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Porto Santo, viaggio sull’isola che sogna l’indipendenza energetica
L’isola portoghese di Porto Santo ha un progetto ambizioso, diventare la prima smart island europea. Fra i sostenitori Renault, che ha scelto l’isola per sperimentare la mobilità sostenibile, elettrica e condivisa.
Porto Santo, l’isola portoghese nell’arcipelago di Madeira, ha un sogno, difficile ma non impossibile: diventare la prima isola “smart” d’Europa. In pieno oceano Atlantico, piccola (per attraversarla tutta basta mezz’ora), apprezzata soprattutto da golfisti e amanti delle spiagge lunghe e sabbiose, Porto Santo ha 5mila abitanti e mille mezzi di trasporto (con impennate notevoli nei mesi estivi) e la dimensione perfetta per diventare un laboratorio per sperimentare un futuro “smart”, alla ricerca di soluzioni per migliorare l’efficienza energetica, l’economica circolare, la mobilità elettrica e condivisa.
Porto Santo, verso l’indipendenza energetica
Il progetto Smart Fossil Free Island ha un obiettivo ambizioso, fare di Porto Santo la prima smart island europea a liberarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili. Lanciato nel 2018 dal governo regionale di Madera (da cui l’isola dipende, anche energeticamente) punta sull’uso di tecnologie intelligenti e sostenibili per incrementare l’indipendenza energetica dei suoi abitanti e promuovere la produzione di energia rinnovabile. In prima linea fra i partner EMM, l’Empresa de Electricidade de Madeira, il provider energetico che rifornisce le isole portoghesi dell’arcipelago e Renault, coinvolta nel progetto con una sperimentazione che mira a implementare sull’isola nuove soluzioni di mobilità elettrica e condivisa, allargando il perimetro all’uso di batterie di seconda vita, al cosiddetto smart charging, sfruttando anche le caratteristiche di ricarica bidirezionale presenti a bordo dell’elettrica Renault Zoe. Il costruttore francese, che in questi giorni sta valutando la proposta di fusione con FCA, è fra i leader nell mobilità elettrica ed entro il 2022 presenterà 12 nuovi modelli elettrificati, di cui 8 completamente elettrici. Siamo andati sull’isola di Porto Santo per capire a che punto è il progetto Smart Fossil Free Island.
Porto Santo, energia e mobilità i nodi da risolvere
Sperimentare su una piccola isola la transizione verso un modello virtuoso di sostenibilità ambientale è alla base del progetto portoghese. Energia e mobilità sono al centro del progetto. Porto Santo, come molte isole minori, sotto il profilo energetico sconta la necessità di collegamento a una fonte esterna (in questo caso di Madeira), il che comporta criticità come l’uso di navi per le forniture, o dell’uso di generatori diesel necessari per coprire i picchi estivi del turismo. L’obiettivo della sperimentazione è dunque quello di puntare all’utilizzo delle fonti rinnovabili, in modo da produrre un’energia pulita. Poi serve un piano di mobilità sostenibile per ridurne l’impatto ambientale proponendo soluzioni di car sharing di auto elettriche alimentare grazie a un modello di smart grid.
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Mobilità elettrica e rinnovabili le soluzioni
Come spiega bene il report redatto dall’Université de la Réunion, Energy in the EU Outermost Regions che analizza anche altre isole come Guadeloupe, Martinica, Reunion e Saint-Martin, attualmente sull’isola portoghese il trasporto è responsabile di oltre il 50 per cento della domanda di energia primaria e delle emissioni di CO2. L’uso di fonti energetiche rinnovabili prodotta fino ad ora grazie a piccole reti elettriche basta per soddisfare la domanda durante le ore non di punta a causa della mancanza di capacità di stoccaggio che vanificano in parte la produzione di energia eolica disponibile. Per questo il progetto di mobilità elettrica sostenuto da Renault è particolarmente significativo. Sempre secondo lo studio, il consumo annuo di 1.000 veicoli elettrici con un’autonomia di 25.000 km/anno equivale alla produzione annua di 1 MW di energia eolica.
Renault, sull’isola 100 auto elettriche entro il 2020
Nato dalla collaborazione fra il gestore energetico locale EEM, Renault e The Mobility House, azienda tedesca specializzata nell’implementazione di sistemi di mobilità elettrica connessi, il progetto prevede la fornitura sull’isola di Porto Santo di un piccolo parco di veicoli elettrici (quattordici Renault Zoe, alcune dotate di carica bidirezionale – la cosiddetta vehicle-to-grid, capace cioè di modulare la capacità di caricarsi e scaricarsi delle batterie in funzione delle esigenze degli utenti e dell’offerta di elettricità disponibile – oltre a batterie di seconda vita recuperate da veicoli Renault e impiegate come sistemi di stoccaggio per stabilizzare la rete. Il progetto, che prevede tre fasi, dispone già di una piattaforma smart che prevede l’integrazione dell’energia rinnovabile nel futuro ecosistema dell’isola. Attualmente gli abitanti di Porto Santo contribuiscono al progetto utilizzando le auto elettriche per spostamenti privati ma anche come taxi, servizio di navetta negli hotel, per la Polizia locale, che per la ricarica possono sfruttare le 40 stazioni di ricarica connesse fra private e pubbliche. L’obiettivo è aumentare la flotta di veicoli elettrici sull’isola da 20 a 100 unità entro il 2020 (il 10% dei 1000 veicoli presenti in totale sull’isola).
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Qui si sperimenta la seconda vita delle batterie
Nodo fondamentale nell’agenda globale dello sviluppo della mobilità elettrica, la “second life” delle batterie provenienti da veicoli elettrici di prima generazione è al centro della sperimentazione avviata da Renault sull’isola portoghese. Grazie a due unità di stoccaggio con 132 kW di capacità, è possibile immagazzinare l’energia prodotta dagli impianti di energia solare ed eolica con lo scopo di regolare la tensione e stabilizzare la rete nei momenti di picco dei consumi. Al momento la carbon footprint della produzione energetica dell’isola di Porto Santo risente ancora troppo del consumo di materie prime fossili, ma l’implementazione delle rinnovabili e la sperimentazione di modelli più sostenibili di mobilità sono passi significativi. Le prossime tappe? Proseguire la sperimentazione, ridurre la dipendenza energetica, raccogliere le esigenze e le attese dei residenti, costruire nuove partnership pubbliche e private con l’obiettivo di costruire un modello che possa essere riprodotto su altre isole minori, laboratori ideali per sperimentare le smart city del futuro.
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