Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Tutto sulla salute del gatto: malattie, prevenzione, cure e consigli dell’esperto
La salute del gatto è molto importante nell’ottica di una felice convivenza tra l’uomo e l’animale domestico. Ecco il parere del veterinario a proposito di prevenzione delle malattie.
La salute del gatto di casa è alla base del suo benessere e della nostra tranquillità. Ma è importante fare una distinzione. La principale differenza fra la popolazione felina è quella che divide i gatti in “outdoor” – soggetti che vivono fuori casa – e “indoor” – che raggruppa quelli che fanno della nostra abitazione la loro dimora stanziale –. Ovviamente le malattie, la prevenzione e le cure destinate a questi due gruppi sono diverse e comportano un’attenzione specifica da parte del proprietario. Abbiamo chiesto delucidazioni in merito a un esperto: il dottor Gianni Marinacci, medico veterinario. Ecco cosa ci ha raccontato sul nostro amico gatto e sul suo benessere.
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Quali sono le principali malattie che possono colpire i gatti e quale la differenza tra felini che vivono in casa o fuori?
Quando si approccia la medicina che riguarda il gattoi si scopre quanto la statistica sia importante. Nella specie felina conoscere incidenza e tipo di presentazione di una malattia è fondamentale per non incappare in errori diagnostici a volte fatali. Cerco di spiegare meglio il concetto: se ad una visita si presenta un gatto outdoor giovane con un’anemia, magari non rigenerativa, la prima cosa che cerco sono malattie infettive e/o parassitarie. Se invece si tratta di un gatto anziano strettamente indoor, con lo stesso quadro ematologico, la mia indagine si concentrerà sulla ricerca di malattie metaboliche/oncologiche.
Quindi per ogni fascia di età e per ogni stile di vita possiamo avere incidenze differenti delle varie patologie. Nei gatti indoor maturi prevalgono le malattie metaboliche (malattia renale cronica, diabete, ipertiroidismo, cardiopatie) e le malattie neoplastiche (linfoma basso grado intestinale, neoplasie mammarie in gatte intere). Nei gatti giovani, magari provenienti dalla strada, è opportuno eseguire sempre i test delle malattie retrovirali (Fiv e Felv) prima di introdurli in un ambiente già abitato da altri animali, così come si rivela opportuna una quarantena di qualche giorno per ridurre il rischio di contagio da parte di altri virus (herpes, calicivirus, coronavirus enterico felino, parvovirus o gastroenterite virale).
E per quanto riguarda la temutissima leucemia felina?
La leucemia felina (Felv) è un virus estremamente contagioso per via diretta, ossia con contatto gatto-gatto. Determina una serie di patologie direttamente correlate al virus (linfoma, anemia macrocitica, eritroleucemia) o una serie di malattie secondarie all’infezione da Felv (comorbilità da parte di altri virus, batteri, miceti e protozoi). A parte un’attenta esclusione della patologia alle prime visite (soprattutto se il micio proviene dal mondo esterno) per fortuna esiste un vaccino che raccomando caldamente di fare a tutti i gatti che hanno possibilità di uscire (anche solo per pochi minuti al giorno).
Per la terapia della patologia ormai conclamata non ci sono, purtroppo, molte possibilità. Ma in base al tipo di presentazione si possono avere diverse armi a propria disposizione. La chemioterapia per i linfomi, gli antivirali (raltegravir) e l’interferone (maggiormente nelle comorbilità da parvovirus e calicivirus e nelle gengivostomatiti croniche su base virale). Ad ogni modo, riveste un ruolo importante a questo proposito la gestione corretta dei soggetti malati, che dovranno essere sempre ben nutriti, liberi da parassiti, vaccinati per le altre patologie.
Ci sono patologie specifiche per alcune razze feline a cui prestare attenzione?
A questo proposito esiste un atlante genetico felino, pubblicato qualche anno fa, dove per ogni singola razza sono elencate le malattie più comuni. Per esempio per i gatti persiani è piuttosto frequente la Pkd, ossia il rene policistico. Tale patologia determina la formazione ingravescente di cisti a contenuto liquido nei reni e nel fegato, rendendo precocemente insufficienti questi due organi con una prevalenza importante della malattia renale. Ovviamente la Pkd sarà presente anche in quelle razze che hanno un importante serbatoio genetico in comune con i persiani, come per esempio i sacri di birmania.
Altre patologie di razza sono la sindrome brachicefalica (la selezione dei soggetti cossidetti “ipertipici” ha peggiorato notevolmente il problema), patologie cardiache, dermatiti facciali, disturbi oculari vari e molto altro. Il persiano è forse il gatto con più patologie associate alla razza. Per questo è molto importante selezionare bene il soggetto da acquistare, evitando il più possibile allevamenti fai da te o soggetti a prezzi “scontati”, pubblicizzati su internet e in alcuni negozi.
Tra gatti outdoor e indoor esistono differenze per quel che riguarda la gestione corretta della salute?
I felini outdoor hanno ovviamente più esigenze di quelli indoor. Si tratta di soggetti che neessitano di vaccinazioni costanti, anche e soprattutto per la leucemia felina, e di terapie antiparassitarie con prodotti ad ampio spettro. Molti antiparassitari da banco (ossia non necessitanti di ricettazione per la vendita) hanno copertura solo per pulci, zecche e altri ectoparassiti, mentre lasciano sguarnito il campo dei parassiti più subdoli come, per esempio, gli strongili polmonari (che i giovani gatti assumono cacciando piccole prede che ospitano fasi larvali del parassita) o gli acari delle orecchie che, per quanto non pericolosi, sono fonte costante di attivazione del sistema immunitario e di prurito/grattamento molto intenso.
I vaccini andrebbero effettuati in base alle linee guida pubblicate qualche anno fa dalla Wsava (Associazione veterinaria mondiale dei piccoli animali), ma andrebbero anche adattati all’effettivo rischio infettivo di ogni singolo soggetto. Vorrei solo ricordare l’importanza di far uscire solo animali sterilizzati al fine di ridurre il fenomeno del randagismo e per evitare lotte e contatti di ordine sessuale che rappresentano un rischio importante di contagio da malattie infettive.
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Parliamo molto in questi giorni del coronavirus e delle problematiche da esso scatenate per la salute umana. Ci sono virus di questo tipo anche nella popolazione felina? E i nostri gatti potrebbero contagiarci?
Noi veterinari siamo abituati da sempre a diagnosticare e a trattare il coronavirus nei nostri animali domestici. La Fip o peritonite infettiva felina, per esempio, è una malattia sostenuta da un coronavirus derivante da una mutazione del banale coronavirus enterico felino, virus ubiquitario in tutto il mondo. Molte patologie degli animali da reddito sono sostenute da questi virus (ne esistono quattro famiglie con diverse forme di manifestazione clinica, dalle diarree ai sintomi blandi della alte vie respiratorie).
Leggi anche: Coronavirus, regole e consigli per chi vive con un animale domestico
Nel caso del Sars-CoV-2, agente causale della Covid-19, il rischio di contagio da parte degli animali domestici è stato completamente escluso. Sia come serbatoio che come agenti diretti di trasmissione. E si tratta di un punto fermo ormai convalidato dalla ricerca scientifica e dalla pratica professionale.
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