I risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti ipotizzano un collegamento tra 22 pesticidi e i tassi di incidenza e mortalità del cancro alla prostata.
Inquinamento acustico: si può ridurre, ecco come
Viviamo in mezzo al rumore, non è solo un’impressione fastidiosa. Lo rivelano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che informa come il problema sia tra i fattori ambientali a maggior impatto sulla salute umana dopo lo smog. Ed è stato scientificamente dimostrato che l’esposizione prolungata a rumore da traffico può arrivare non solo a disturbare
Viviamo in mezzo al rumore, non è solo un’impressione fastidiosa. Lo rivelano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che informa come il problema sia tra i fattori ambientali a maggior impatto sulla salute umana dopo lo smog. Ed è stato scientificamente dimostrato che l’esposizione prolungata a rumore da traffico può arrivare non solo a disturbare il sonno, ma anche ad alterare le funzioni degli organi interni e contribuire a malattie cardiovascolari.
L’inquinamento acustico in Italia
La campagna in corso di svolgimento del Treno Verde 2014 sta monitorando in tutta Italia la qualità dell’aria e dell’ambiente, tra cui i livelli di inquinamento acustico. A preoccupare particolarmente è il rumore registrato anche nelle aree protette, nei parchi e nelle vicinanze di industrie e stabilimenti, con superamenti dei limiti stabiliti dalle zonizzazioni acustiche approvate dai Comuni anche di 15 o 20 decibel.
L’inquinamento acustico in Europa
L’impatto del rumore in città e vicino alle industrie è così diffuso che oggi un europeo su tre risulta esposto a livelli sonori dannosi per la salute.
Secondo l’indagine della Transport & Environment Reduction of vehicle noise emissions: Technological potential and impacts, basterebbe un taglio di tre decibel delle emissioni dei veicoli a motore per dimezzare l’inquinamento acustico causato dal traffico su strada, mantenendo comunque un buon rapporto costi/benefici. Ridurre i rumori alla fonte avrebbe infatti costi di gran lunga inferiori a quelli necessari per interventi di insonorizzazione strutturale degli edifici o di installazione di barriere antirumore ai bordi delle strade.
L’inquinamento acustico e le proposte per ridurlo
Dal Parlamento Europeo sono arrivate diverse proposte per attutire i problemi derivanti dal rumore prodotto dalle autovetture. Si vogliono introdurre limiti più bassi di emissioni sonore in decibel e nuove etichette informative che indichino il rumore prodotto da ogni modello in commercio. In questo le auto ibride e le elettriche saranno avvantaggiate. Anzi, risultano talmente silenziose che il Pe sta valutando l’introduzione di un cicalino discreto attivabile in città per avvisare sonoramente ciclisti e pedoni del loro arrivo.
Invece oggi una ricerca condotta da parte dell’Agenzia Europea dell’Ambiente dimostra che la metà della popolazione che vive nelle città degli Stati europei è esposta a livelli medi di rumore maggiori di 55 decibel.
Sta seguendo il suo iter un nuovo progetto di legge europeo che punta a inserire gradualmente i nuovi limiti fissandoli a due, quattro e dieci anni specificando che il limite per le vetture di serie dovrebbe essere ridotto a 68 db in 12 anni, rispetto al livello attuale di 74 db (per auto di maggior cilindrata e camion sarà tollerato un margine da 1 a 9 decibel in più).
“Considero il testo finale adottato nel quadro dei negoziati come un ottimo compromesso che contribuirà alla tutela della salute dei cittadini europei – ha spiegato il relatore Miroslav Ouzký (Ecr, Cz) – e dall’altro lato, non dovrebbe causare alcuna perdita di competitività per l’industria automobilistica europea. Le proposte legislative fin qui erano interamente concentrate sul rumore generato dal motore del veicolo ma la mia idea è più completa fin dall’inizio, dobbiamo affrontare altri fattori, come la qualità dell’asfalto stradale, l’aerodinamica e gli pneumatici”.
L’asfalto fonoassorbente all’apparenza sembra simile a quello convenzionale. In realtà costa più del doppio e necessita di una manutenzione maggiore. Il più noto è certamente il conglomerato drenante–fonoassorbente: un materiale poroso, realizzato grazie all’impiego di bitume contenente polimero. I vuoti nell’asfalto, oltre ad assorbire l’acqua piovana, assorbono parte delle onde sonore generate dalla compressione dall’aria sotto la scocca del veicolo e tra pneumatico e asfalto. Nel 2013 ne è iniziata la stesura su diversi tratti di strada in Val Venosta: l’asfalto utilizzato è un mix tra composti bituminosi e pneumatici fuori uso triturati in un granulato fine. L’uso di vecchie gomme è interessante sia dal punto di vista ecologico che della resa: l’asfalto presenta infatti coefficienti di aderenza superiori e minore rumorosità.
Alberi e piante in città e a bordo strada possono anche essere barriere fonoassorbenti naturali. È possibile ridurre il rumore attraverso una barriera verde alta circa 10-15 m al cui centro vengono posizionate piante colonnari come cipressi, lauri, allori, ai lati cespugli e infine coprire tutto con erba. Questa disposizione crea uno schema piramidale che ha molteplici effetti: i rumori vengono assorbiti e in parte riflessi; riduce l’inquinamento abbattendo le polveri sottili e purificando l’aria; riduce l’inquinamento visivo poiché ci si trova davanti un paesaggio virente, quindi molto gradevole; rinfresca l’ ambiente; funge da barriera frangivento.
L’inquinamento acustico si può ridurre e attutire, agendo insieme. A livello europeo si devono adottare nuovi approcci, come già stanno decidendo di fare. A livello individuale si può ridurre il rumore alla fonte scegliendo un’auto ibrida e elettrica. A livello comunale si dovrebbe stendere asfalto fonoassorbente e fare una cosa che ha una molteplicità di vantaggi: piantare alberi.
[Foto di: Noukka Signe]
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