Auto elettriche, servizi di sharing, energie rinnovabili. Sull’isola greca è partito un progetto molto ambizioso che consente alla comunità locale di sperimentare nuove forme di mobilità.
Torna il pulmino Volkswagen simbolo degli hippie. Per nuovi, elettrizzanti, viaggi
1966-2020. Il mitico Volkswagen T1, il pulmino simbolo di libertà, spensieratezza e ribellione degli anni Sessanta, torna in versione elettrica. Rivisto e corretto, lo stile hippie da fuori è rimasto. Cambia la tecnologia, decisamente più sostenibile.
Non è la prima volta che ve ne parliamo. E non sarà l’ultima (all’orizzonte, per lui, ci sono ulteriori sviluppi). Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del Salone dell’auto di Ginevra nel 2011, quando s’era già visto un prototipo anticipatore. Lo abbiamo rifatto nel 2016, dal Ces di Las Vegas, quando Volkswagen scelse il salone dell’elettronica per presentare Budd-e, la prima – più concreta – rivoluzione elettrica dell’iconico pulmino simbolo dei figli dei fiori, l’erede spirituale del Bulli T1, uno dei veicoli più simbolici della storia dell’automobilismo e del costume. Adesso Volkswagen torna sull’argomento e presenta e-Bulli, versione rivista e aggiornata dell’originale Bulli. Non un prototipo. Nemmeno la vera e decisamente più moderna “reincarnazione”, che si chiama ID.Buzz e che arriverà nel 2022. Ma una reinterpretazione più “filologica”, coerente con l’originale, elettrica, e quel che più conta acquistabile (seppure a un prezzo molto meno accessibile dell’originale). Insomma, per chi ha ancora nel cuore gli anni Sessanta e Settanta, quando il fremito hippie scosse l’Europa. Per chi su un Volkswagen T1, o T2 originale, magari dipinto a colori vivaci e personalizzato per dormirci dentro, ha sognato la West Coast, il sogno si riaccende.
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Volkswagen riscopre le icone del passato
Era avventuroso, lento (l’originale andava a 80-90 km/h, con una ventina di cavalli). Insieme al Maggiolino, il pulmino Volkswagen è entrato nell’arte e nella cultura di una generazione. Dalle copertine degli album di Bob Dylan e dei Beach Boys, ne ha avuto uno anche Steve Jobs. Insomma, mettere mano a un’icona come il Bulli non era facile. Volkswagen da anni accarezza il sogno. Che adesso è divenuto realtà. L’ultima reincarnazione si chiama e-Bulli e rappresenta l’anello di congiunzione fra un’icona dell’auto d’epoca e un’esponente high-tech della nuova mobilità. Un po’ come potrebbe accadere anche per un’altra icona, il mitico buggy da spiaggia Volkswagen.
e-Bulli, da esemplare unico alla vendita
Da vedere sembra identico all’originale, almeno a prima vista. Costruito sulla base di un modello T1 del ’66 restaurato, l’e-Bulli nasconde alla vista la sua nuova anima, quella realizzata attingendo a componenti che equipaggiano l’attuale gamma di modelli elettrici Volkswagen. Per ora è un modello unico, quasi un prototipo, ma “prossimamente sarà in vendita” assicurano in Volkswagen veicoli commerciali, che ha realizzato questa nuova versione insieme allo specialista tedesco nella conversione di auto elettriche d’epoca eClassics.
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Un Bulli simile all’originale ma elettrico, come è nata l’idea?
“Volevamo convertire un Bulli storico in una versione a zero emissioni, con l’obiettivo di renderlo idoneo per affrontare le sfide legate a una nuova era”. È così che schiere di ingegneri e designer hanno fuso le loro competenze. Fulcro della trasformazione un pulmino Samba T1 originale, prodotto ad Hannover nel 1966 e con una storia di lunghi viaggi, di ricordi e spensieratezza alle spalle. Ovviamente sotto il suo piccolo cofano motore posteriore non c’è più traccia dell’originale motore boxer raffreddato ad aria con una quarantina di cavalli (44 per la precisione), dalla proverbiale robustezza, affidabilità e dall’inconfondibile sound. Al suo posto adesso c’è un motore elettrico che ha quasi il doppio della potenza (83 cavalli, 61 kW) senza le emissioni dell’originale.
Ha una nuova anima elettrica
Spensierato, economico, ribelle, avventuroso e… cronicamente lento. Chi ha guidato almeno una volta nella vita la versione originale se lo ricorda così il pulmino VW. Oggi, probabilmente, rimarrebbe sorpreso. Sotto il look vintage dell’e-Bulli si nasconde infatti l’attuale piattaforma elettrica VW comune ai modelli elettrici del marchio, il che significa una vera rivoluzione. Il silenzio sarebbe la prima caratteristica avvertibile. Poi, la notevole differenza di potenza. L’incremento di velocità, dai 100 scarsi dell’originale (ma chi ne ha avuto uno sa che specie nei lunghi viaggi andare oltre i 90 era già un rischio…) ai 130 km/h dell’attuale versione elettrica. Ma, soprattutto, sarebbe lo spunto e l’accelerazione tipiche dei motori elettrici a fare la differenza. O la possibilità, impostando il “cambio” sulla posizione B, di recuperare energia in frenata quando si guida. A sorprendere, oggi, sarebbe anche comfort e piacere di guida, visto che sterzo, freni e ammortizzatori dell’e-Bulli sono inediti. Insomma, “Un nuovo veicolo da turismo silenzioso, capace di coniugare il fascino della guida a emissioni zero con lo stile ineguagliabile di un Bulli storico”; questo avevano in mente in Ww. E questo è il nuovo e-Bulli.
L’autonomia elettrica raggiunge i 200 chilometri
Il gioco delle differenze si amplifica salendo a bordo, dove l’e-Bulli mostra più chiaramente l’evoluzione, pur conservando lo spirito originale, molto essenziale. Anche se il cambio meccanico non esiste più, la leva fra i sedili è rimasta. Diversissima dall’esile asta originale, adesso fra i sedili c’è un comando che assomiglia a quello di un moderno cambio automatico. Otto i posti. Completamente inedita la strumentazione, dove sono comparse app per smartphone, radio Dab, bluetooth, prese Usb. Il motore boxer, l’abbiamo detto, è stato “espiantato”. Ma la posizione del moderno motore elettrico è rimasta dietro, come sulle ruote dietro è rimasta la trazione. La batteria agli ioni di litio a 45 kWh è montata sotto il pianale, dove non ruba spazio e, anzi, migliora la stabilità dell’e-Bulli, abbassandone il baricentro. La ricarica dell’e-Bulli avviene, come per tutte le auto elettriche, da casa o da una colonnina, recuperando fino “all’80 per cento in 40 minuti se si usa una colonnina di ricarica rapida da 50 kW”, garantiscono in Volkswagen.
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