I danni causati dalle perdite di petrolio riversatosi in mare al largo di Huntington Beach, in California, continuano ad aumentare. I problemi sono cominciati sabato 2 ottobre quando nell’oleodotto P00547 – lungo circa 28 chilometri e gestito dalla società Beta offshore – si è aperto uno squarcio dal quale sono fuoriuscite quasi quattro tonnellate di petrolio. Presto, nelle acque della contea di Orange si è formata una macchia scura con una superficie di 33 chilometri quadrati.
L’oleodotto ha continuato a rilasciare petrolio fino alla mattinata del giorno successivo, quando un team di professionisti è finalmente riuscito a riparare il danno. Al momento non è ancora chiaro quali siano state le cause principali alla base dello sversamento.
Nonostante i tanti tentativi di contenimento le sostanze inquinanti rilasciate hanno presto raggiunto la costa, mettendo a rischio la flora e la fauna locali. Più di due settimane dopo, gli esperti dell’Oiled Wildlife Care Center dell’università della California, a Davis, sono ancora al lavoro per cercare di mettere in salvo quanti più animali possibili.
Le operazioni dell’Oiled Wildlife Care Center
La Huntington State Beach, a sud di Los Angeles, si estende per circa mezzo chilometro quadrato nella contea di Orange. La spiaggia ospita diversi uccelli che raramente si vedono nella parte ovest degli Stati Uniti, come la tringa semipalmata, la garzetta rossastra o la terna elegante.
L’enorme fuga di petrolio sta causando decine di vittime tra gli animali locali. Secondo dati aggiornati al 18 ottobre – più di due settimane dopo il guasto vero e proprio – gli esperti dell’Oiled Wildlife Care Center hanno recuperato complessivamente 111 animali. 78 di questi erano morti.
After a week of conditioning post-wash, the Western Gull that had been recovered oiled from the #OCOilSpill site was finally released this past weekend!
— Oiled Wildlife Care Network (OWCN) (@oiledwildlife) October 18, 2021
“Ci siamo attivati immediatamente e abbiamo cominciato a inviare le nostre squadre in missioni di recupero e soccorso”, ha dichiarato a LifeGate Michael Ziccardi, direttore del centro. In particolare, dipendenti e volontari hanno organizzato due percorsi operativi per aiutare gli animali in difficoltà: uno dedicato alle operazioni di primo soccorso e un altro pensato invece per attività di riabilitazione più specifiche.
Ziccardi ha chiarito che mentre tutti gli animali ritrovati ancora in vita erano visibilmente coperti di petrolio, non si può dire lo stesso per quello già deceduti: “Abbiamo inviato i loro campioni agli esperti, per determinare se la morte può effettivamente essere legata alla perdita di petrolio”.
Situazione in miglioramento dopo la fuga di petrolio
Dopo quasi tre settimane dal disastro, il numero di animali ritrovati in condizioni preoccupanti sta cominciando a diminuire. Secondo Ziccardi il grosso problema, ora, è rappresentato dai danni ambientali. Gli scienziati infatti hanno già cominciato a raccogliere campioni per cercare di quantificare la portata del disastro e le potenziali conseguenze a lungo termine, ma è un processo che richiederà “mesi, se non anni” ha spiegato il direttore.
Remember the oiled Ruddy Duck recovered from the #OCOilSpill? After a thorough washing & days of conditioning in an outdoor pool, OWCN Response Veterinarian Dr. Jamie Sherman determined that the duck met all approved criteria for release—and will be released at 11AM today! pic.twitter.com/kJj43lbGJ8
— Oiled Wildlife Care Network (OWCN) (@oiledwildlife) October 13, 2021
Per quanto possa essere facile pensare il contrario, Ziccardi – che nel corso della sua carriera ha assistito a più di 50 sversamenti di petrolio in mare – si è anche detto “piacevolmente sorpreso” rispetto al numero di animali ritrovati: “Complessivamente, considerando l’area coperta dal petrolio e il volume rilasciato, siamo soddisfatti per il basso numero di animali recuperati”.
In futuro, l’Oiled Wildlife Care Center intende continuare a occuparsi degli animali in difficoltà “finché anche l’ultimo sarà rimesso in libertà”. Il processo, però, potrebbe richiedere diverse settimane.
L’Aia accusa ufficialmente Netanyahu e Gallant di crimini di guerra a Gaza. Per la prima volta nella storia della Corte si chiede l’arresto di leader occidentali.
Il paese del Caucaso punta su eolico, solare e idroelettrico. Ma il legame con il petrolio è ancora forte. Quali progetti ci sono nel cassetto e che ruolo gioca l’Europa.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.
La società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 42 milioni