Con le scuole chiuse e senza tecnologia, per molti indigeni il diritto allo studio è un miraggio. Ora l’Unicef sta installando megafoni nei loro villaggi per trasmettere le lezioni.
In Perù si stanno vivendo giorni difficili a causa della Covid-19. Il numero dei contagi è in crescita e nelle ultime ore il presidente Francisco Sagasti ha annunciato lockdown più rigidi. A soffrire particolarmente questa situazione sono i villaggi indigeni della foresta amazzonica, già di per sé isolati e da mesi costretti a fare i conti con nuove chiusure e limitazioni. Tra i problemi principali c’è quello dell’istruzione: con le porte delle scuole serrate, per i piccoli indigeni la didattica a distanza è un miraggio, visti i problemi nell’accesso a internet e alle altre tecnologie di comunicazione. L’Unicef sta ovviando a questo problema installando megafoni sugli alberi di alcuni villaggi, da cui vengono trasmesse le lezioni.
Un paese in ginocchio
Il Perù è uno dei paesi più colpiti dalla pandemia. A oggi i contagi totali dall’inizio dell’emergenza hanno superato il milione e le morti accertate sono state circa 40mila, questo mentre la campagna vaccinale ancora deve partire. Negli ultimi giorni la curva dei positivi è schizzata verso l’alto, anche per effetto della cosiddetta variante brasiliana del virus che sta creando molti problemi in America latina. In un discorso alla nazione, il 26 gennaio il presidente Francisco Sagastiha annunciato un lockdown molto stretto per la capitale Lima e per altri nove stati del paese, sottolineando come gli ospedali si trovino ormai al collasso.
Tra chi se la passa peggio ci sono le comunità indigene dell’Amazzonia. Isolate dal resto del paese, molto lontane dagli ospedali, spesso prive di accesso all’acqua potabile e caratterizzate da difese immunitarie più deboli, esse sono state colpite duramente dal virus in questi mesi. Un ruolo decisivo in questo senso ce l’hanno avuto anche i migliaia di minatori che lavorano nei territori amazzoni e che hanno agito da vettori del contagio. Ma al di là dell’aspetto sanitario, le criticità riguardano anche la vita di tutti i giorni. I continui lockdown hanno costretto alla chiusura delle scuole e migliaia di adolescenti indigeni si sono ritrovati privati del diritto allo studio, vista l’impossibilità tecnologica di seguire le lezioni con la didattica a distanza.
In Brazilian Amazon the rate of infection by COVID-19 among Indigenous people is 150% higher than the national average rate The plight of Amazonian urban dwellers is no less dire, with cities like Manaus (Brazil), Iquitos (Peru) and Leticia (Colombia) showing high infection rates pic.twitter.com/oik0zzAuox
— Science Panel for the Amazon (@theamazonwewant) January 20, 2021
Il governo nella scorsa primavera ha lanciato il programma educativo Aprendo en Casa, un format televisivo e radiofonico dove vengono ospitati insegnanti di diverse materie per condurre vere e proprie lezioni quotidiane. Questo per ampliare la platea di fruitori al di là dei soli studenti provvisti di internet, in un paese dove la rete è un privilegio per solo il 57 per cento della popolazione. Molti villaggi indigeni sono però rimasti esclusi, a causa dell’assenza dei dispositivi elettronici e del segnale.
I megafoni dell’Amazzonia
Quella degli indigeni non è una questione di poco conto in Perù, al contrario si tratta di una realtà composta da 48 diverse comunità che compongono il 14 per cento della popolazione del paese. Una fetta importante vive ancora nelle aree rurali e in particolare nella foresta Amazzonica, quello dell’accesso all’istruzione è dunque un problema particolarmente diffuso in questi mesi. Si stima che fuori dalle aree urbane si trovino circa 1.2 milioni di studenti e di questi la metà sarebbero proprio indigeni. Vista l’inefficacia dei programmi ministeriali per l’accesso allo studio varati nel corso del 2020, diverse organizzazioni non governative si sono mosse per portare le lezioni anche nei meandri più nascosti della foresta.
L’Unicef, in particolare, si è focalizzata sul segnaleradio. Se la televisione non appartiene alla quotidianità di molti villaggi indigeni anche per problemi di connessione, con la radio le cose sono diverse. Le frequenze arrivano un po’ ovunque e il problema, semmai, è la disponibilità dell’apparecchio elettronico. Per ovviare al problema e offrire ai piccoli studenti le lezioni trasmesse nell’ambito del programma ministeriale Aprendo en Casa, l’agenzia delle Nazioni unite ha installato sugli alberi di alcuni villaggi dei megafoni alimentati da generatori elettrici, da cui diffondere i corsi. Il progetto è partito a Nuevo San Rafael, nella regione amazzonica di Ucayali, ed è in corso di estensione ad altre aree.
Piccoli gruppi di studenti si riuniscono sotto le foglie con i loro quaderni e matite, per ascoltare la lezione del giorno trasmessa dall’insegnante ospite nella radio nazionale. La voce è registrata, ci si è organizzati con apposite chiavette Usb per evitare che il segnale possa saltare durante la diretta. E l’insegnante del villaggio dà una mano agli alunni nell’apprendimento, replicando di fatto una scuola nella natura che va a sostituire quella con le porte serrate da mesi. Dopo diverso tempo, i giovani indigeni di Nuevo San Rafael e degli altri villaggi amazzonici hanno ripreso a beneficiare del diritto allo studio e di un programma governativo da cui erano rimasti esclusi.
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