I lavori da fare e le semine dell’orto di luglio. Cosa seminare, come preparare il terreno per i mesi a venire e cosa si può raccogliere.
Milano, come accedere agli orti disponibili in città
Milano rappresenta uno dei maggiori esempi italiani della coltivazione di orti in città. Strumenti fondamentali per mitigare l’urbanizzazione e accorciare la filiera dei prodotti di stagione.
L’avvento degli orti urbani in città è cominciato in Germania e nei Paesi Bassi nel secondo dopoguerra per proseguire nel decennio successivo nelle aree periferiche delle principali città degli Stati Uniti, prima fra tutti quella di San Francisco. È alla fine degli anni Ottanta che il fenomeno della costruzione di piccole isole agricole urbane gestite da associazioni, enti e cittadini volontari, è divenuto una realtà anche in Italia.
La città d’orti di Milano
In particolare, il comune di Milano rappresenta uno dei maggiori esempi italiani della coltivazione orticola vicino a casa propria. Grazie alle aree del Parco agricolo Sud Milano, il parco agricolo più grande d’Europa e più fertile al mondo, e del Parco Nord Milano, il capoluogo lombardo registra 87 spazi della città adibiti a orti urbano (open data del comune di Milano, 2013). Tale bisogno, e perciò risultato, compensa l’elevata pressione dell’uomo nell’uso di risorse disponibili, a partire dal suolo, ormai considerata insostenibile.
L’accesso agli spazi verdi pubblici
Il protocollo d’intesa tra Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, e Italia Nostra, l’associazione per la salvaguardia e la conservazione dell’ambiente e del territorio italiano, siglato nel 2008 e confermato quest’anno, segna il passaggio alle amministrazioni locali sensibili al tema della concessione di proprie aree verdi per la creazione di orti condivisi. Lo scopo è prevenire e ridurre l’inquinamento atmosferico nel rispetto degli impegni del Protocollo di Kyoto e favorire il trasferimento di conoscenze tra comuni sul come assegnare aree pubbliche all’uso dei propri cittadini e la diffusione di iniziative volte alla valorizzazione nonché riqualificazione degli orti urbani.
Il contributo del comune di Milano e la procedura di assegnazione
Il progetto Orti Urbani, da una parte, e numerose iniziative cittadine dal basso, dall’altra, hanno innescato l’interesse della giunta che, a partire dal 2015, ha deliberato la riduzione delle tariffe annuali, l’abolizione del deposito cauzionale, l’allungamento dei tempi di concessione nonché introdotto priorità nelle assegnazioni alle persone con basso reddito o appartenenti a categorie socialmente deboli (disabili, anziani e disoccupati). Inoltre oggi i privati possono firmare una convenzione con il comune al fine di concedere i propri spazi per la realizzazione di orti urbani.
Milano assegna le proprie aree libere mediante bandi di zona al quale i cittadini possono fare richiesta su base volontaria. Una volta assegnato il lotto, il comune concede a titolo gratuito il suo utilizzo fino ad un massimo di nove anni, rinnovabili per altri tre, dietro pagamento di un canone annuo pari a 300 euro.
ColtivaMi e Giardini Condivisi sono due dei progetti municipali in corso che promuovono la pratica dell’orto cittadino. Mentre ColtivaMi assegna gli spazi di proprietà comunale, Giardini Condivisi riqualifica a verde aree comunali degradate e attualmente inutilizzate grazie alla partecipazione delle associazioni di quartiere.
La sfida dell’orto sul territorio cittadino nazionale
Coltivare gli orti in città diviene perciò l’opportunità di mitigare gli impatti dell’urbanizzazione e di accorciare e popolare la filiera dei prodotti stagionali naturali. L’orto urbano soddisfa anche il bisogno di confronto e scambio di conoscenze nonché di aggregazione multietnica. Tale opportunità e bisogno attiva, in ultimo, trasformazioni sociali quali la partecipazione collettiva, l’accesso al cibo, le abitudini di vita e di lavoro. Perciò l’orto rappresenta un elemento fondante di virtuosismo verso la metropoli agricola e l’economia circolare.
Da oggi la buona pratica degli orti urbani trova il suo acceleratore in un nuovo progetto chiamato Città d’Orti. Frutto del lavoro di LifeGate, SlowFood e Comart, Città d’Orti ha l’obiettivo di abbracciare il consenso delle aziende e facilitare il processo di accesso, generazione, formazione e mantenimento dell’orto cittadino per i suoi maggiori fruitori, i cittadini riuniti. Ciò per testimoniare e stimolare il senso di cittadinanza attiva, la consapevolezza di ciò che scegliamo sulle nostre tavole ed il legame tra uomo, natura e quindi agricoltura.
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A dirlo è una ricerca inglese che ha indagato il potenziale inespresso degli orti urbani utilizzando come caso studio la città di Sheffield.
Il cavolfiore, nome scientifico brassica oleracea var. botrytis, fa parte della famiglia delle crucifere o brassicacee. Si associa bene con pomodoro, sedano, salvia, rosmarino, issopo, timo, menta e assenzio che scacciano la cavolaia e con l’insalata da taglio e lo spinacio che esercitano un’azione repellente nei confronti della pulce da terra. Da evitare l’associazione con