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Esiste un legame tra l’uso di pesticidi e l’autismo. Lo studio
Uno studio americano sostiene che il boom di casi di autismo che si sta verificando negli Stati Uniti sarebbe correlato all’uso di sostanze chimiche in agricoltura.
Quando una donna incinta vive o frequenta una zona dove sono stati irrorati pesticidi è più facile che dia alla luce un figlio affetto da autismo. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Università Davis in California pubblicata sulla rivista Environmental Health Perspectives.
Studi precedenti avevano già evidenziato che i pesticidi, se assunti nel periodo neonatale e nella prima infanzia, possono alterare la funzionalità e lo sviluppo dei sistemi nervoso, immunitario, endocrino e dell’apparato riproduttivo. E che le madri in allattamento dovrebbero evitare di consumare cibi con residui di tali sostanze, perché passano nel latte materno. L’Epa, Environmental protection agency, dalla fine del 2001 ha vietato negli Stati Uniti l’uso domestico del clorpirifos, un insetticida organofosfato le cui molecole furono rintracciate in tutti i campioni d’aria prelevati nelle abitazioni così come nel 70 per cento dei campioni di sangue prelevati a neomamme e neonati in sala parto, dimostrando che il pesticida poteva facilmente attraversare la placenta.
In Italia, l’ultimo rapporto Istat, pubblicato a ottobre 2013 e relativo al 2012, rileva una diminuzione nei consumi di sostanze chimiche in agricoltura (-5,7 per cento rispetto al 2011) e un calo dei principi attivi contenuti nelle stesse (-12,5 per cento), ma le quantità utilizzate sui campi restano comunque impressionanti: 134.241 tonnellate totali (tra fungicidi, insetticidi e acaricidi, erbicidi, vari).
“L’autismo è una malattia dello sviluppo la cui incidenza è aumentata notevolmente negli ultimi decenni negli Stati Uniti, e ha colpito un bambino su 68 nel 2010 mentre ne colpiva uno su 150 nel 2000”, fanno sapere i ricercatori. “Abbiamo scoperto che nelle case dove i bambini hanno sviluppato la sindrome di autismo o ritardi di sviluppo le mamme erano state in precedenza nei pressi di zone dove erano stati spruzzati pesticidi”.
Gli studiosi hanno anche sottolineato che il rischio di autismo aumenta se l’esposizione avviene durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. “Anche se solo alcuni sottogruppi analizzati sono più sensibili rispetto ad altri, il messaggio è molto chiaro: le donne incinte dovrebbero stare attente ad evitare il contatto con sostanze chimiche in agricoltura” ha sottolineato Janie Shelton, autrice principale dello studio.
Una ricerca del 2013 pubblicata sempre su Environmental health perspective aveva già rilevato che i bambini nati da madri esposte in gravidanza a insetticidi organoclorati presentavano fino a 7 volte più probabilità di sviluppare patologia autistica rispetto ai figli di madri meno esposte.
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