L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
I giovani non vogliono più lavorare per le aziende del carbone e del petrolio
Le compagnie petrolifere non sono più il luogo dove i giovani americani (e non solo) vogliono lavorare. Il sogno è lavorare per le rinnovabili.
I giovani vogliono lavorare nelle compagnie legate al settore dell’energia purché siano aziende innovative e, soprattutto, green. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Ernst & Young che ha chiesto a 1.200 americani con più di 16 anni di valutare quanto ritengano affascinante una carriera nel settore dell’energia.
Per i giovani il futuro professionale non è nell’energia fossile
L’immagine delle compagnie legate ai combustibili fossili che emerge dal sondaggio non è delle migliori. Il 62 per cento dei ragazzi più giovani, tra i 16 e i 19 anni, non sono attratti dal realizzare il proprio percorso professionale in una azienda legata ai combustibili fossili. Tra questi, ben il 39 per cento ritiene davvero sgradevole lavorare nel settore. Va un po’ meglio tra i Millennials, ossia tra chi ha tra i 20 e i 35 anni. In questo caso, la percentuale di chi non è attirato da un lavoro nei settori dell’energia tradizionale scende al 44 per cento.
Un lavoro nell’energia pulita: la preferenza dei giovani
Il sondaggio evidenza quanto i giovani preferiscano lavorare per le compagnie energetiche del futuro: due terzi degli intervistati ritengono interessante un lavoro in un’azienda che lavora nell’ambito delle rinnovabili o di prodotti legati all’efficienza energetica e alla sostenibilità. Questa preferenza espressa dai giovani intervistati è in linea con la crescita del lavoro nel settore. Lo scorso anno, l’occupazione americana nel solare è cresciuta 17 volte più veloce rispetto a quanto successo nell’intera economia del Paese. Nel mondo, secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile (Irena), le rinnovabili hanno dato lavoro, direttamente o indirettamente, a 8,1 milioni di persone nel 2015, il 5 per cento in più rispetto all’anno prima.
Combustibili fossili: lo stigma di essere pericolosi e dannosi per l’ambiente e la società
I risultati suggeriscono che le sfide ambientali delle Big Oil, le più grandi società di petrolio e gas – in primis il cambiamento climatico – e i problemi connessi alla realizzazione del Dakota access pipeline hanno creato uno stigma negativo che renderà difficile attirare in futuro talenti. Dal rapporto emerge come le generazioni più giovani vedano le carriere del settore come instabili, difficili, oltre che pericolose e dannose per la società. Due su tre tra gli adolescenti intervistati credono che l’industria petrolifera e del gas provochi problemi, piuttosto che risolverli. Un dato ancora più allarmante per le società dei combustibili fossili è la scarsa fiducia che i giovani nutrono verso la durata stessa dell’industria energetica tradizionale, associando gas naturale, petrolio e carbone al passato e non certo al futuro.
Aziende fossili: scarsa trasparenza, poca attenzione all’ambiente e alla salute
Non soltanto il settore dell’energia tradizionale è sempre meno competitivo ma le compagnie dei combustibili fossili subiscono gli effetti della loro cattiva immagine, dovuta in gran parte alla loro scarsa trasparenza e all’utilizzo della loro posizione per mantenere disinformati i consumatori di fronte alle indicazioni che gli scienziati rilevavano in tema non soltanto di riscaldamento globale, ma anche sugli effetti che la combustione delle fonti fossili aveva sulla salute dell’uomo. Jeff Bush, presidente della CSI Recruiting società di reclutamento personale specializzata nel settore oil&gas, concorda sul fatto che l’industria energetica tradizionale abbia un problema di percezione, soprattutto tra coloro che non hanno amici o familiari impiegati nel settore: “Siamo percepiti come low-tech o fuori mercato per quanto riguarda l’ambiente”, ha detto Bush.
Le promesse non mantenute dell’industria energetica tradizionale
L’ambiente non è l’unico motivo per cui i giovani sembrano non essere attratti da una carriera nel settore del petrolio e del gas. L’industria dei combustibili fossili ha una lunga storia di assunzioni e duccessivi licenziamenti “in tronco”, reputazione che si è ulteriormente consolidata durante un recente crash petrolifero che ha causato decine di fallimenti e il taglio di circa 200mila posti di lavoro. “L’industria dei combustibili fossili è diventata un posto difficile per iniziare una carriera in questo momento, ha detto Bush. Le aziende del settore se vorranno ancora attrarre e trattenere le menti più brillanti avranno bisogno di cambiare tale percezione lavorando sulla loro trasparenza e sostenibilità.
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