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Il Giappone prima nazione a puntare realmente sull’idrogeno come vettore energetico, non solo per la mobilità, ma anche per il settore domestico.
Una società a idrogeno. È questa quella che sembra essere l’intenzione del Governo giapponese guidato dal primo ministro Shinzo Abe. Lo rivela un rapporto pubblicato dal Ministero dell’economia nipponico: entro il 2020 saranno 40 mila le auto alimentate ad idrogeno, con una prospettiva di portarle a 800 mila in soli dieci anni.
Per fare ciò si dovrà inoltre ampliare la rete di rifornimento delle auto a fuel cell. Ad oggi sono circa 80 le stazioni di rifornimento operative e si prevede di raddoppiarle in pochi anni, per arrivare presto ad averne più di 300 disseminate su tutto il territorio.
Una scelta dettata sia dalla volontà di allargare il ventaglio nel mix energetico del Paese, sia per ridurre le emissioni di CO2 e quelle inquinanti. La scelta dell’idrogeno come vettore energetico sarà così preferita anche in campo domestico. Grazie ad impianti a fuel cell è possibile infatti produrre energia elettrica e acqua calda. Ad oggi sono circa 150 mila gli impianti presenti. L’obiettivo? 5,3 milioni di unità entro il 2030.
Non si tratta di una novità assoluta. Già da tempo le tre “sorelle giapponesi” lavorano fianco a fianco per sviluppare una rete di ricarica per le auto a idrogeno. Un vero e proprio patto economico che prevede il supporto economico nella costruzione delle stazioni di rifornimento con cifre che si aggirano intorno agli 80 mila euro per impianto.
Anche in Europa qualcosa però si sta muovendo. In Germania, Danimarca, Inghilterra e Svezia sono una decina le stazioni a disposizione, mentre anche in Italia è operativa la prima stazione di rifornimento, nei pressi di Bolzano, sulla direttrice per il Nord Europa. Quel che è certo è che siamo solo all’inizio, tanto che Mirai – l’auto a fuel cell di Toyota – è sbarcata in Europa da pochi mesi. Le previsioni della casa giapponese sono quelle di vendere 30 mila veicoli entro il 2030.
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