Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Mia amata immortale. Lettere d’amore romantiche di poeti, autori e grandi uomini
Una piccola scelta delle frasi contenute nelle lettere d’amore di Mozart, Beethoven, Stendhal, Leopardi, Verdi, Joyce, Kafka, Sartre.
Cyrano de Bergerac, 1649
Vi lagnate di aver riconosciuto in me i segni della passione fin dal primo incontro; ma che motivo avete di lamentarvi di una cosa che né voi né io possiamo ostacolare? È fondamentale che i raggi della vostra bellezza illuminino gli oggetti, com’è naturale per il mio corpo riflettere verso voi la luce con cui mi inondate. E perché la potenza del fuoco dei vostri occhi può incendiare una materia infiammabile, il mio cuore non potrà che esserne consumato!
L’amore di Saint-Preux a Julie d’Etange, 1760
Che hai mai fatto, ahi!, che hai mai fatto, mia Julie! Volevi ricompensarmi e mi hai rovinato. Sono ebbro, o meglio insensato. I miei sensi sono alterati, tutte le mie facoltà sconvolte da quel bacio mortale. Volevi alleviare i miei mali? Crudele, li inasprisci. Sulle tue labbra ho colto veleno; ora fermenta, mi infiamma il sangue, mi uccide e la tua pietà mi fa morire.
O immortale ricordo di quell’istante di illusione, delirio ed estasi!
La lettera romantica di Wolfgang Amadeus Mozart a Constanze Weber, 1785
Oh se avessi una tua lettera già! Se ti raccontassi tutto quello che faccio con il tuo ritratto, certo ti metteresti a ridere. Per esempio, quando lo tiro fuori dalla custodia dico “Buon giorno piccola Constanze, buongiorno birichina, micetta, nasino a punta, bagatella” e quando lo ripongo lo faccio scivolare piano e dico “Be’, be’ be’ be’” ma con l’espressione speciale che questa parola così significativa esige. E alla fine, in fretta, “Buonanotte topolino, dormi bene!”. Credo proprio di aver scritto delle stupidaggini, per gli altri almeno, ma per noi che ci amiamo tanto non è affatto stupido. Sono sei giorni che sono lontano e mi sembra già un anno. Ti bacio milioni di volte tenerissimamente e sono il tuo sposo che ti ama sempre teneramente.
Eternamente mio, eternamente tua, eternamente nostri; la lettera all’amata di Ludwig van Beethoven, Teplitz, 7 luglio 1812
Anche a letto i miei pensieri corrono a te, mia amata immortale, lieti talvolta, poi di nuovo tristi, in attesa di sapere se il destino ci esaudirà. Per affrontare la vita, io debbo vivere esclusivamente con te oppure non vederti mai. Sì, ho deciso di errare andando lontano, fino a quando potrò volare fra le tue braccia, dirmi davvero a casa mia da te e, circondato dalle tue braccia, lasciare che la mia anima sia trasportata nel regno degli spiriti beati…
Sii calma, soltanto considerando con calma la nostra esistenza possiamo raggiungere il nostro scopo che è di vivere assieme – Sii calma – amami – Oggi – ieri – che struggente desiderio, fino alle lacrime, di te – di te – te – vita mia – mio tutto – addio – Oh, continua, continua ad amarmi – non disconoscere mai il fedelissimo cuore del tuo amato.
Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente uno dell’altro
Stendhal a Clémentine Curial, 1826
Quando ti vedo per tre giorni di seguito, angelo mio, mi sembra di amarti ancora di più, se possibile. Perché siamo più intimi e dopo tre giorni di intimità ciascuno ha abbandonato i sospetti e non desidera che amare ed essere felice. Come sono stato felice mercoledì! Segno questo giorno, perché Dio sa quando oserò inviarti questa lettera. La scrivo per sfogarmi. Oggi ti amo talmente, ti sono così legato, che ho bisogno di scriverlo. Se trascorressimo otto giorni insieme e i nostri cuori battessero sempre con lo stesso ardore, credo che finiremmo per non separarci più.
La lettera d’amore di Giacomo Leopardi a Fanny Targioni Tozzetti, Roma, 5 dicembre 1831
Cara Fanny. Non vi ho scritto fin qui per non darvi noia, sapendo quanto siete occupata: Ma in fine io non vorrei che il silenzio paresse dimenticanza, benché forse sappiate che il dimenticar voi non è facile. Mi pare che mi diceste un giorno, che spesso ai vostri amici migliori non rispondevate, agli altri sì, perché di quelli eravate sicura che non si offenderebbero, come gli altri, del vostro silenzio. Fatemi tanto onore di trattarmi come uno de’ vostri migliori amici; e se siete molto occupata, e se lo scrivere vi affatica, non mi rispondete…
Delle nuove da me non credo che vi aspettiate. Sapete ch’io abbomino la politica… I miei amici si scandalizzano; ed essi hanno ragione di cercar gloria e di beneficare gli uomini. Ma io che non presumo di beneficare, e che non aspiro alla gloria, non ho torto di passare la mia giornata disteso su un sofà,senza battere una palpebra. E trovo molto ragionevole l’usanza dei Turchi e degli altri Orientali, che si contentano di sedere sulle loro gambe tutto il giorno, e guardare stupidamente in viso questa ridicola esistenza.
Ma io ho ben torto di scrivere queste cose a voi, che siete bella, e privilegiata dalla natura a risplendere nella vita.
Giuseppe Verdi a Emilia Morosini, 1842
Da mano gentilissima ho ricevuto la sua gentilissima né quella gentilissima sapeva che mi scriveva una mano pure gentilissima. Una battuta d’aspetto e una corona a tutti questi ‘gentilissima’, perché non so più come andare avanti.
Lei crederà che io sia di buon umore: nò nò, sono arrabbiato, stralunato, con una faccia lunga due braccia, ho il diavolo addosso, né so il perché. Sarà perché sono lontano da Milano. Oh Milano! Milano!…
Io sono sempre tenero, appassionato, ardente, mezzo morto per lei.
Le frasi d’amore di James Joyce a Nora Barnacle, 22 agosto 1909
C’è una lettera che non oso essere il primo a scrivere ma che pure spero ogni giorno che mi scriverai. Una lettera solo per i miei occhi. Forse me la scriverai e placherà il mio desiderio.
Che cosa può separarci ora? Abbiamo sofferto e siamo stati messi alla prova. Ogni velo di vergogna e diffidenza sembra essersi dissolto tra noi. Non vedremo negli occhil’uno dell’altra le ore e ore di felicità che ci attendono?
Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo. Ti ricordi i tre aggettivi che ho usato nel mio libro parlando del tuo corpo? Sono “musicale e strano e profumato”.
La gelosia non è ancora del tutto spenta. Il tuo amore per me dev’essere feroce e violento…
La bellissima lettera d’amore per lui di Sibilla Aleramo a Dino Campana, 6 agosto 1916
I nostri corpi su le zolle dure, le spighe che frusciano sopra la fronte, mentre le stelle incupiscono il cielo. Non ho saputo che abbracciarti. Tu che m’avevi portata così lontano. Oh tu non hai bisogno di me! È vero che vuoi ch’io ritorni? Come una bambina di dieci anni. È vero che mi aspetti? Rivedere la luce d’oro che ti ride sul volto. Tacere insieme, tanto, stesi al sole d’autunno. Ho paura di morire prima! Dino, Dino, ti amo! Ho visto i miei occhi stamane, c’è tutto il cupo bagliore del miracolo. Non so, ho paura. È vero che mi hai detto ‘amore’? Non hai bisogno di me. Eppure la gioia è così forte. Son tua. . Sono felice, tremo per te ma di me son sicura.E poi non è vero, son sicura anche di te, vivremo, siamo belli. Dimmi. Io non posso più dormire,ma tu hai la mia sciarpa azzurra, ti aiuta a portare i tuoi sogni? Scrivimi!
Le frasi di Franz Kafka a Milena Jesenska, Aprile 1920
Voler afferrare ciò in un una notte per magia, in fretta, col respiro grosso, ossessionato, senza via d’uscita, voler afferrare per magia ciò che ogni giornata concede agli occhi aperti! Perciò appunto sono tanto grato (a te e a tutto) e così è quindi naturale che accanto te sono sommamente tranquillo e sommamente inquieto, sommamente schiavo e sommamente libero, per la qual ragione, dopo questa intuizione, ho anche rinunciato a tutto il resto della vita. Guardami negli occhi!
Le frasi d’amore di Jean-Paul Sartre a Simone de Beavoir, Ottobre 1939
Se ci fosse stato bisogno di sentire sino a che punto siamo uniti, questa guerra fantasma avrebbe avuto almeno questo di buono, che lo ha fatto sentire. Ma non era necessario. Tuttavia essa dà una risposta alla domanda che vi tormentava: amore mio, voi non siete “una cosa della mia vita” – sia pure la più importante – perché la mia vita non è più mia, non la rimpiango nemmeno e voi siete sempre me. Voi siete molto di più, siete voi che mi permettete di immaginare qualsiasi avvenire in qualsiasi vita.
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