In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
Germania. Il 90 per cento dell’energia consumata proviene da rinnovabili
È successo domenica scorsa quando, per qualche ora, i 55 GW di energia elettrica sui 58 consumati provenivano da fonti rinnovabili: solare, eolico ed idroelettrico.
Il record è stato registrato alle 11 di mattina di domenica 8 maggio 2016. A quell’ora infatti sui 57.78 GW consumati dalla rete, 54.83 GW provenivano da fonti rinnovabili. Solare, eolico, idroelettrico e biomassa stavano fornendo più del 90 per cento dell’energia richiesta da lampadine, boiler, pc e qualsiasi altro sistema funzionasse ad elettricità.
Indubbiamente questo record è stato raggiunto grazie a condizioni particolarmente favorevoli: si trattava della mattina di un giorno festivo, quando la domanda di energia era certamente inferiore rispetto agli altri giorni della settimana. Si tratta comunque di un risultato significativo, che pone la Germania in testa per l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili.
Secondo i dati forniti dalla German energy transition, nel 2015 il 30 per cento dei 647 TWh di energia prodotti all’anno proveniva da fonti rinnovabili, il 24 per cento dal carbone di lignite, il 18 da carbone e il 14 da nucleare. Ciò significa che la transizione energetica del paese è sì iniziata, ma che i combustibili fossili continuano ad essere ancora la maggiore fonte nazionale.
Se la Germania è avanti, l’Italia è ai primi posti per il solare
Da tempo il paese tedesco guida la corsa alle rinnovabili. Tanto da essere stato per anni ai primi posti per potenza fotovoltaica installata. Oggi però è l’Italia ad essere leader nel contributo alla domanda di energia da fotovoltaico, con un 8 per cento, seguita dalla Grecia (7,4 per cento) e proprio dalla Germania (7,1 per cento). Dato che probabilmente potrebbe crescere se venisse confermata la tendenza del primo trimestre del 2016: +33 per cento di nuova potenza installata rispetto allo stesso periodo del 2015.
Crescita auspicata anche dopo la firma dell’accordo di Parigi da parte del premier Renzi che da New York aveva parlato della volontà di portare al 50 per cento il contributo delle energie rinnovabili nel mix elettrico, entro il 2020. “Un obiettivo che l’Italia può raggiungere”, fa sapere il Wwf Italia. “A patto di rivedere tutte le norme che stanno ponendo un freno alle rinnovabili, all’autoconsumo, agli investimenti. Più in generale, occorre produrre finalmente una strategia di decarbonizzazione di medio termine, prevista anche dall’accordo di Parigi, e un piano energetico nazionale”.
Immagine di copertina © Sean Gallup/Getty Images
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