Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Pesce azzurro dalle mille proprietà
Economico, locale, sano, fresco: se vuoi mettere in tavola il pesce, scegli il pesce azzurro. Ma fallo con parsimonia e valuta bene il rischio di estinzione!
Con pesce azzurro si intendono i pesci di taglia piccola e media che popolano i nostri mari e che hanno il dorso di un bel blu-azzurro: acciughe, sarde e sardine, sgombri, aguglie, suri, alaccie, cicerelli, costardelle, lanzardi, papaline e sugherelli sono tutti pesci azzurri del Mediterraneo.
Pesce azzurro, gustoso e nutriente
Cibo dei pescatori e della gente povera di un tempo, il pesce azzurro è stato al giorno d’oggi rivalutato dai nutrizionisti per la sua importanza all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata. Contiene un’alta percentuale di acidi grassi insaturi, gli omega-3, in grado di abbassare il livello di colesterolo nel sangue e di proteggere l’apparato cardiocircolatorio. Le sue proteine sono di alto valore biologico e stimolano l’attività cerebrale; ha un buon contenuto in vitamine (A, D e B) e sali minerali (selenio, fosforo, calcio, ferro e iodio).
Inoltre è gustosissimo, poco costoso, non proviene da allevamento e può essere cucinato in un’infinità di modi: al vapore, alla griglia, al forno, in tegame, fritto. Può essere mangiato anche crudo.
Va sempre acquistato freschissimo (ovvero con colore vivo, occhio brillante, branchie rosse, carne soda, e assenza di qualsiasi odore che non sia il profumo di mare), perché i suoi grassi irrancidiscono velocemente.
Pesce azzurro a rischio
Anche il pesce azzurro, però, sta sparendo dai nostri mari: secondo i dati divulgati da Fao e Wwf gli ambienti marini sono sull’orlo del collasso, e insieme a naselli, triglie, squali, razze e pesce spada, anche le azzurre acciughe e sardine italiane si trovano in grave rischio di estinzione.
Colpa della pesca distruttiva fatta con reti a strascico, e della quantità spropositata di pesce pescato, destinato in gran parte a diventare mangime per gli animali da allevamento. Un modo di contribuire a salvaguardarne la biodiversità, per i consumatori, può essere allora fare… come si faceva un tempo. E cioè considerare anche il pesce azzurro come un cibo di valore, da non sprecare e adatto alle “occasioni speciali”, avendo cura di scegliere, al momento dell’acquisto, le varietà non segnalate a rischio di scomparsa.
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