Steve McCurry racconta il nostro rapporto con gli animali, la mostra al Mudec di Milano

Steve McCurry ci ha svelato la profondità della condizione umana, ora volge il suo sguardo sugli animali e come ci rapportiamo a loro in una mostra al Mudec di Milano. Animals si tiene dal 16 dicembre al 31 marzo prossimo.

Li sfruttiamo, li maltrattiamo, li ingabbiamo, li mangiamo, li torturiamo, li uccidiamo. Ma sono anche nostri amici e compagni e ci aiutano a superare momenti difficili regalandoci sorrisiemozioni e tanto amore. La mostra Animals racconta il nostro rapporto con gli animali, domestici e selvatici, grandi e piccoli, attraverso 60 immagini iconiche scattate dalla superstar Steve McCurry. Un’occasione unica per conoscere l’arte di uno dei fotografi più celebri ed esplorare le relazioni che ci intrecciano alle creature che popolano il Pianeta insieme a noi e che fanno parte del tessuto della nostra vita come noi della loro. Così viene inaugurato Mudec photo, lo spazio del Museo delle Culture di Milano dedicato interamente all’ottava arte.

La mostra Animals di Steve McCurry al Mudec di Milano

Con Animals, visitabile dal 16 dicembre 2018 fino al 31 marzo 2019, si aprono le porte del nuovo spazio espositivo del Mudec dove la fotografia d’autore è sempre protagonista e che ospiterà due grandi mostre temporanee all’anno. Non c’era modo migliore di lanciare questo nuovo progetto se non ospitando una mostra inedita di McCurry che insieme alla curatrice Biba Giacchetti si è addentrato nel suo ricco archivio fotografico per selezionare le immagini che raccontano con tenerezza e sincerità le molte sfaccettature della condizione degli animali su questa Terra. Un viaggio fotografico in Afghanistan, in India, in Etiopia, negli Stati Uniti e oltre che ci porta a conoscere gli animali come mezzi da lavoro, vittime della nostra impronta sugli ecosistemi e compagni a cui dedichiamo affetto e devozione.

Un percorso parallelo a quello di McCurry come fotografo, conosciuto soprattuto per la maestria nel catturare storie di umanità che spesso raffigurano le persone più fragili, come le vittime di guerra. Una delle sue immagini più celebri mostra dei cammelli che attraversano pozzi di petrolio in fiamme in Kuwait, dove si è recato nel 1991 per documentare l’impatto ambientale disastroso della prima guerra del Golfo. Da quel momento, la sua lente ha voluto raccontare non solo le persone ma anche gli animali e il filo che ci unisce a loro. “Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo”, racconta Giacchetti, e che “sebbene esseri umani e animali condividano la medesima Terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il Pianeta.”

kuwait cammelli steve mccurry animals mudec milano
Al Ahmadi, Kuwait, 1991. L’immagine dei cammelli su un fondale infuocato risale alla fine della prima guerra del Golfo. McCurry aveva dedicato il servizio all’impatto della guerra sul sistema ecologico e sulla fauna. La foto vinse il primo premio della Children jury del World Press Photo Contest del 1992. Bambini di tutto il mondo avevano votato questa immagine che continua a essere un’icona assoluta, un monito sui rischi che l’umanità arreca al Pianeta © Steve McCurry

Steve McCurry, fotografie che hanno segnato un’epoca

C’è qualcosa nello sguardo fotografico di McCurry che trascende l’interesse per la fotografia o per le tematiche, spesso difficili, che esplora. Non importa chi siamo né da dove veniamo, le sue immagini colpiscono per la loro bellezza ma soprattuto per la forza espressiva, il senso di realismo e allo stesso tempo di magia che suscitano. “Se sei paziente, le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima diventa visibile”, così il fotografo descrive la preziosa lezione che ha imparato durante il suo primo viaggio in India, paese a cui è sempre rimasto legato, nel 1978, il suo debutto come fotoreporter.

 

 

 

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  Young Shepherd and his flock in front of toxic smoldering underground coal seam fires, #Kosovo, Former #Yugoslavia, 1989.   A post shared by Steve McCurry (@stevemccurryofficial) on

La determinazione di McCurry nel raccontare luoghi spesso lontani dai riflettori lo ha catapultato alla celebrità quando tra il 1979 e 1980 si è intrufolato in Afghanistan mascherato da mujahideen: le fotografie di quel reportage, che è riuscito a portarsi via cucendosi i rullini nei vestiti, sono state le prime a mostrare al mondo le conseguenze dell’invasione russa. Da lì, ha documentato le ferite che la guerra lascia sul tessuto sociale e umano in molte aree di conflitto come la Cambogia, le Filippine, i paesi del Golfo, l’ex Yugoslavia e il Tibet. In quarant’anni di carriera il suo sguardo sensibile e inquisitore si è soffermato anche su altre tematiche, come la diversità culturale, nonché sulle creature grandi e piccole che ci accompagnano in ogni momento e passaggio della vita – e nel mostrarci come ci rapportiamo agli animali, McCurry continua a rivelare una parte fondamentale di cosa vuol dire essere umani.

La mostra Animals di Steve McCurry al Mudec, Museo delle Culture in via Tortona 56 a Milano è visitabile dal 16 dicembre 2018 al 31 marzo 2019. Il biglietto costa 8 euro.

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