Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
A Stromboli arriva il nuovo frantoio sociale, e l’extravergine rinasce
Sull’isola, da anni, non era più possibile molire le olive locali. Ora, invece, il progetto Èolio ha ridato forza alla coltivazione e alla raccolta delle olive grazie all’arrivo di un frantoio sociale per la produzione di olio.
Da sempre la coltivazione dell’olivo caratterizza le isole Eolie, al largo della Sicilia, ma nell’ultimo mezzo secolo per produrre l’olio con il raccolto delle olive si doveva ricorrere a frantoi fuori dall’arcipelago. Ora, invece, grazie al progetto Èolio partito a Stromboli si è potuti tornare a estrarre l’olio in loco e si è ridato vita a questa antica tradizione.
Un frantoio sociale a Stromboli
Èolio è un progetto di Attiva Stromboli, associazione non profit di promozione sociale e culturale, che ha trovato il sostegno dell’Aeolian Islands Preservation Fund, Aipf, fondazione che promuove e finanzia iniziative per preservare la bellezza naturalistica delle isole Eolie, tra cui, appunto, progetti di agricoltura sostenibile. Con Èolio, lo scorso ottobre, a Stromboli, è stato inaugurato un frantoio sociale che permette la molitura tempestiva delle olive sul posto. Questo consente di accorciare la filiera dalla raccolta al prodotto, ma non solo. Come ci ha spiegato Ambra Messina dell’Aipf, “tornare a produrre olio significa anche prendersi cura della potatura delle piante e della pulizia dei terreni, il che vuol dire ripristinare l’ordine e valorizzare il tradizionale paesaggio dell’isola, ma anche generare il più efficace sistema di prevenzione contro gli incendi”.
L’olio del vulcano
La pianta dell’olivo a Stromboli è diffusa in zone con insediamenti abitativi e si estende non solo nelle aree pianeggianti verso le coste, ma anche sulle pendici del vulcano con un sistema articolato di terrazze con muretti a secco. Nelle migliori annate si stima si raccolgano circa 10-12 tonnellate di olive da circa 1.000 alberi coltivati e non più coltivati (in montagna). La spremitura a freddo delle olive con il nuovo frantoio di ultima generazione consente la produzione di un olio extravergine di qualità connotato dalla natura vulcanica del terreno, dall’assenza di contaminanti nell’ambiente e di trattamenti intensivi.
Dall’autoconsumo all’autofinanziamento
Ci sono due modalità di partecipazione al progetto: i proprietari degli alberi di olivo residenti sull’isola che contribuiscono ai costi per la molitura delle olive e lasciano una piccola quota di olio prodotto al progetto stesso, e coloro che invece hanno affidato in toto ad Attiva Stromboli la coltivazione delle piante, la raccolta e la molitura delle olive ricevendo in cambio per autoconsumo il 30 per cento dell’olio prodotto. In questa prima fase sono state lavorati 3.492 chili di olive in totale e si prevede che saranno prodotte circa 140 bottiglie d’olio evo da 500 ml destinato a fini promozionali. L’olio di Èolio verrà infatti ceduto a terzi in cambio del supporto finanziario sotto forma di donazione finalizzata a migliorare la sostenibilità del progetto stesso e alla cura degli spazi naturalistici dell’isola connessi all’attività.
Dall’olio al rilancio di saperi e identità delle Eolie
“Èolio è un progetto pilota che ha preso vita a Stromboli dove era già presente un gruppo di persone con un forte senso di comunità e spirito di collaborazione – spiega ancora Messina – ma si spera che questa iniziativa si possa replicare anche sulle altre isole in futuro. L’Aeolian Islands Preservation Fund ci crede e crede che il ciclo complessivo di cura degli alberi, la raccolta, la trasformazione e il consumo di un prodotto di base della nostra alimentazione, presenti prospettive interessanti per il mantenimento di saperi artigianali tradizionali, per il rilancio di identità e cultura in un’ottica di sostenibilità”.
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