italia, che mandò in fumo i piani atomici del governo di allora.
In Italia tuttavia esistono ancora sette siti nucleari noti, ex centrali elettriche e siti di stoccaggio.
Quali e dove sono i siti nucleari in Italia
Quattro sono le centrali nucleari italiane disattivate che custodiscono materiali radioattivi.
Centrale nucleare di Trino Vercellese, Piemonte
Il reattore nucleare da 270 MW di potenza è del tipo PWR. Viene fermato nel 1987 subito dopo il referendum. Attualmente vi sono stoccati 780 metri cubi di scorie radioattive e 47 elementi di combustibile irraggiato (14,3 tonnellate). In questa centrale sono in corso i lavori di smantellamento da parte della Sogin. Il decreto di compatibilità ambientale per il progetto di smantellamento è stato pubblicato il 16 gennaio 2009 col parere favorevole della Regione Piemonte, del ministero dei Beni culturali e la Via del ministero dell’Ambiente. Doveva secondo i piani originari concludersi quest’anno.
Centrale nucleare di Caorso, Emilia-Romagna
Il reattore nucleare da 860 MW di potenza è del tipo PWR. Anche questo viene arrestato nel 1987 subito dopo il referendum. Vi sono stoccati 1.880 metri cubi di scorie radioattive e 1.032 elementi di combustibile irraggiato (187 tonnellate).
Centrale nucleare di Latina, Lazio
Il reattore nucleare da 210 MW di potenza è del tipo GCR. La centrale viene fermata nel 1986 ed è attualmente disattivata. In questo sito vi sono circa 900 metri cubi di scorie radioattive.
Centrale nucleare del Garigliano, Campania
Il reattore nucleare da 160 MW di potenza è del tipo BWR. La centrale è stata fermata nel 1978 per problemi tecnici e amministrativi, poi spenta definitivamente per difetti tecnici irrisolvibili nel 1982 ed è attualmente disattivata. Vi sono stoccati circa 2.200 metri cubi di scorie radioattive.
Tre depositi di scorie radioattive
In Italia ci sono attualmente tre siti di stoccaggio scorie radioattive di III categoria (le più pericolose da stoccare poiché la radioattività permane per centinaia di migliaia di anni) per un totale di 235 tonnellate.
Si trovano distribuiti nel territorio italiano, uno al nord, uno al centro e uno al sud. In Piemonte a Saluggia, dove di recente si è verificata una fuga radioattiva, nel Lazio alla Casaccia e al sud in Basilicata, a Trisaia.
I rifiuti radioattivi stoccati nei vari depositi e nelle isole nucleari dismesse ammontavano nel 2010 a 90mila metri cubi.
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