Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Wear sustain, l’innovazione tecnologica è il futuro della moda sostenibile
Wear sustain è un’iniziativa finanziata dalla Commissione Europea che sostiene lo sviluppo di tecnologie indossabili ai fini di ridurre l’impatto dell’industria tessile e dell’abbigliamento.
Che il settore dell’abbigliamento abbia bisogno di un “restauro“ in termini di impatto ambientale è ormai risaputo. Per questo, alle tante imprese che già perseguono la missione di una moda sostenibile, oggi ne compare una nuova che coinvolge molte realtà a livello europeo per sviluppare l’avanguardia del settore, cioè la moda hi-tech. Si tratta di Wear sustain, un consorzio composto da università, aziende e progetti di ricerca sparsi in tutta Europa che ha vinto il bando finanziato dal programma per la ricerca e lo sviluppo Horizon 2020 per sviluppo di tecnologie indossabili, accessori digitali e tessuti innovativi in grado di rendere la moda più smart, etica e sostenibile.
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Un dialogo tra artisti e scienziati
Wear sustain fa parte di Starts (Science technology arts), il più grande fondo europeo che promuove la collaborazione tra scienziati e artisti all’interno di Horizon 2020. A comporre il consorzio sono, infatti, diversi soggetti come l’organizzazione Imec di Bruxelles che opera nella ricerca e sviluppo di nanotecnologie e tecnologie digitali; l’università Uca Epsom per le arti creative in Regno Unito; l’università Queen Mary di Londra; l’università delle arti di Berlino; l’azienda Blumine che si occupa di valorizzare la sostenibilità nelle imprese tessili, della moda e del design; il Digital spaces living lab di Sofia in Bulgaria; e, infine, la We connect data specializzata in soluzioni digitali, nonché artefice della piattaforma di Wear sustain. Come sostiene uno dei fondatori di Blumine, Marco Ricchetti, “l’obiettivo di Wear sustain è focalizzato sulle qualità funzionali inedite che le tecnologie possono offrire agli abiti e ai tessuti. Ad esempio l’uso di dispositivi indossabili, o incorporati nei tessuti, il design circolare nella produzione e nel riciclo, dispositivi che permettano di conoscere l’inquinamento atmosferico, oppure dati relativi al proprio stato fisiologico”.
L’iniziativa si fa, dunque, promotrice di un modus operandi che ha alla base uno scambio di competenze volto a cercare nuove soluzioni per l’applicazione della tecnologia alla moda con l’intento di rendere quest’ultima sempre più innovativa e rispettosa dell’ambiente. E i primi tentativi di unire diverse conoscenze tecniche hanno già visto nascere alcuni progetti interessanti come MycoTEX, un tessuto 100 per cento biodegradabile ricavato dalle radici dei funghi; Breathe!, una linea di abiti per l’attività sportiva e lo yoga che usa la tecnologia per aumentare la traspirazione; Brawas, delle cuffie in grado di suggerire la musica da ascoltare in base allo stato d’animo di chi le indossa; Sensewear, una collezione che include abiti e accessori come una giacca gonfiabile, una sciarpa elastica, una collana masticabile, un poncho musicale e una sciarpa aromatica, pensati per aver un impatto positivo su ansia, stress, attacchi di panico e alcuni sintomi dell’autismo.
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Cosa prevede il consorzio Wear Sustain
L’iniziativa nasce con l’intento di sostenere con i 2,4 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea delle squadre di progetto composte da artisti, designer, informatici e ingegneri elettronici impegnati nello sviluppo di queste tecnologie indossabili. Nella fattispecie, si tratta di un concorso al quale è possibile iscriversi gratuitamente online presentando il proprio progetto che verrà sottoposto al giudizio di una giuria internazionale. I 48 team selezionati verranno finanziati con 50mila euro ciascuno e affiancati dal European wearable ecosystem, un insieme di imprese, mentori, hub ed esperti operanti nel settore dei tessuti intelligenti, della moda etica e sostenibile, della finanza e dell’economia che li aiuteranno per sei mesi nello sviluppo della loro idea.
Nel maggio 2017 sono stati già scelti i primi 22 progetti che presenteranno i loro risultati a marzo 2018, mentre a gennaio si chiude il secondo turno di iscrizioni per decretare gli ultimi 26 progetti da finanziare. Per i prototipi ufficiali, invece, bisognerà aspettare l’autunno 2018 quando verranno presentati i risultati definitivi di tutti le squadre coinvolte nell’iniziativa durante un evento che vedrà anche il lancio di una guida contenente una serie di pratiche per coloro che intendono orientare la propria impresa verso l’etica e la sostenibilità.
Immagine di copertina: una creazione tecnologica della designer Anouk Wipprecht ©Anouk Wipprecht
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