A Milano oltre 100 scatti ripercorrono la collaborazione tra Medici senza frontiere e l’agenzia Magnum, testimoni dei più gravi conflitti e fatti nel mondo.
Milano anni ’60, una mostra fotografica memorabile racconta un decennio cult per la città
Un viaggio nel tempo da non mancare a Palazzo Morando di Milano che ci fa rivivere un’epoca di grandi cambiamenti grazie a foto, documenti e ricordi. Tra vanti e stragi, un colpo al cuore.
È davvero imperdibile la nuova mostra allestita a Palazzo Morando di Milano: Milano anni ’60. Storia di un decennio irripetibile ha infatti il grande merito di farci ricordare cosa siamo stati in grado di fare, nel bene e nel male. La città si trasformò, assunse il volto e l’importanza che ancora oggi riveste nel Paese tutto, e nell’Europa. Ma con il boom del design, della moda, delle arti e dell’edilizia, si risvegliarono anche i pareri e le violenze contro questa “nuova modernità”, questo sviluppo. A 50 anni dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, visitare quest’esposizione significa non dimenticare e riflettere. Potete farlo fino al 9 febbraio.
Milano cambia e si trasforma: un decennio irripetibile
Non è una mostra autocelebrativa, e nemmeno un banale revival di ciò che di bello c’è stato. Milano anni ’60. Storia di un decennio irripetibile è un viaggio storico, culturale e sociale ben fatto e documentato grazie a foto in bianco e nero, documenti, riviste e oggetti di design e arredamento che ripercorrono i grandi cambiamenti avvenuti negli anni seguti al boom del dopoguerra. Il sentimento prevalente che forse si prova visitando le sale di Palazzo Morando è lo stupore. Lo si sente davanti alle immagini che documentano i lavori per la linea metropolitana in piazza Duomo o San Babila o ammirando quelle che immortalano i più grandi del jazz internazionale nei club milanesi o, ancora, rimaniamo a bocca aperta guardando la scena di un treno che arrivava dal sud alla Stazione Centrale di Milano.
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Come eravamo diversi, quanta strada è stata fatta e quanto ne siamo stati fieri e orgogliosi. Nostalgia ma forse soprattutto la consapevolezza dell’immensa capacità che si è saputa esprimere in ogni campo trasformandola in eccellenza. Milano diviene in poco tempo un polo atrattivo: tutti arrivano qui, da molte altre regioni d’Italia, e tutti trovano lavoro, hanno una casa, e si realizzano. Oggi accade meno frequentemente, anche qui nella più moderna ed europea delle città italiane.
12 dicembre 1969: 50 anni fa la strage di piazza Fontana
Ma gli anni Sessanta furono anche anni di contestazioni, scioperi e di stragi. Una, sicuramente indimenticabile. Qualcuno disse che con la strage di piazza Fontana finì l’età dell’innocenza: iniziò la strategia della tensione, gli anni bui che per molto tempo avrebbero modificato non solo la politica italiana ma anche le vite dei semplici cittadini. In mostra, la sala dedicata alle immagini della Banca dell’agricoltura distrutta dopo la bomba, sono un luogo a sè rispetto al resto dell’esposizione: si entra attraversando una tenda nera, un gesto semplice ma simbolico per farci capire che dopo quel giorno tutto sarebbe cambiato. Le pareti sono scure e le foto, come sempre in bianco e nero. La strage è tutta nello scatto che mostra la voragine dopo lo scoppio o i cappelli a terra dei morti e dei feriti. E dopo i morti, le macerie e i feriti, il dolore e il silenzio: “Milano s’inchina alle vittime innocenti e prega pace” recita il cartello sul portone del Duomo durante i funerali delle 17 vittime. Chi c’era racconta di migliaia di persone, per lungo tempo basite e attonite, ferite a morte dal dolore. E gli scatti lo comunicano con estrama efficacia: raccontano di una città unita, forse spaventata, ma coesa. A 50 anni da allora, una bella testimonianza.
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Perché visitare Milano anni ’60
Chi ama Milano, chi la critica, chi ne parla senza conoscerla, il milanese e “l’ospite”, tutti dovrebbero vedere questa mostra. Forse, per alcuni aspetti, è una mostra fin troppo milanese, che racconta molto della città, dei suoi luoghi, delle sue atmosfere – dai quartieri popolari alla nebbia che tutto avvolgeva – ma, senza peccare di presunzione, è anche vero che i grandi mutamenti che contraddistinsero gli anni Sessanta, giunsero prima qui che altrove, dunque è il caso di rendergli merito. Godetevi questo viaggio nel tempo, tra nostalgia, vanto e dolore e se non li avete vissuti, pensate a come sarebbe stato bello vivere a Milano negli anni Sessanta.
La mostra è aperta sino al 9 febbraio 2020, tutti i giorni, tranne il lunedì dalle 10:00 alle 20:00, giovedì sino alle 22:30. Il biglietto costa 12 euro. Bellissimo il catalogo, in vendita a 37 euro, così come quelli delle passate mostre, idee regalo perfette per Natale. Ogni sabato e domenica, alle 11:30, 15:00, 16:30 sono organizzate visite guidate per massimo 25 persone, al costo di 5 euro per persona oltre al biglietto della mostra. Ultima opportunità, quella di partecipare alle conferenze sabato 30 novembre alle 15:00 e domenica 1 dicembre alle 11:00.
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