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“Leggere”, negli scatti di Steve McCurry immortalato l’amore per la lettura a ogni latitudine
A Modena una mostra fotografica di Steve McCurry ci porta in giro per il mondo a spiare uomini e donne nell’atto intimo di leggere. Una passione universale in 40 anni di scatti del fotografo statunitense.
Sant’Agostino diceva: “Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”; detto così, leggere, sembra essere un’attività indispensabile, capace di rendere la nostra vita migliore. La mostra degli scatti di Steve McCurry a Modena racconta attraverso la fotografia, il piacere necessario della lettura a ogni latitudine e in qualsiasi condizione. Per chi già lo sa o vuole farsi convincere, dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 alle Gallerie Estensi di Modena.
Leggere in ogni angolo del mondo, la mostra di McCurry a Modena
Sono 70 gli scatti di McCurry esposti nella Sala mostre delle Gallerie Estensi di Modena che tracceranno un ideale tragitto nel mondo grazie alla passione per un gesto semplice ma allo stesso tempo grande, leggere. Le foto del fotografo americano infatti ritraggono persone di ogni parte del globo, assorte in quest’atto intimo. Ancora una volta quindi McCurry sfrutta la sua capacità di narrazione attraverso l’introspezione fotografica delle persone e dei loro stati d’animo per parlare di qualcosa che ci accomuna. Al di là dei confini, dei credo e delle situazioni sociali per chiunque e dovunque c’è un momento per la lettura. Vi troverete quindi davanti agli scenari più vari: dai luoghi di preghiera in Turchia, alle strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan a Cuba, dall’Africa agli Stati Uniti. Sono comunque tutte immagini che documentano momenti di quiete durante i quali le persone si immergono nei libri, nei giornali, nelle riviste. Giovani o anziani, ricchi o poveri, religiosi o laici. Tutti uguali davanti a un libro da sfogliare e in cui perdersi.
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Dunque, affascinante la poetica più ancora dello scatto in sé, che restituisce valore e potenza a un gesto che ultimamente, e specie in alcune porzioni di mondo, sembra non essere più considerato importante e vitale quale è. Per non dimenticarlo e per esplicitare ancor meglio ciò che c’è dietro questa mostra, le fotografie sono accompagnate da una serie di brani letterari scelti da Roberto Cotroneo, quasi a invitare lo spettatore a diventare lettore. A completare l’allestimento e renderlo quindi multidisciplinare, ci sono sei video con i consigli di McCurry sull’arte di fotografare.
Chi è Steve McCurry
Steve McCurry è un fotografo americano nato a Filadelfia nel 1950, forse il più noto ai giorni nostri. La sua carriera si racconta parta idealmente da un viaggio in India e dagli scatti realizzati poi al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan ai tempi dell’invasione russa. Lavoro che gli valse uno dei premi più prestigiosi per la fotografia giornalistica. McCurry è nato quindi come fotografo di guerra, raccontò per primo conflitti di cui nessuno o quasi parlava e lo fece con la crudezza delle immagini. Forse anche per questi gloriosi inizi, oggi, non gli viene perdonato nulla: spesso è criticato infatti per l’utilizzo smodato del fotoritocco, più volete smascherato da altri colleghi ed è difficile pensare ancora a lui come a quel fotografo che portò con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti per scampare ai controlli di confine. Ma forse sono solo altri tempi. In lui rimane di certo una capacità narrativa notevole in un’arte, la fotografia, che forse non è mai la realtà, ma solo una sua versione.
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