Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Gatto e vaccini, le regole di base per la sua salute
Anche nel mondo dei gatti un corretto piano vaccinale è importantissimo per garantire salute e benessere a cucciolo e adulti. “I vaccini sono un prodotto farmacologico la cui somministrazione è in grado di indurre una risposta immunitaria specifica nei confronti di determinati virus o batteri. Il vaccino è concepito per prevenire lo sviluppo di specifiche
Anche nel mondo dei gatti un corretto piano vaccinale è importantissimo per garantire salute e benessere a cucciolo e adulti.
“I vaccini sono un prodotto farmacologico la cui somministrazione è in grado di indurre una risposta immunitaria specifica nei confronti di determinati virus o batteri. Il vaccino è concepito per prevenire lo sviluppo di specifiche malattie o per ridurne notevolmente la gravità. Attualmente esistono delle linee guida redatte della Wsawa (World small animal veterinary association) che raccomandano l’utilizzo di protocolli standardizzati. I medici veterinari sono invitati a seguire queste linee guida allo scopo di condividere un approccio basato sulle evidenze scientifiche attuali”, spiega la dottoressa Michela Galgano, medico veterinario.
Chiariamo, per prima cosa, alcuni concetti di base: esistono delle vaccinazioni che sono considerate “core” cioè consigliate in tutti i soggetti. Nel gatto, in questo caso, si tratta della cosiddetta vaccinazione trivalente: Calicivirosi, Herpesvirosi e Panleucopenia felina. “Per i gatti si tratta di tre patologie virali molto gravi e potenzialmente fatali quando contratte in giovane età. Calicivirus e Herpesvirus sono responsabili principalmente di patologie a carico delle alte vie respiratorie (rino-congiuntivite e stomatite felina), il Parvovirus felino (responsabile della Panleucopenia) provoca sintomatologia gastroenterica con deplezione del sistema immunitario e frequentemente, purtroppo, porta a morte i gattini colpiti”, continua Michela Galgano.
Gatto e vaccini di base, cosa c’è da sapere
È sempre meglio iniziare un corretto piano vaccinale ai gattini intorno ai due mesi di vita nei confronti di queste tre malattie. Continua l’esperta: “Il protocollo vaccinale iniziato a due mesi, nel gatto va ripetuto con un richiamo intorno ai 3-4 mesi. Questo perché tutti i cuccioli ricevono dalla mamma la cosiddetta ‘immunità passiva’, cioè gli anticorpi contenuti nel latte materno. In questo modo il cucciolo è protetto nelle prime settimane di vita. Nello stesso tempo, però, la presenza di questi anticorpi va a interferire con le prime vaccinazioni, riducendone l’efficacia”.
Oggi, infatti, le linee guida sulle vaccinazioni raccomandano di vaccinare di più i cuccioli e con meno frequenza gli adulti. “Instaurare una buona immunità in un soggetto giovane è più difficile. Ma una volta instaurata, questa immunità perdurerà maggiormente anche negli anni a venire”, aggiunge la dottoressa Galgano.
Nei gatti che vivono in casa (si chiamano “gatti indoor”) si raccomanda ai proprietari un richiamo vaccinale al compimento dell’anno di vita, vaccinando poi ogni tre anni per le tre malattie principali. Nei gatti “outdoor” (cioè in quelli che vivono spesso fuori) e che sono più esposti al contagio, le vaccinazioni vanno effettuate ogni due anni.
Gli altri vaccini consigliati
I gatti “outdoor” devono essere immunizzati anche nei confronti di un’altra patologia: si tratta della leucemia virale felina o Felv. “Parliamo in questo caso di un retrovirus – chiarisce Galgano – che si trasmette tramite l’accoppiamento o il contatto con altri soggetti, come morsi, ma anche condivisioni di ciotole o di spazzole. Si tratta di una vaccinazione ‘non-core’, cioè che deve essere valutata caso e per caso e solo se è presente un reale rischio di contagio da parte del gatto. Prima di vaccinare nei confronti di questa patologia è bene verificare che il soggetto non ne sia già affetto, tramite un test rapido che viene eseguito ambulatorialmente e che controlla la positività anche nei confronti della Fiv (Feline immunodeficiency virus), patologia per la quale, purtroppo, non è presente in Italia la vaccinazione”.
Anche la vaccinazione contro la Felv va richiamata nei gatti, a seconda del tipo di vaccino utilizzato, con scadenze annuali o biennali. Comunque è importantissimo ripetere ciclicamente il test per la Felv perché purtroppo attualmente nessun vaccino è in grado di proteggere al 100 per cento il gatto dalla malattia.
“Tra le vaccinazioni “non-core” – aggiunge Michela Galgano – ricordiamo anche quella nei confronti della Clamidia, da riservarsi a soggetti che vivono in ambienti dove è presente il parassita (spesso si tratta di gatti di allevamento) e quella per la Rabbia. In Italia, al momento, la Rabbia non è presente e il nostro è, fortunatamente, uno dei pochi paesi liberi da questa tremenda malattia”.
I vaccini per il gatto che viaggia
Quando il gattino viaggia e va all’estero la vaccinazione anti-rabbica si rende necessaria. Per poter viaggiare all’interno dell’Unione europea, infatti, è necessario avere il passaporto per il proprio gatto con uno specifico microchip identificativo attestante la vaccinazione anti-rabbica.
Anche per la Rabbia esistono diversi vaccini in commercio: alcuni prevedono un richiamo annuale, altri un richiamo ogni due anni, altri ancora ogni tre anni. Anche in questo caso, però, è importante valutare attentamente con il veterinario le vaccinazioni necessarie per il micio in base al suo stile di vita e la frequenza con la quale devono essere effettuate.
“La vaccinazione è una pratica che ha ridotto notevolmente la mortalità dei nostri gatti proteggendoli da malattie molto gravi e potenzialmente fatali. Tuttavia non è scevra da rischi: anche se sono rare, le reazioni vaccinali si verificano qualche volta nella specie felina e possono variare dal semplice malessere magari accompagnato da febbre, zoppia, disturbi gastrointestinali, fino anche alla comparsa di shock anafilattico”, conclude Michela Galgano.
Inoltre, anche per i gatti, numerosi studi cercano di capire se la vaccinazione rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di alcune forme tumorali o per l’alta prevalenza di insufficienza renale nella specie felina. A oggi non si è raggiunto ancora un consenso, ma la scelta più prudente resta quella di vaccinare i propri animali per ciò che è necessario in base al loro stile di vita ed evitare di vaccinarli ogni anno perché questo non apporta alcun beneficio e potenzialmente può invece essere una pratica deleteria. Il consiglio del proprio veterinario di fiducia, anche nel caso del gatto di casa, diventa fondamentale e insostituibile per la sua salute e per la nostra tranquillità.
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