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Fino al 2021 chi compra un’auto elettrica o ecologica avrà incentivi fino a 6.000 euro, mentre arriva una ecotassa proporzionale alle emissioni di CO2 per chi compra una macchina più inquinante.
Chi compra un’automobile elettrica o a basso impatto ambientale verrà premiato, mentre chi acquista macchine inquinanti pagherà una tassa. Questa è la decisione del Governo e della Commissione Bilancio della Camera che, con l’approvazione di un emendamento alla Manovra finanziaria, prevede incentivi per le auto elettriche fino a seimila euro e per gli scooter fino a tremila, per una somma totale a disposizione di trecento milioni di euro l’anno fino al 2021 per l’acquisto di veicoli a minore impatto ambientale.
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A sostenere questi incentivi per le auto elettriche saranno coloro che compreranno vetture con emissioni superiori a centosessanta grammi di CO2 per chilometro. Sono state escluse le utilitarie, portando la tassazione sui mezzi di grossa cilindrata. Per essere più precisi l’imposta sarà di 1.100 euro per l’acquisto di una nuova auto con emissioni comprese tra centosessantuno e centosettantacinque grammi di CO2 per chilometro. Si passa a 1.600 euro per la fascia tra centosettantasei e duecento, a 2.000 euro tra duecentouno e duecentocinquanta e a 2.500 euro oltre duecentocinquanto grammi di CO2 per ogni chilometro. In maniera proporzionale la tassa varia dai centocinquanta ai tremila euro per i modelli che superano i duecentocinquanta grammi di CO2 a chilometro.
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Gli incentivi riguardano automobili elettriche, ibride, a gas metano e partiranno da gennaio 2019 con validità triennale. Fino a 6.000 euro saranno disponibili per l’acquisto di una macchina elettrica (tra zero e venti grammi per chilometro) in caso di rottamazione di vecchie auto comprese tra Euro 0 e Euro 4, mentre senza rottamazione la somma scende a 4.000. La cifra che scende a 4.000 euro per i modelli ibridi (da venti a settanta) che sostituiscono una vecchia auto e a 1.500 senza rottamazione.
Saranno disponibili contributi anche per l’acquisto di motorini elettrici o ibridi. A coloro che acquistano un veicolo elettrico o ibrido nuovo di cilindrata inferiore o superiore ai 50 cc e che rottamano un veicolo di cui sono proprietari da almeno dodici mesi è riconosciuto un contributo pari al trenta per cento del prezzo di acquisto, fino a un massimo di 3.000 euro.
“Si tratta di una misura già conosciuta e attuata in altri Paesi che premia, in primis, le auto elettriche ma non solo. Rientrano infatti nei parametri incentivati anche auto ibride e a metano. Riteniamo che si tratti di un primo importante passo per iniziare a stimolare in Italia il mercato dell’elettrico che in Italia è indietro anche per via del gap infrastrutturale della rete di ricarica su cui pure il Governo sta lavorando”, scrive il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e Trasporti Michele dell’Orco.
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La notizia di far pagare una tassa alle auto più inquinanti aveva fatto scattare molte polemiche (Su Twitter si è diffuso l’hashtag #ecotassa), sia perché un’automobile diesel potrebbe essere favorita per le emissioni di CO2, rispetto a una macchina a benzina, pur immettendo in atmosfera quantità superiori di altre sostanze inquinanti, sia per la possibilità che un’auto elettrica di lusso possa ottenere incentivi mentre venga penalizzato l’acquisto di una macchina popolare come ad esempio una citycar perché meno ecologica. Critica che è stata successivamente accolta dalle nuove misure introdotte.
“La misura c.d. bonus-malus sulle emissioni di CO2 delle nuove autovetture rappresenta sicuramente un segnale interessante ed apprezzabile nell’intento, ma l’impostazione del provvedimento non è funzionale agli obiettivi che si dovrebbero raggiungere e cioè il miglioramento della qualità dell’aria ed il rinnovo del parco circolante, come noto, tra i più vecchi d’Europa”, è quanto comunica l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae), lamentando la mancanza di volontà da parte del Governo di interloquire con gli operatori del settori. Pur apprezzando il tema della pluriennalità del provvedimento, l’Unrae contesta l’esclusione di un provvedimento di rottamazione dei veicoli datati. “A livello di risorse – sostiene l’assocazione – si rischia di investire inadeguatamente un ammontare di risorse pubbliche molto significativo (circa 300 mln di euro all’anno) perché si va ad incentivare un numero di autovetture minore rispetto a quelle che già si vendono”.
In conclusione l’Unrae fa anche un appello: “Chiediamo a tutte le Istituzioni competenti l’apertura di un confronto immediato per migliorare insieme a tutti gli stakeholder un impianto normativo che merita adeguato approfondimento per non sprecare un’occasione molto importante per rinnovare il nostro parco circolante e ridurre i livelli di emissioni complessive di CO2, ma soprattutto i livelli di emissioni inquinanti (ad esempio NOx e Pm10) che non sono tenute in alcuna considerazione nell’attuale formulazione del provvedimento”.
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