
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Il Gruppo Fca e Snam collaborano per dare slancio al metano da autotrazione. L’obiettivo è raddoppiare le stazioni di servizio e triplicare le auto bifuel in circolazione, abbattendo le emissioni.
Accade spesso che l’attrattiva esercitata da uno splendido orizzonte induca a perdere di vista quanto di buono già ci circonda. Anche nel settore della mobilità sostenibile. Prova ne è il fascino della trazione elettrica, futuro del trasporto tanto delle persone quanto delle cose, in grado di offuscare altre soluzioni efficaci ed ecologiche, oltretutto immediatamente disponibili. Come il metano. Un’alternativa concreta diesel e benzina che, grazie all’impegno congiunto del Gruppo Fca (Fiat Chrysler Automobiles) e di Snam, nei prossimi cinque anni promette di divenire più accessibile.
Il metano è più pulito. Da subito. Il gas naturale è infatti una risorsa immediatamente fruibile, garante di emissioni molto contenute. Dal 2010 a oggi il mercato è cresciuto di quasi il 39 per cento, passando da 700mila a oltre un milione di veicoli, sebbene negli ultimi anni il trend abbia registrato un lieve rallentamento, complice l’annoso problema della distribuzione, inferiore alle potenzialità e alle richieste della mobilità italiana. Ora questa smagliatura potrebbe essere sanata nell’arco di pochi anni, dato che la Snam (Società nazionale metanodotti), holding che progetta, realizza e gestisce le infrastrutture per il trasporto del gas, investirà oltre 150 milioni di euro con l’obiettivo di portare da 700 a 1.800 le stazioni di rifornimento. Un traguardo ambizioso in vista del quale ricoprirà un ruolo decisivo la partnership con il Gruppo Fca, cui fanno capo i brand Fiat, Alfa Romeo, Maserati, Lancia, Abarth, Jeep, Chrysler, Dodge e Ram.
La trazione elettrica è il futuro prossimo. Il metano rappresenta invece il presente, specie nella variante del biometano, vera e propria fonte rinnovabile in quanto prodotto dagli scarti agricoli o di depurazione delle acque reflue. Perché tale soluzione diventi di ampia, anzi ampissima diffusione, è però necessario che allo sviluppo della distribuzione si affianchi un’offerta di veicoli tanto variegata e conveniente da sostenere gli investimenti dei gestori della rete. E qui entra in gioco il Gruppo Fca che, ad oggi, vanta ben dodici modelli bifuel che spaziano dalla Fiat Panda, la city car più venduta in Italia, alla Fiat Doblò, una multispazio adatta anche alle esigenze di carico degli sportivi, dalla modaiola Lancia Ypsilon, amata dal pubblico femminile, sino ai mezzi commerciali come il Fiorino e il Ducato, votati al trasporto delle merci.
Con oltre 720mila veicoli a metano venduti dal 1997 a oggi e dodici modelli a listino, il Gruppo Fca è il costruttore europeo con la più ampia gamma di mezzi a gas naturale. La prima vettura bifuel prodotta dalla Fiat è stata la Marea 1.6 16V Bipower, introdotta sul mercato ben vent’anni fa. Da allora la tecnologia ha compiuto passi da gigante, garantendo massima sicurezza – tanto che le auto alimentate a metano possono essere parcheggiate ovunque, anche nei silos sotterranei – e praticità, dato che i veicoli progettati sin dall’origine per la doppia alimentazione non impongono alcun sacrificio a livello di abitabilità e capacità di carico. Oggi Fca si pone l’obiettivo di dare nuovo slancio alla domanda di mezzi a metano garantendo vantaggi all’acquisto sino a 5.000 euro che, optando per un finanziamento, crescono a 6.000 euro. Un’iniziativa forte, nel solco dell’obiettivo condiviso con Snam di portare entro il 2025 a oltre 2,5 milioni i mezzi a gas circolanti sulle nostre strade.
L’Italia è tra i paesi europei con il maggior numero di veicoli a metano, pari al 2,5 per cento del parco circolante. Un comparto che coinvolge 20mila operatori e il cui valore è quantificabile in 1,7 miliardi di euro. Il gas naturale, del resto, è un carburante economico, dato che costa mediamente 0,970 euro al chilogrammo (fonte Assogasmetano, dati di aprile 2017) contro gli 1,55 euro al litro della benzina e gli 1,45 euro al litro del gasolio. Tradotto in pratica, a parità di chilometri percorsi, l’utilizzo del metano consente di risparmiare fino al 65 per cento rispetto alla benzina, sino al 45 per cento se paragonato al gasolio e fino al 30 per cento nei confronti del Gpl. Non meno importante, il metano genera il 23 per cento in meno di CO2 rispetto alla benzina, è esente da particolato (PM10) e vanta concentrazioni di ossidi di azoto (NOx) inferiori del 72 per cento alla benzina e del 95 per cento al gasolio. Il metano conviene tanto al portafogli quanto all’ambiente.
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