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C’è un sottile filo rosso che collega il Canton Vallese a Parigi. Un filo rosso che viaggia su quattro ruote, è dotato di un motore elettrico e non ha bisogno di conducente. La regione svizzera e la capitale francese sono infatti tra le prime realtà al mondo ad affidarsi a dei minibus a guida autonoma
C’è un sottile filo rosso che collega il Canton Vallese a Parigi. Un filo rosso che viaggia su quattro ruote, è dotato di un motore elettrico e non ha bisogno di conducente. La regione svizzera e la capitale francese sono infatti tra le prime realtà al mondo ad affidarsi a dei minibus a guida autonoma per soddisfare le esigenze di mobilità urbana. Una soluzione dettata sia dal rafforzarsi della coscienza ecologica delle pubbliche amministrazioni, sia dalla necessità di contenere i costi dei servizi.
La guida autonoma come soluzione per ridurre il congestionamento del traffico e incrementare la sicurezza stradale non è una novità. Costituisce invece un’inedita interpretazione di questa tecnologia la rinuncia al conducente quale prassi per limitare i costi del trasporto. In Svizzera, ad esempio, l’idea del veicolo che si muove senza autista è stata accolta come una risorsa per le zone a bassa antropizzazione o scomode da raggiungere, nelle quali l’istituzione di un servizio di linea tradizionale avrebbe comportato spese elevate. A Sion, nel Canton Vallese, la società di trasporto pubblico CarPostal, le amministrazioni locali e il Politecnico di Losanna si sono così consorziati per promuovere la sperimentazione di un veicolo navetta a guida autonoma che compia un percorso interno al centro storico, sinora scarsamente servito dai mezzi pubblici.
Il progetto, denominato SmartShuttle, prevede la circolazione di alcuni minibus elettrici privi di conducente in grado di trasportare sino a 15 persone (11 sedute e 4 in piedi) a una velocità massima inizialmente limitata a 20 km/h, in futuro destinata a raggiungere i 45 km/h. Tali navette, prodotte dalla francese Navya e prive di qualsivoglia comando tradizionale, sono destinate a restare in servizio per un periodo minimo di due anni, così da fornire un feedback attendibile sull’efficacia del servizio. Se l’esperienza dovesse risultare positiva, il Canton Vallese conta d’introdurre una piccola flotta di veicoli senza autista, destinata a integrare e potenziare l’odierna rete di trasporto pubblico.
Sion chiama, Parigi risponde: dai primi di ottobre circola in alcune aree della metropoli francese la medesima navetta sperimentata in Svizzera. Un veicolo sviluppato in Francia, ma dotato di un “cuore” italiano, dato che il motore elettrico viene fornito dalla ditta Benevelli di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia. Accreditato di un’autonomia di 8 ore, il Navya Arma, questo il nome del minibus a ridotte emissioni, sfrutta un sistema di guida autonoma in grado d’individuare gli ostacoli lungo il percorso e promette di ridurre l’inquinamento sia atmosferico sia acustico delle zone più congestionate della capitale transalpina. I primi sei esemplari sono stati per ora messi alla prova in aree private quali aeroporti, cliniche ospedaliere, siti industriali, campus universitari e parchi divertimento, non essendo ancora entrata in vigore una normativa europea che ne consenta la libera circolazione. L’obiettivo dell’amministrazione parigina è farsi trovare pronta quando il legislatore comunitario colmerà – finalmente – tale vuoto, così da introdurre una flotta di mezzi autonomi nel centro storico della Ville Lumière.
La navetta elettrica e autonoma Navya Arma promette risparmi operativi nell’ordine del 40 per cento rispetto ai mezzi tradizionali, permettendo di recuperare in tempi relativamente brevi l’investimento iniziale quantificabile in 160.000 euro a esemplare. Si prevede che in Europa, nel 2025, circoleranno oltre 10.000 veicoli di questo tipo, adibiti al trasporto delle persone. L’ambiente, e la qualità di vita, ringraziano.
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