L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Il Regno Unito produce elettricità senza carbone per un giorno intero
Un giorno intero senza bruciare carbone. 24 ore durante le quali l’elettricità del Regno Unito è stata prodotta senza il combustibile fossile, per la prima volta dall’epoca della Rivoluzione industriale. È successo lo scorso 21 aprile, secondo quanto a riferito la National Grid, sottolineando anche come l’unica centrale a carbone ancora accesa fosse stata spenta
Un giorno intero senza bruciare carbone. 24 ore durante le quali l’elettricità del Regno Unito è stata prodotta senza il combustibile fossile, per la prima volta dall’epoca della Rivoluzione industriale. È successo lo scorso 21 aprile, secondo quanto a riferito la National Grid, sottolineando anche come l’unica centrale a carbone ancora accesa fosse stata spenta il giorno precedente.
Per la prima volta quindi nel mix energetico inglese ci sono state fonti come gas, rinnovabili (vento e sole) e nucleare. Un declino inesorabile quello del carbone, iniziato già nel 2011, ma culminato probabilmente lo scorso anno, quando si registrò un altro record: la produzione da eolico superava quella da carbone.
National Grid can confirm that for the past 24 hours, it has supplied GB’s electricity demand without the need for #coal generation. pic.twitter.com/vgyWEUYqZ4
— NG Control Room (@NGControlRoom) 21 aprile 2017
Elettricità senza carbone, è la prima volta
“Il primo giorno senza carbone in Gran Bretagna a partire dalla Rivoluzione industriale segna uno spartiacque nella transizione energetica” ha detto Hannah Martin, a capo di Greenpeace Uk Energia al Guardian. “Un decennio fa un giorno senza carbone sarebbe stato inimmaginabile e nel tempo di 10 anni il nostro sistema energetico si è radicalmente trasformato”. Un cammino iniziato già anni fa, in particolare nel 2015, con l’annuncio da parte del ministro per l’Energia dell’abbandono graduale del carbone e della chiusura delle centrali entro il 2025.
Il lento declino del carbone
Un trend confermato anche dal recente studio realizzato da Greenpeace, Sierra Club e CoalSwarm, “Boom and Bust 2017: Tracking The Global Coal Plant Pipeline”. Dalle pagine del rapporto si evince come tra il 2015 e il 2016 si sia registrato un record di dismissioni per quanto riguarda la potenza installata a carbone: 64 GW, pari a circa 120 grandi centrali. “Il 2016 rappresenta un autentico punto di svolta per il clima”, ha commentato Lauri Myllyvirta, responsabile della campagna globale Carbone e Inquinamento atmosferico per Greenpeace e co-autore del rapporto, in una nota stampa.
“La Cina, ad esempio, ha fermato la realizzazione di molte nuove centrali a carbone dopo che la fortissima crescita delle energie rinnovabili in quel Paese le ha rese superflue per il sistema energetico. Dal 2013, le energie pulite hanno in pratica colmato il deficit energetico cinese”. Che la prima nazione ad usare il carbone per produrre energia elettrica stia progressivamente abbandonando il combustibile fossile non può che essere una buona notizia, per la transizione energetica e per il clima.
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