
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
L’incidente nella notte di mercoledì. Sversati in mare circa 2500 litri di greggio al largo delle coste di Imbè.
Si trova a poca distanza da Porto Alegre, nello Stato del Rio Grande do Sul, in Brasile la cittadina costiera di Imbé dove si è verificata la perdita in mare di petrolio. A riferire dell’incidente è la Transpetro, la società di logistica della Petrobas, che conferma una fuoriuscita di 2500 litri di greggio durante le operazioni di scarico del prodotto.
Secondo quanto riporta il quotidiano locale Corriero do Povo, la perdita è avvenuta a causa della rottura di un cavo di ormeggio che collegava la petroliera al terminal Osorio, sistema di ormeggio in mare aperto per lo scarico di petrolio e prodotti ad esso collegati. Da qui il greggio viene poi trasferito alla vicina raffineria Alberto Pasqualini e trasportato attraverso il gasdotto Osório-Canoas. Subito sono state chiuse le valvole di sicurezza, che hanno impedito perdite maggiori.
Sul posto sono subito intervenute le squadre di contenimento della società che stanno operando per la rimozione del greggio, che sta però richiedendo più tempo del previsto a causa del maltempo e dei forti venti di questi giorni.
Sempre secondo il quotidiano locale la chiazza di petrolio potrebbe raggiungere e provocare seri danni. Secondo l’oceanografo Ivan Dias Soares: “La quantità è piccola e buona parte viene assorbita dal mare. A seconda dei venti, può però raggiungere la spiaggia, e ciò potrebbe devastare la fauna marina”.
Secondo Renato Zucchetti, del Dipartimento per la protezione ambientale (Fepam) “in situazioni come questa, quello che facciamo è di lanciare le barriere galleggianti, isolando l’olio e risucchiarlo con una barca speciale. Trattandosi di un piccolo strato, non so se si può aspirare il greggio. Forse quello che si può fare è lasciarlo degradare nell’ambiente”.
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