L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Amazzonia, fuoriuscita di petrolio provoca un disastro in Perù
Nell’oleodotto della compagnia petrolifera Petroperu si sono aperte due falle e il greggio sta contaminando il fiume Marañon, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni.
Il Rio delle Amazzoni, il fiume che attraversa alcune delle aree più ricche del pianeta dal punto di vista ambientale e naturalistico, si sta colorando di nero. In Perù migliaia di barili di petrolio si stanno riversando nei fiumi amazzonici, dando luogo ad una catastrofe ambientale che non avrebbe precedenti nella storia del Paese.
Il petrolio è fuoriuscito dall’oleodotto della compagnia petrolifera peruviana Petroperu e sta contaminando il fiume Marañon, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni. Sono state segnalate due fuoriuscite, la prima avvenuta il 25 gennaio e provocata da una frana che avrebbe danneggiato l’oleodotto, mentre la seconda risale al 3 febbraio e le cause sono ancora ignote. L’acqua, le piante, gli animali, i campi coltivati, tutto è ricoperto da una lugubre patina nera.
“Ci sono le condizioni per dichiarare una situazione di emergenza ambientale nel bacino del Maranon confinante con la nostra riserva naturale”, ha dichiarato Alfonso Lopez Tejada, il rappresentante dei popoli indigeni Kukama Kukamiria. La compagnia responsabile del disastro ha dichiarato che sta lavorando incessantemente per contenere le fuoriuscite di petrolio, la morfologia dell’area e le condizioni climatiche avverse rendono però ancora più difficili le operazioni di pulizia.
Nel frattempo una commissione dell’Agenzia per la valutazione e il controllo ambientale (Oefa) sta cercando di stabilire il reale impatto ambientale dell’incidente. Sono circa ottomila le persone che vivono nei pressi dell’area colpita e che ora dovranno fare a meno del sostentamento offerto dal fiume, nella zona sorgono inoltre numerose piantagioni di cacao.
“Dobbiamo proteggere la foresta amazzonica, ma anche i raccolti, e molti sono stati colpiti – ha affermato il Ministro dell’ambiente Manuel Pulgar. – L’azienda di stato dovrà essere punita con l’ammenda più elevata”.
Non è ancora chiara l’entità della sanzione che verrà inflitta a Petroperu, al momento si parla di una multa di 17 milioni di dollari. Il disastro peruviano accade pochi mesi dopo quello che ha colpito il Brasile, dove il crollo di due dighe ha provocato la fuoriuscita di tonnellate di fanghi tossici che hanno inquinato, forse irreparabilmente, l’ecosistema locale.
Il copione è simile, strutture fatiscenti, negligenza, il sostegno delle autorità e infine una multa, che le società petrolifere ed estrattive pagano senza battere ciglio, e che non potrà mai risarcire le persone, le piante, gli alberi, le rane e tutti gli animali dei danni subiti.
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