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Il fondo sovrano norvegese investirà 14 miliardi di dollari in energie rinnovabili mentre continua a disinvestire dalle fonti fossili. La sua scelta potrebbe accelerare lo sviluppo dell’energia verde a livello mondiale.
Il fondo norvegese, il più grande fondo sovrano del mondo conosciuto anche come Oil Fund e con asset per quasi 1.000 miliardi di dollari provenienti dalle attività petrolifere del Mare del Nord, dopo aver deciso di disinvestire nelle fonti fossili, ora punta sulle fonti rinnovabili. La decisione arriva dopo che il fondo petrolifero dell’Arabia Saudita ha venduto le sue attività nel settore petrolifero e del gas.
Il Governo di Oslo ha annunciato che il Government Pension Fund Global (Gpfg) ora potrà acquistare impianti e società non quotate del settore rinnovabile. I progetti non quotati costituiscono oltre i due terzi dell’intero mercato delle infrastrutture rinnovabili che vale miliardi di dollari. Secondo gli analisti è probabile che tale decisione stimoli una crescita più rapida dell’energia verde.
“Il mercato delle rinnovabili è in rapida crescita e la maggior parte delle opportunità di investimento nel settore è nei mercati non quotati, specialmente nei progetti in infrastrutture. Gli investimenti saranno soggetti ai medesimi requisiti di profittabilità e trasparenza degli altri investimenti del Fondo”, ha spiegato Siv Jensen, ministro delle Finanze norvegese.
Il fondo ha raddoppiato gli investimenti in rinnovabili passando da 60 a 120 miliardi di corone, che in dollari equivale da 7 a 14 miliardi di dollari. In una prima fase gli investimenti saranno effettuati in mercati sviluppati e con rischio operativo e di mercato relativamente basso.
Lo scorso mese di marzo, il Government Pension Fund Global aveva annunciato che avrebbe tolto i propri investimenti in 134 società che operano nel settore petrolifero e del gas, per un valore di quasi 8 miliardi di dollari. Attualmente sta mantenendo le partecipazioni in società petrolifere come Shell e BP che hanno divisioni di energia rinnovabile.
La Norvegia ha anche annunciato che il fondo, che già nel 2015 aveva ceduto 6,5 miliardi di dollari di investimenti nel settore del carbone, venderà le sue quote in altre società del carbone, fissando un nuovo limite di 20 milioni di tonnellate di riserve, cosa che potrebbe comportare l’uscita del fondo sovrano da giganti come Glencore e Rwe.
La decisione del fondo sovrano di puntare sulle rinnovabili non è spinta da “sentimenti” ambientali e per la lotta ai cambiamenti climatici, ma piuttosto perché è convito che le rinnovabili siano un buon investimento.
“Questa mossa probabilmente amplierà ulteriormente il mercato dell’energia verde. Il nostro tasso generale di rendimento degli investimenti in rinnovabili è stato di circa l’11 per cento lo scorso anno. L’energia pulita è ciò che ci allontanerà dal pericoloso e devastante percorso che stiamo percorrendo”, ha commentato Sverre Thornes, Ceo del fondo pensionistico norvegese Klp.
Il fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita ha venduto la scorsa settimana il suo ultimo investimento legato ai combustibili fossili, ha infatti ceduto la sua quota di 69 miliardi di dollari in Saudi Basic Industries Corp alla compagnia petrolifera nazionale Aramco.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, altri fondi petroliferi del Medio Oriente si stanno spostando verso la diversificazione e puntano all’energia rinnovabile, ma non solo, seguendo l’esempio della Norvegia stanno disinvestendo dai combustibili fossili.
In base ai dati di PitchBook nel 2018, 6,4 miliardi di dollari sono stati investiti in idrocarburi, contro i 5,8 miliardi di dollari in energia rinnovabile. Nel 2017 la situazione era completamente differente, 18,8 miliardi di dollari investiti in combustibili fossili e soli 0,4 miliardi di dollari in fonti rinnovabili.
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