In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
Gli energy citizens produrranno metà dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2050
Entro il 2050, il 50 per cento della popolazione europea potrebbe essere in grado di coprire il 45 per cento della domanda di energia, attraverso le fonti rinnovabili e i sistemi di accumulo. 264 milioni di persone che diveranno energy citizens, ovvero produttori di energia e gestori della propria domanda. È quanto emerge
Entro il 2050, il 50 per cento della popolazione europea potrebbe essere in grado di coprire il 45 per cento della domanda di energia, attraverso le fonti rinnovabili e i sistemi di accumulo. 264 milioni di persone che diveranno energy citizens, ovvero produttori di energia e gestori della propria domanda.
È quanto emerge dal report scientifico “The Potential for Energy Citizens in the European Union”, redatto dall’istituto di ricerca ambientale CE Delft per conto di Greenpeace, Federazione europea per le energie rinnovabili (Eref), Friends of the Earth Europe e REScoop.eu e presentato in occasione del tour “Accendiamo il sole” della nave Rainbow Warrior di Greenpeace, che partirà tra una settimana dalla Puglia.
“I cittadini che autoproducono almeno parte dell’energia che consumano, saranno la figura chiave delle politiche energetiche dei prossimi anni”, ha commentato Luca Iacoboni, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia in una nota diffusa oggi. “Togliendo il monopolio della produzione di energia alle grandi aziende che continuano a puntare su fonti fossili come carbone, petrolio e gas, sarà possibile definire un modello più democratico, in cui ciascuno contribuisce a produrre energia: è l’unica possibilità per un futuro 100 per cento rinnovabile”.
I numeri del rapporto
Secondo quanto riporta lo studio, sarebbero 264 milioni le persone in grado di produrre 611 terawattora nel 2030, di cui il 19 per cento prodotta da fonti domestiche, che aumenterebbero a 1557 terawattora nel 2050. Entro tale data quasi la metà (45 per cento), proverrebbe da produzione domestica.
Tale obiettivo sarà raggiungibile grazie alla nascita e all’aumento dei cosiddetti “energy citizens”: cittadini, comunità, Comuni, cooperative capaci di soddisfare la propria domanda di energia e di gestirla a seconda della richiesta e della disponibilità.
Fondamentale sarà quindi il contributo anche dei sistemi di accumulo, che renderanno più constante la produzione da sole e vento in particolare. Non solo. Lo studio mostra come “7 europei su 10 potrebbero essere parte attiva nella gestione della domanda energetica. In questo modo i cittadini produttori di energia potrebbero sbloccare 1494 GWh di accumuli di elettricità nel 2030 e 10490 GWh nel 2050”.
Le potenzialità in Italia degli energy citizens
Per quanto riguarda il nostro Paese, i circa 26 milioni di energy citizens potrebbero produrre il 34 per cento dell’energia. Da sottolineare come di questo, solo l’1 per cento proverrebbe da enti pubblici. “Il potenziale dell’autoconsumo e della generazione distribuita in Italia è alto, e questo studio lo dimostra”, conclude Iacoboni.
“Purtroppo il Governo, con provvedimenti specifici come la riforma della tariffa elettrica, sta mettendo in ginocchio il settore delle energie rinnovabili, e in particolare quello dei piccoli produttori domestici”. Per questo l’associazione ambientalista sottolinea che per rispettare la promessa del 50 per cento di produzione da fonti rinnovabili, il Governo debba garantire il diritto all’autoproduzione e all’autoconsumo.
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