Propulsione elettrica o ibrida plug-in? Un dilemma che richiama alla mente sfide epiche come Coppi contro Bartali, Batman vs. Superman, Italia-Germania ai Mondiali di calcio. Un confronto virtuoso tra due interpretazioni della sostenibilità e della mobilità del futuro che trova massima espressione all’interno della gamma Volkswagen. Più precisamente della rinnovata famiglia Golf, dove alla versione
Il mitico pulmino Volkswagen rinasce elettrico. Ecco com’era l’originale
Per il dieselgate e le sanzioni che arriveranno, il 2015 è stato un anno tribolato per Volkswagen. Che allora decide di aprire il 2016 con questo piccolo colpo di genio. Andare a ripescare gloria nel suo passato, rivendicandone idee ed emozioni, e nel contempo proiettarsi in avanti su innovazione e sostenibilità. Tutto questo è Budd-e, il pulmino
Per il dieselgate e le sanzioni che arriveranno, il 2015 è stato un anno tribolato per Volkswagen. Che allora decide di aprire il 2016 con questo piccolo colpo di genio. Andare a ripescare gloria nel suo passato, rivendicandone idee ed emozioni, e nel contempo proiettarsi in avanti su innovazione e sostenibilità.
Tutto questo è Budd-e, il pulmino che vuole essere considerato l’erede spirituale del Bulli, il Volkswagen T1, uno dei veicoli più simbolici della storia dell’automobilismo e del costume.
Budd-e. Un giocattolo elettronico, anzi elettrico
Al Ces di Las Vegas 2016 – non a caso hanno scelto una salone dell’elettronica, e non dell’auto – la presentazione del nuovo minivan sarà ricordata come un momento caratterizzante e importante. Già quattro anni fa, al Salone di Ginevra del 2011, s’era visto un prototipo anticipatore; il progetto Microbus in effetti era però partito anche prima, nel 2000, quando fu presentato un primo modello.
Sono tutti tentativi di richiamare il primo storico pulmino della Volkswagen, che vive ancora nei sogni sia di chi ha avuto la fortuna e la ventura di sedere a bordo del mezzo, sia di chi invece lo ha sempre e solo visto nelle fotografie d’epoca.
Da quando ne sono usciti i primi modelli, il T1 è diventato il simbolo degli hippie, di chi inseguiva ideali di libertà politica, emozionale e sociale, mezzo perfetto per il viaggio spensierato, economico, ribelle, avventuroso e… lento (l’originale andava a 80-90 km/h, con 25 CV).
Il dopoguerra e il turismo di massa
Il T1 è un veicolo che ha segnato il miracolo economico della Germania, quando dopo il disastro bellico ricominciò la tendenza verso il turismo. Con lo sviluppo degli accessori per campeggi e la versione Westfalia il mezzo poté essere usato per viaggiare. Poiché l’accessorio non era montato permanentemente, la macchina poteva nei giorni feriali essere utilizzata nella vita quotidiana come un veicolo commerciale.
La cultura hippie, il pulmino dei figli dei fiori
Negli anni 1960 e 1970 il fremito hippie scosse l’Europa verso Est e Sud. Qui il Volkswagen T2 fu di particolare importanza: dipinti a colori vivaci e personalizzati per dormirci dentro, i T1 e T2 sono i migliori compagni di viaggio degli hippie degli Stati Uniti, verso la West Coast. Ancor più che il Maggiolino, sono stati i Transporter a simboleggiare il movimento. Nell’arte e nella cultura vi sono illustrazioni di hippie con il T1 come costante stereotipo.
La sua inconfondibile sagoma fa capolino nelle copertine degli album di Bob Dylan e dei Beach Boys, tra gli altri, con lui le legioni di fan dei Grateful Dead si spostavano ovunque per seguirli attraverso gli States, Steve Jobs ha venduto il suo per comprarsi un circuito che gli serviva a costruire il suo primo computer. Il veicolo è parte della scena surf della California, i suoi interni ospitavano comodamente le tavole. Gli Who lo hanno cantato in “Going Mobile” (1971). Pete Townshend disse: “Il bus Vw di cui ho scritto in questa canzone è stato la mia casa”, legandosi alla Volkswagen fino all’iniziativa benefica del 2007 in cui gli Who hanno messo all’asta un “Magic Bus” personalizzato col loro nome. Nel film Disney Cars del 2006 il Bus Vw del 1960 è il simpatico hippie Fillmore.
Curiosità, il management Volkswagen all’epoca non era per nulla compiaciuto della diffusione del pulmino tra questi giovinastri. Temevano una perdita d’immagine e un impatto negativo sulle cifre di vendita.
D’altro canto però le caratteristiche di base del furgoncino, la solidità e la forma all’avanguardia, lo hanno reso appetibile anche per famiglie che lo usavano nella vita di tutti i giorni. Il motore boxer raffreddato ad aria è proverbiale per robustezza ed affidabilità. Molti pezzi di ricambio, escludendo alcune parti dei primi modelli anni ’50, sono perfino ancora disponibili presso la rete ufficiale Volkswagen, ma nell’era di Internet è piuttosto facile reperire pezzi in giro per il mondo.
È sempre stato associato alla natura. Molte foto lo dimostrano, già dal momento del lancio nel 1950. Quindi il nuovo ruolo, di pulmino elettrico a zero emissioni per il rilancio Volkswagen, gli calza a pennello.
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