Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
Inquinamento atmosferico, più del 90% dei bambini respira aria tossica
Una boccata di veleno ad ogni respiro. È questo il bollettino impietoso rilasciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a un giorno dall’inizio della prima conferenza mondiale sull’inquinamento atmosferico. Nel rapporto “Air pollution and child health: prescribing clean air” si legge infatti come il 93 per cento dei ragazzi al di sotto dei 18 anni siano
Una boccata di veleno ad ogni respiro. È questo il bollettino impietoso rilasciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a un giorno dall’inizio della prima conferenza mondiale sull’inquinamento atmosferico. Nel rapporto “Air pollution and child health: prescribing clean air” si legge infatti come il 93 per cento dei ragazzi al di sotto dei 18 anni siano esposti a livelli di polveri sottili superiori ai livelli previsti dalle linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria. Di questi almeno 630 milioni di bambini al di sotto i 5 anni sono esposti a livelli di Pm-2,5 al di sopra degli standard di qualità dell’aria. La stessa organizzazione mondiale della sanità stima che nel 2016 siano morti 600mila bambini a causa di infezioni respiratorie acute causate dall’aria tossica.
Inquinamento dell’aria, respiriamo aria tossica
“L’inquinamento atmosferico sta avvelenando milioni di bambini e rovina le loro vite n questo è imperdonabile”, ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms in una nota rilasciata assieme al rapporto. “Ogni bambino dovrebbe essere in grado di respirare aria pulita in modo che possa crescere e realizzare il proprio potenziale”. Invece così non accade. Perché un veleno tossico e spesso intangibile si annida negli alveoli, nei tessuti, nel sangue, tanto da causare non solo infezioni spesso problematiche, ma veri e propri disturbi cognitivi.
Ad essere più colpite sono le aree più povere del pianeta e quelle in via di sviluppo: il Sud-Est asiatico dove il 99 per cento di tutti i bambini al di sotto dei 5 anni sono esposti a livelli pericolosi per la salute, o il Pacifico occidentale, dove ad essere colpiti è il 98 per cento dei bambini. Un problema legato in particolare al massiccio uso di legno e combustibili fossili per cucinare, riscaldare e illuminare e al fatto che neonati e bimbi più piccoli trascorrono la maggior parte del tempo al contatto col terreno, dove le concentrazioni di inquinanti sono maggiormente concentrate. Si calcola che ancora il 40 per cento della popolazione mondiale – di cui 1 miliardo di giovani sotto i 15 anni – utilizzi ancora tecnologie e combustibili fortemente inquinanti.
L’inquinamento atmosferico colpisce ovunque
Se nei paesi in via di sviluppo le principali cause sono lo scarso accesso all’energia e l’uso di tecnologie obsolete, nei paesi occidentali sono i consumi elevati ad essere tra i maggiori imputati: qui oltre la metà dei bambini più piccoli è esposta a livelli preoccupanti di particolato fine ed ultrafine. La maggior parte dovuto al traffico veicolare, alla produzione di energia da combustibili fossili e dal riscaldamento domestico.
Le stime degli impatti sulla salute aggiornate e calcolate dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), parlano di 422mila morti premature nel 2015 a causa del Pm-2,5, di cui 391mila nell’Europa a 28. Come segnalato dall’agenzia nel rapporto “Air quality in Europe”, le concentrazioni di particolato hanno continuato a superare i valori limite in vaste aree dell’Europa durante tutto il 2016: quasi un quinto delle stazioni in 19 dei 28 Stati membri hanno segnalato valori al di sopra della sogli di sicurezza. Ad eccezione di Islanda, Svizzera, Irlanda ed Estonia. Evidentemente qui l’aria è più salubre.
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