Nei prossimi tredici anni l’eolico potrebbe creare oltre 500mila posti di lavoro e far risparmiare 13 miliardi di euro l’anno di costi per l’importazione di combustibili fossili.
In Europa l’eolico batte il carbone e impenna la produzione di energia da rinnovabili
L’eolico ha superato il carbone ed è diventato la seconda fonte di energia in Europa. Anche a livello mondiale l’energia dal vento è in continua ascesa
Nel 2016, in Europa, il vento ha prodotto più energia di quella generata dal carbone grazie al contributo di paesi come Germania, Francia e Olanda che hanno investito nello sviluppo dell’eolico. Ma l’energia dal vento cresce anche nel mondo e trascina con sé l’ascesa delle rinnovabili.
La crescita dell’eolico in Europa
Lo scorso anno, in Europa sono stati installati 12,5 nuovi gigawatt (GW) di eolico, di cui 1,5 offshore, ossia in impianti installati in mare aperto, a miglia di distanza dalle coste, in modo da sfruttare una migliore quantità e qualità del vento, che generalmente è più continuo e intenso. A fine 2016, la potenza eolica installata complessiva ha raggiunto i 154 GW, di cui 12,6 offshore.
I dati diffusi da WindEurope, l’associazione europea di settore, mostrano che il comparto gode di ottima salute, nonostante le nuove installazioni eoliche siano scese del 3 per cento rispetto al 2015. Da un confronto con le altre fonti, infatti, il vento è stata la fonte di energia che è cresciuta maggiormente, rappresentando il 21 GW dei 24 nuovi GW creati nel 2016 e ha generato 296 terawattora pari al 10,4 per cento della domanda elettrica dell’Europa allargata a 28.
Nel 2016 le rinnovabili hanno rappresentato circa il 90 per cento della nuova potenza installata: oltre ai 12 GW di eolico pari al 51 per cento della nuova potenza installata, sono stati connessi 6,7 GW di nuova capacità da fotovoltaico, pari al 27,4 per cento del totale aggiunto.
L’eolico vola sopra il carbone
Il dato più sorprendente presentato nel report “Wind in power. 2016 European statistics” pubblicato da WindEurope è quello della fine della corsa del carbone. Una battuta di arresto a cui ha contribuito soprattutto l’eolico che è diventato nel 2016 la seconda più grande fonte per capacità di generazione di energia nell’UE, dietro solo al gas. Nella capacità totale di potenza installata in Europa, l’eolico è passato dal 6 per cento del 2005 al 16,7 del 2016, e si posiziona come la prima tra le fonti rinnovabili che, nello stesso periodo, hanno aumentato la loro quota di potenza complessiva passando dal 24 al 46 per cento.
L’eolico italiano sottotono
Campione nell’eolico 2016 è stata la Germania che l’anno scorso ha installato 5.443 nuovi megawatt, il 44 per cento del totale installato in Europa. Anche la Francia (1.561 gigawatt), l’Olanda (887 megawatt), il Regno Unito (736 megawatt), la Polonia (682 megawatt) e la Finlandia (570 megawatt) hanno fatto buoni passi avanti.
Chi invece ancora fatica a crescere nell’eolico è l’Italia, dove non si è andati oltre i 282,5 megawatt pari a un flusso di investimento di oltre 350 milioni di euro. Difficoltà riconosciute dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev) che rappresenta le aziende del settore eolico italiano. Il Presidente Simone Togni ha sottolineato le difficoltà vissute dall’eolico in Italia soprattutto negli ultimi anni, rallentandone la corsa. “Dobbiamo recuperare la strada persa con un serio piano di sviluppo che consenta finalmente al Paese di sfruttare le significative potenzialità ancora disponibili. L’industria Italiana dell’eolico ha dimostrato solidità e capacità di trasformarsi dando risultati significativi in termini di efficienza e riduzione dei costi”, ha commentato Togni.
La crescita mondiale dell’eolico
Il dato europeo e di alcuni Paesi in particolare è più che positivo, ma fortunatamente la crescita dell’eolico non si ferma ai confini del Vecchio Continente. Secondo i dati pubblicati dal Global Wind Energy Council (Gwec) nel suo rapporto “Global wind statistics 2016”, nell’anno appena trascorso la capacità eolica complessiva installata nel mondo ha raggiunto i 487 gigawatt con una crescita di 54 gigawatt nell’ultimo anno. Un risultato leggermente inferiore a quello 2015 ma che non deve trarre in inganno.
Non si tratta infatti di un arresto ma solo di un naturale riequilibrio del settore dopo i record segnati nel 2015, come ha spiegato Steve Sawyer, segretario generale Gwec: “L’energia eolica continua a crescere a due cifre; ma non possiamo aspettarci che il settore registri un nuovo record ogni anno”. L’aumento è stato trainato soprattutto da Cina, Stati Uniti e India, oltre che dalla Germania già “campione” europeo. L’Italia con i suoi 9,2 gigawatt di capacità installata si attesta al decimo posto della classifica mondiale e al quinto di quella europea.
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