Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Quale sarà il futuro dell’auto? Da Smart Mobility World le possibili risposte
A giudicare dai numeri la mobilità è un tema ancora molto caro agli italiani: oltre 3000 registrati, 202 relatori, 2000 test drive. Sono le cifre emerse dalla tre giorni di appuntamenti Smart Mobility World, evento dedicato alla mobilità pubblica e individuale, una mobilità sempre più intelligente, economica e sostenibile. L’evento, ospitato all’Autodromo di Monza, con
A giudicare dai numeri la mobilità è un tema ancora molto caro agli italiani: oltre 3000 registrati, 202 relatori, 2000 test drive. Sono le cifre emerse dalla tre giorni di appuntamenti Smart Mobility World, evento dedicato alla mobilità pubblica e individuale, una mobilità sempre più intelligente, economica e sostenibile. L’evento, ospitato all’Autodromo di Monza, con un fitto programma di conferenze internazionali e convegni, ha messo al centro della discussione e dell’esperienza (grazie a numerosi modelli elettrici e ibridi da provare) l’auto, in tutte le sue nuove declinazioni. Inclusa l’auto “connessa”, uno dei pilastri del progetto Nissan Zero Emission.
Da Smart Mobility World è uscito un quadro variegato dei diversi filoni della nuova mobilità, dai veicoli intelligenti, sicuri e resi sostenibili da nuove motorizzazioni e carburanti alternativi, alle infrastrutture che dovrebbero rendere il traffico e il parcheggio sempre più fluido e accessibile, ai servizi di mobilità collettiva.
La prima buona notizia? L’affermazione ormai irreversibile delle nuove modalità di utilizzo delle auto diverse dalla proprietà. Significa che la mobilità individuale, a percorso libero, si è ormai separata dal possesso dello strumento della mobilità. Oltre a una questione di praticità (la distribuzione delle persone e delle attività sul territorio sta rapidamente rendendo obsoleto il trasporto collettivo se non come tassello di una mobilità complessiva e centrata sull’individuo), è anche una questione di libertà. La sostenibilità coniugata con la libertà è la nuova parola d’ordine.
La seconda buona notizia? Dal 2018 tutte le nuove auto saranno dotate obbligatoriamente dell’ eCall, il sistema di chiamata di emergenza automatica in caso di incidente, un sistema che renderà i viaggi in auto più sicuri. A SMW si è parlato molto anche di guida predittiva, che già oggi può rendere un viaggio più rilassante e sicuro, e della sua prossima declinazione, la guida autonoma, quella che (si dice) già entro il 2020 renderà un viaggio in auto simile a un trasferimento in aereo: si potrà stare sdraiati, leggere un libro o guardare un film, senza la necessità di tenere il volante o guardare la strada.
La terza buona notizia? L’on. Ivan Catalano ha annunciato che “è prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto di riqualificazione elettrica dei veicoli già circolanti, un’innovazione che permetterà all’Italia di essere il primo paese in Europa a intraprendere una strada così coraggiosa per la mobilità sostenibile di persone e merci”. Tradotto? Il cosiddetto retrofit (la trasformazione in elettrici di veicoli con motore endotermico) diverrà finalmente possibile su auto, veicoli commerciali sino a 7,5 tonnellate e autobus. Era ora!
La quarta buona notizia? Il car sharing cresce, cresce, cresce… Almeno nelle grandi città, dove sta rapidamente passando da numeri di nicchia a realtà di massa. L’ ICS, l’associazione che raccoglie i servizi di sharing a partecipazione pubblica, ha presentato uno studio che fotografa un settore in grande sviluppo: a fine anno, gli utenti di car sharing in Italia supereranno la soglia dei 600.000. A oggi sono circa 6.000, fra auto e quadricicli (questi ultimi tutti elettrici) i mezzi a disposizione di chi, al possesso dell’auto, preferisce la condivisione; per capire la portata evolutiva, due anni fa le auto disponibili erano 700.
Certo, l’offerta e gli utenti sono concentrati nelle aree urbane maggiori: Milano, Roma, Torino e Firenze. E a farla da leone è sempre la Lombardia con il 50 per cento dei veicoli in sharing. Di sicuro serve una maggiore offerta, anche se gli operatori si stanno sforzando di offrire servizi sempre più differenziati. Piace la formula del free-floating, detto anche one-way (ossia, ritiro e rilascio del veicolo senza punto di raccolta) che domina con l’85 per cento dei veicoli offerti rispetto al modello a prenotazione (con punto di raccolta). Servono più operatori privati, in modo da stimolare la diversificazione e la qualità dell’offerta.
Temi “forti”, emersi a Smart Mobility World, anche la sicurezza attiva e passiva dei veicoli e delle infrastrutture, con una panoramica su come sfruttare al meglio le ultime tecnologie già disponibili su molte auto (radar, telecamere a infrarossi, sensori di stanchezza etc) e un focus sulle innovazioni allo studio, come per esempio un ingegnoso sistema che elimina il pericolo di aquaplaning (il fenomeno di perdita di aderenza delle ruote in presenza di molta acqua sulla sede stradale) spruzzando acqua ad alta pressione davanti ai pneumatici.
A chiusura dei lavori, un talk show, moderato da LifeGate che, forte dell’esperienza del progetto Mobility Revolution, ha sondato con un gruppo di esperti le potenzialità della smart mobility, scoprendo che… nei prossimi cinque-dieci anni potremmo vedere le Case automobilistiche trasformarsi da “semplici” costruttori a fornitori di servizi di mobilità, una mossa “smart” ma anche necessaria per intercettare le necessità e le richieste delle nuove generazioni di utenti, sempre più lontani dall’auto di proprietà, sempre più vicini all’auto connessa e condivisa.
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