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Raymond Eby, 3M. Digitalizzazione e sostenibilità sono aspetti diversi della mobilità, ma strettamente correlati
Il vice presidente di 3M Automotive electrification program, Raymond Eby, ha le idee chiare su come cambierà la mobilità. Ce lo ha raccontato a Milano in occasione dell’evento Design for a new Mobility in a Smart City.
Di Federico Ruffino
Raymond Eby lo abbiamo incontrato a Milano, alla Triennale, nell’ambito dell’evento Design for a new Mobility in a Smart City. Obiettivo dell’incontro, capire come le aziende leader stanno affrontando il progressivo cambiamento della mobilità e come il design e le nuove tecnologie rivoluzioneranno la customer experience. Un evento organizzato da 3M, azienda che da quasi un secolo lavora a soluzioni specifiche per rispondere alle esigenze del settore automotive, attraverso le proprie tecnologie e lo sviluppo di prodotti in grado di apportare contributi migliorativi su temi come l’alleggerimento dei veicoli, la gestione delle batterie (tema cruciale per la mobilità elettrica) e la guida autonoma. In quest’ottica 3M è partner di molte case automobilistiche nella fornitura di componenti e tecnologie volti a migliorare l’efficienza dei veicoli, con l’obiettivo di ridurne l’impatto ambientale.
Il vice presidente di 3M Automotive electrification program, Raymond Eby, ha le idee piuttosto chiare su come cambierà la mobilità, sui mutamenti che dovrà affrontare la società, sempre più connessa, dove la digitalizzazione è destinata ad accelerare tutti i processi influendo in modo significativo sul nostro stile di vita.
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Che futuro ci attende nella mobilità?
Siamo di fronte a un periodo di grandi cambiamenti. Non cambieranno solo le auto ma il nostro modo di vivere. Ricordo la prima volta che ho visto in televisione, in Giappone, persone che camminavano per strada con un grosso e pesante telefono portatile. Allora pensai: “E’ pazzesco, ma a chi interesserebbe?”. Non avevo ancora capito che quell’oggetto, evolvendosi, avrebbe cambiato drasticamente la mia vita, le relazioni fra le persone, portato alla nascita dei social media, delle app… Senza i telefonini oggi non vivremmo tutti questi cambiamenti.
Auto elettriche e guida autonoma non sono le uniche rivoluzioni…
Infatti. Più che parlare di auto elettriche e guida autonoma, l’attenzione andrebbe posta su due punti fondamentali: digitalizzazione delle auto e sostenibilità. Due cose differenti anche se correlate. Dal punto di vista della digitalizzazione, le auto sono state fino ad oggi degli oggetti ‘analogici’. Dagli smartphone, ai dispositivi per la domotica e gli elettrodomestici siamo circondati da oggetti digitalizzati, ma quando entriamo in un’auto e chiudiamo la portiera d’un tratto ricadiamo in un ambiante ancora in gran parte analogico. La digitalizzazione sta entrando progressivamente nell’auto e ne rivoluzionerà l’uso. L’idea della guida autonoma, il car sharing, le auto che scambiano informazioni tra di loro, sono solo una parte di questo processo. Entro dieci anni la nostra vita sarà completamente rivoluzionata, nei prossimi cinque gli effetti della digitalizzazione saranno già molto evidenti. Una rivoluzione che assomiglierà molto all’arrivo dei primi telefoni portatili.
Dove avverranno le maggiori trasformazioni?
La progressiva digitalizzazione trasformerà il mercato in modi differenti, a seconda delle aree geografiche. Ci sono tematiche politiche e organizzative che richiedono approcci locali. Un esempio? In Italia, per una questione di regolamentazioni, Uber è meno diffuso che negli Stati Uniti; eppure, negli Usa come in Europa, le persone hanno le stesse necessità, ossia quelle di una mobilità sempre più facile, connessa, che funzioni sempre più come il proprio telefonino. Per questo l’industria automobilistica sta lavorando molto e velocemente in questa direzione. Oggi sulle auto monitor e display stanno sempre più sostituendo i classici comandi. Le persone vogliono interagire e ricevere informazioni in maniera sicura e intuitiva anche quando siamo in auto.
Un altro esempio? La Cina, dove c’è stata una grande spinta del governo verso l’elettrificazione, una scelta geo-politica che trova spiegazione nelle enormi quantità di carbone fossile e nelle centrali nucleari, utilizzate per il fabbisogno energetico nazionale. Un altro esempio di come la geo politica e la trasformazione dell’auto siano legate, è l’Europa, dove gli scandali sul diesel e i limiti sulle emissioni sempre più restrittivi hanno dato una spinta all’elettrificazione, con previsioni che indicano che entro il 2025 il 40 per cento delle auto sarà elettrificato in varie forme: ibrido, ibrido plug-in e completamente elettrico.
Crede ci sarà spazio per nuovi brand nel mercato dell’auto?
Non credo. Anche se dopo Tesla chi può dirlo? Guardi Nio, una start-up company che vuole produrre un’auto completamente elettrica. Creare una casa automobilistica è un grande sfida: bisogna mettere insieme tecnologia, grandi investimenti, una rete distributiva. Non è affatto semplice, ci sono molti fattori di cui tenere conto. Ma se dieci anni fa avremmo detto che sarebbe stato impossibile, oggi non lo è più.
E se 3M diventasse un brand automobilistico?
Lo escludo. Per una semplice ragione: abbiamo uno stretto rapporto con i costruttori di auto da diversi anni. Siamo in costante contatto e questo ci permette di comprendere le loro necessità e cosa serve per realizzare un’auto. Il nostro obiettivo è fornire loro soluzioni tecnologiche per migliorare l’efficienza dei loro veicoli e siamo impegnati in un costante processo di ricerca e sviluppo di materiali e soluzioni per risolvere futuri problemi. Nel DNA di 3M c’è la volontà di essere un partner affidabile, questo vale per tutti i settori nei quali operiamo.
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