Momenti da non sprecare. La lotta allo spreco alimentare si impara già a scuola
Il kit didattico usato dagli alunni in classe. Foto Luigi Zanni/LifeGate
Due scuole, due classi. Due città differenti e lo stesso tema: lo spreco alimentare. I suoi impatti, le buone pratiche per ridurlo, a scuola e in famiglia. Ecco come è stato vissuto Momenti da non sprecare nelle scuole primarie a Milano e Ancona.
Il kit didattico usato dagli alunni in classe. Foto Luigi Zanni/LifeGate
La scuola è un ancora oggi un ambiente magico. È lo specchio della società odierna, una finestra sul futuro che ci dà un’idea di come saremo tra 10 o 20 anni. Lo si percepisce perché sembra una culla, dove i piccoli si formano per diventare gli adulti di domani. È a questa età, in particolare durante la scuola primaria, che le loro potenzialità sono ancora infinite, uniche. Certo, ogni bambino, ogni alunno ha la propria storia, la propria predisposizione, il proprio carattere. Ed è proprio in quest’ottica che progetti educativi che toccano temi quanto mai attuali, come lo spreco alimentare, possono trovare terreno fertile. Così è nato Momenti da non sprecare di Whirlpool, in collaborazione con La Fabbrica, dedicato all’educazione alimentare e indirizzato alle scuole primarie di Lombardia e Marche.
A Milano, Momenti da non sprecare tra esperimenti scientifici e modellini
A Milano la giornata è uggiosa, nonostante sia primavera inoltrata. Il quartiere è Gallaratese. Qui sorge la scuola primaria Alex Visconti, dell’Istituto Comprensivo Borsi, che ospita gli alunni della 3° A. In queste aule, grazie anche a progetti come Momenti da non sprecare, la “didattica si spezza” e i “bambini mostrano una grande curiosità per ciò che è nuovo”, racconta la maestra Vilma Campesato, che segue gli alunni fin dalla prima classe. “Nei tre anni di frequenza scolastica, questi alunni sono migliorati nella disponibilità ad assaggiare, hanno portato proposte per i menù, riescono a cucinare con i genitori a casa, accettano volentieri la frutta a merenda”, spiega la maestra. Con l’album La mia cucina antispreco, gli alunni hanno avuto diversi stimoli, sulla spesa intelligente e consapevole, sul corretto utilizzo degli elettrodomestici, sulla conservazione degli alimenti. “Parlare di consumo responsabile in classe è molto utile, soprattutto ponendo l’attenzione su come si acquistano e come si conservano gli ingredienti utili per una ricetta”, continua la maestra. “È da qui che parte la lotta allo spreco alimentare”.
Attività come queste, capaci di mescolare diversi ingredienti quali regole, tecnologie e scienza, sembrano essere il giusto mix per la ricetta perfetta: attenzione dei bambini e favorire la partecipazione. “La scuola deve dare conoscenza, esperienza e corrette abitudini. I buoni comportamenti che si apprendono e si consolidano nella scuola primaria creano la base per la vita di ciascun bambino e delle loro famiglie, presenti e future”. Un impatto positivo, dimostrato anche dall’impegno nella realizzazione del progetto per la partecipazione al concorso Talent Kitchen – storie di cucine che non sprecano: ogni alunno dà il proprio contributo, sia esso creativo o manuale. E spesso i lavori sono piccoli gioielli di originalità, dove una cosa è ben chiara: la tecnologia è già parte integrante della vita dei ragazzi. Ma Momenti da non sprecare racconta anche un’altra realtà: quella della collaborazione tra pubblico e privato, dove aziende attive sul territorio mettono a disposizione risorse e materiali per stimolare attività che vanno al di là del quotidiano “leggere e far di conto”. “La collaborazione tra la scuola e i progetti educativi offerti dalle aziende è importantissima, perché ciascuna dà contributi provenienti dall’esperienza specifica della società e integra la teoria con esperimenti o dimostrazioni che restano a lungo nella memoria degli alunni”.
Ad Ancona, tra filastrocche in rima e rappresentazioni teatrali
Ad Ancona Torrette, quartiere dell’omonima città costiera, sorge la scuola primaria Don Milani, che ospita la 4° A e la 4° B, entrambe impegnate nel progetto Momenti da non sprecare di Whirpool. Qui le due maestre, Annarosaria Colletta e Stefania Giacconi collaborano per accompagnare gli studenti in un percorso che faccia riscoprire la convivialità del cibo. “Negli anni abbiamo notato come i bambini parlino poco in famiglia, anche quando si tratta di alimentazione”, racconta la maestra Stefania. “Per questo dimostrano molto interesse per gli spunti educativi che sviluppiamo a scuola”. Ecco allora una storia breve, rappresentata dal vivo dagli alunni che parla della “famiglia sbadatina” che spreca tutto il cibo preparato per un pic-nic e così, al momento del pasto, manca il vero protagonista della gita, la festa sfuma e la famiglia che torna a casa triste ma con un insegnamento: il cibo non si spreca.
“La scuola è il luogo dove i bambini iniziano a formarsi”, sottolinea la maestra Annarosaria. “Ricopre quindi un ruolo fondamentale nella preparazione dei futuri cittadini. È proprio questo il luogo dove il bambino si forma sotto tutti gli aspetti. E abbiamo visto come parlando di cibo e alimentazione, i bambini dimostrino un comportamento interessato e propositivo”. Sono loro quindi ad aiutare i genitori a fare la lista della spesa e ad acquistare “solo ciò che serve”, per evitare che il cibo vada buttato e generando così un risparmio anche per l’economia familiare. Gli stimoli sono quelli giusti, tanto che ogni alunno ha realizzato una filastrocca in rima, incentrata ovviamente sullo spreco alimentare. Alcune delle quali potrebbero fare invidia al miglior pubblicitario impegnato nel trovare nuovi slogan. “Negli anni abbiamo aderito a numerose iniziative legate al cibo, in particolare alla scoperta del pesce, visto che siamo una città di mare”, spiega la maestra Stefania. “Abituare i bimbi ad avere una dieta varia è un passaggio fondamentale per la loro crescita e per il loro benessere. Questi progetti aiutano ad approfondire determinati aspetti, che altrimenti verrebbero solo sfiorati durante l’anno”. La convivialità del cibo ritorna nel programma didattico delle classi, in particolare in quelle classi miste di oggi, dove si mescolano diverse culture e tradizioni alimentari, palati e ricette spesso sconosciute. “Il cibo nel nostro caso è stato anche motivo di confronto e integrazione”, conclude la maestra Annarosaria. “Il cibo è qualcosa che accomuna tutte le persone, qualunque provenienza abbiano”.
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