La medicina palliativa si prende cura dei pazienti che non possono più guarire. Deve essere rapida, efficace, in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. L’Hospice Cascina Brandezzata di Milano la pratica con un approccio integrato tra medicina accademica e complementare.
Ippocastano, proprietà terapeutiche dell’albero milleusi
Le parti di ippocastano usate in fitoterapia sono la corteccia dei rami, che si raccoglie in primavera, e i frutti che maturano in settembre-ottobre.
di Sonia Tarantola
Originario dell’Asia Minore e dei Balcani, l’ippocastano fu importato in Europa, dapprima nel XVI secolo a Vienna e poi nel 1615 a Parigi, poi si è esteso in colture nei viali, nei giardini e nelle piazze di molti paesi.
Ippocastano, rimedio naturale e omeopatico
La corteccia di ippocastano è usata come tonico per combattere la fragilità capillare. Gli estratti di ippocastano, infatti, aumentano il tono delle pareti venose per i fattori della vitamina P presenti nella pianta: sono largamente usati nella terapia di varici ed emorroidi. E non solo, anche contro le gambe pesanti, la cellulite e la couperose.
Decotti e cataplasmi di ippocastano
Si può preparare un decotto leggero con 10 grammi di semi, la scorza o meglio ancora entrambe e mescolare gli uni all’altra. Questa bevanda, anche se amara, è efficace contro le varici, le emorroidi e le flebiti.
Per uso esterno si preferisce preparare un forte decotto di 50 grammi di frutti o di corteccia in 1 litro d’acqua per bagni locali.
Con la farina delle castagne si possono fare cataplasmi efficaci contro le vene varicose, i geloni e le flebiti. Con le castagne torrefatte si può preparare un caffè che, unito al latte, è consigliato agli anemici e agli individui di debole costituzione.
Sconsigliato nell’insufficienza renale. Ad alte dosi, può causare nausea, vomito, gastralgie.
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L’Ospedale di Pisa propone l’oncologia integrata, ovvero l’omeopatia ai pazienti in terapia oncologica, per limitare gli effetti collaterali della chemioterapia. E ha messo a punto un’anestesia che si avvale di agopuntura e omeopatia al posto degli oppiacei.
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Ricerche in laboratorio hanno dimostrato che i vegetali, immuni dall’effetto placebo, se trattati con medicinali omeopatici reagiscono diventando più resistenti e più ricchi di sostanze nutraceutiche. Ce ne parla Lucietta Betti, già ricercatore confermato e docente di patologia vegetale e micologia.
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Si tratta del più importante studio farmaco-epidemiologico mai realizzato nel campo della medicina generale in Francia. Una ricerca indipendente durata 7 anni ha esaminato il decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero differenze significative tra chi si curava per le malattie più comuni andando da medici allopatici (quelli “convenzionali”) o da medici
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