Risparmio energetico

Efficienza energetica, un mercato da 221 miliardi di dollari

I prezzi bassi del petrolio non fermano l’efficienza energetica che cresce di anno in anno. È la Cina la “regina” dell’efficienza.

Migliora l’efficienza energetica dell’1,8 per cento rispetto al 2014, con investimenti pari a 221 miliardi di dollari. Un mercato in crescita, ma soprattutto con un potenziale enorme non pienamente sfruttato. Questo in sintesi quanto emerge dal rapporto Efficiency market report 2016 dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) presentato lo scorso 10 ottobre al 23° World energy congress di Istanbul, in Turchia, con cui l’agenzia scatta una fotografia dello stato dell’arte dell’efficienza energetica e alle politiche messe in atto per favorirne la sua diffusione a livello globale.

 

 

L’economia cresce senza far crescere la domanda energetica

Secondo l’analisi della Aie nell’ultimo anno sono stati fatti notevoli passi in avanti a livello globale. Nel 2015 l’intensità energetica – ovvero il rapporto tra Pil e consumo di energia – è migliorata dell’1,8 per cento rispetto all’anno precedente, una variazione pari a tre volte il tasso medio registrato tra 2003 e 2013. Una “buona notizia”, ha commentato con entusiasmo l’Aie, anche perché l’aumento dell’efficienza energetica è avvenuto nonostante, a partire da metà 2014, il prezzo del petrolio sia calato del 60 per cento. Resta comunque il problema che in termini di target di riduzione delle emissioni di CO2 per rispettare l’accordo di Parigi quell’1,8 per cento non è sufficiente, si dovrebbe invece arrivare al 2,6 per cento l’anno di miglioramento dell’intensità energetica.

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Variazione annua intensità energetica a livello globale. Fonte: Aie, Efficiency market report 2016

“Negli ultimi 15 anni, – si legge nel rapporto – le nostre economie sono cresciute, la popolazione è aumentata e l’uso dei veicoli pure. Se i livelli di efficienza non fossero migliorati, la domanda di energia nei paesi membri dell’Aie sarebbe salita del 12 per cento”. È evidente quindi che “l’economia globale ha bisogno di meno energia per crescere” e che il disallineamento tra sviluppo ed energia è possibile e, di fatto, sta già avvenendo in questi ultimi anni.

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Impatto efficienza energetica sulla domanda di energia. Fonte: Aie, Efficiency market report 2016

Crescono gli investimenti in efficienza

Anche gli investimenti in efficienza energetica stanno aumentando. L’agenzia ha stimato che, a livello globale, nel 2015 sono stati collocati in questo mercato 221 miliardi di dollari, in crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente. Una cifra di due terzi maggiore rispetto a quanto si è investito nella produzione di energia convenzionale e che, sulla base delle stime dell’Aie, è destinata a crescere ancora nei prossimi anni.

 

Efficienza energetica, la fonte di energia disponibile ovunque

“L’efficienza energetica è una risorsa che tutti i paesi possiedono in abbondanza” ha affermato il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol. Ed è per questo che l’Aie ritiene che “i singoli paesi non possano sfruttare appieno il potenziale dell’efficienza energetica senza la politica. Negli ultimi 15 anni, i miglioramenti in efficienza sono cresciuti grazie all’introduzione di politiche ben progettate e altrettanto realizzate”. Nel 2015, gli standard di efficienza hanno riguardato il 30 per cento della domanda finale di energia a livello globale, in crescita rispetto a quell’11 per cento registrato nel 2000. Ma, secondo l’Aie, si può fare di più, lavorando su quel 70 per cento di consumo energetico globale non ancora assoggetto a standard di efficienza. Una quota enorme di energia che oggi va sprecata e da cui si rinuncia a trarre il massimo in termini economici.

 

Efficienza energetica la miglior alleata del clima

Solo nel 2015, l’ottimizzazione di impianti, veicoli etc. ha permesso di lasciare sotto terra 870 milioni di barili di petrolio, 205 milioni di tonnellate di carbone e 224 miliardi di metri cubi di gas naturale. Questo mancato consumo di combustibili fossili ha ridotto di 1,5 gigatonnellate le emissioni di gas a effetto serra, ossia il 13 per cento del totale di CO2 prodotta dalla combustione dei carburanti nel 2015. Un ruolo fondamentale e da non sottovalutare per fermare il cambiamento climatico e diminuire l’inquinamento atmosferico. Certo, se si vuole raggiungere quel 2,6 per cento necessario a mettere il mondo su una strada sostenibile verso un sistema energetico decarbonizzato, il lavoro da fare rimane ancora tanto.

Hong Kong, China. Fonte: Ingimage
Hong Kong, China. Fonte: Ingimage

I record della Cina

In Cina nel 2015 l’intensità energetica è migliorata del 5,6 per cento rispetto al 2014, un salto in avanti rispetto al miglioramento medio del 3,1 per cento ottenuto nel corso dell’ultimo decennio e si conquista così il podio dei paesi con il miglior livello di efficienza energetica.

Lo scorso anno la domanda di energia primaria in Cina è cresciuta solo dello 0,9 per cento, il tasso più basso dal 1997, a fronte di una crescita economica del 6,9 per cento. Valori che hanno consentito al paese asiatico di evitare il consumo di 350 milioni di tonnellate di carbone solo nel 2014. Efficienza e rinnovabili sono ora il binomio vincente della Cina.

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