Il piano di Bruxelles per un 2022 all’insegna della sostenibilità, dopo il maxi-piano per il clima: una rassegna dei temi da tenere d’occhio quest’anno.
Il 2022 è un anno ricco di iniziative per la sostenibilità in Europa, dal clima all’energia.
L’obiettivo di Bruxelles è raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, grazie al piano Fit for 55.
Un calendario mese dopo mese e una guida per capire le iniziative da non perdere.
Si prospetta un 2022 impegnativo per la Commissione europea, che detiene il potere esecutivo dell’Unione. Dovranno infatti incastrarsi molti pezzi del puzzle Green deal: l’insieme di iniziative politiche volte a raggiungere la neutralità climatica (qui un breve riassunto di cosa vuol dire) entro il 2050.
In tutta la prima parte dell’anno ci sarà “grande attenzione all’aspetto ambientale del Green deal”, secondo fonti del team del vicepresidente della Commissione, l’olandese Frans Timmermans. Anche tenendo conto di ritardi legati alla pandemia, le indicazioni provvisorie confermano che i primi sei mesi del 2022 saranno intensi. Non è un caso che questi coincidano con la presidenza francese del Consiglio europeo, un ruolo esercitato a rotazione semestrale dagli Stati membri. Ogni sei mesi, il paese di turno ha due compiti fondamentali: pianificare e presiedere le sessioni del Consiglio e le riunioni dei suoi organi preparatori, nonché rappresentare il Consiglio nelle relazioni con le altre istituzioni dell’Ue. Più in generale, il Consiglio europeo definisce le priorità e gli orientamenti politici.
To reach climate neutrality in 2050, we need deep emissions cuts as well as sustainable solutions for removing and recycling carbon. Today’s plan on #CarbonFarmingEU will enable the EU to develop the necessary solutions. 🧵⬇️ pic.twitter.com/86AqSXuvaV
La Francia ha quindi un doppio motivo per spingere la politica dell’Unione verso una maggiore azione climatica: è stata la casa dell’Accordo di Parigi nel 2015 e ci saranno le elezioni presidenziali ad aprile. L’attuale presidente Emmanuel Macron (del partito liberale di centro La République en marche!) si gioca quindi una buona fetta della sua credibilità sul tema del riscaldamento globale. Con 41 proposte legislative su 138, il Green deal domina l’attività politica europea. Lo hanno deciso all’ultimo summit la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, l’allora presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, e il primo ministro sloveno Janez Janša che in autunno ha detenuto la presidenza del Consiglio Ue.
Gennaio: la bozza sul nucleare
Se la stanno prendendo comoda. È già slittata la decisione della Commissione europea sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia verde, più volte sbandierata come traguardo per la fine del 2021. Si tratta di una vera e propria lista di investimenti considerati sostenibili dal punto di vista dell’ambiente. Al momento, Bruxelles ha preferito prendere tempo e consultare gli Stati membri e altre parti interessate. Dopo di che, dal 21 gennaio potrebbe essere adottato e pubblicato il testo della bozza (rimandato ulteriormente rispetto alla scadenza stabilita a Natale del 12 gennaio “per dare più tempo a Stati membri ed esperti di analizzare il testo”).
A marzo dovrebbero uscire le proposte della Commissione sui pesticidie sul ripristino della natura, l’iniziativa politica sui prodotti sostenibili e la strategia sui prodotti tessili sostenibili. Il 2022 è anche il secondo anno del decennio Onu dedicato al ripristino degli ecosistemi.
Aprile: la direttiva sulle emissioni
Ad aprile, la revisione della direttiva sulle emissioni industriali, del regolamento sulle sostanze nocive dell’ozono e delle norme sui gas fluorurati. Grazie alle misure prese nel corso degli anni, il buco nell’ozonosfera sopra l’Antartide risultava “chiuso” l’estate scorsa.
Estate: nuove regole sul packaging
A luglio, il quadro politico sulla plastica a base biologica, biodegradabile e compostabile, nonché la revisione delle direttive sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, e la revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Al momento, la direttiva europea sulla plastica monouso introdotta a luglio 2021 già vieta la vendita di una lunga serie di prodotti in plastica usa e getta, come posate, piatti e cannucce.
Fine anno: obiettivo Cop27
L’obiettivo resta quello politico: la Commissione vorrebbe adottare tutte queste soluzioni prima della prossima conferenza per il clima delle Nazioni Unite. Si tratta di Cop27, che si tiene in Egitto, a novembre. In particolare, l’Ue vorrebbe prepararsi per lanciare la Politica agricola comune (Pac) il 1 gennaio 2023 e nel frattempo spingere gli Stati membri a portarsi avanti sul fronte della sostenibilità. La Pac sarà la base per “orientare” le sovvenzioni pubbliche e, più in generale, le politiche rivolte agli agricoltori dei Paesi membri.
Per tutto il 2022, continueranno i negoziati su Fit for 55 – il pacchetto di iniziative volte a ridurre le emissioni dei gas serra del 55 per cento entro il 2030 – così da arrivare a una legislazione concreta. Uno dei temi più caldi continuerà a essere il mercato delle emissioni di carbonio. Al centro della discussione ci saranno il regolamento di “effort sharing” (Esr) e la nuova direttiva (Ets) per il sistema di scambio di quote di emissioni legate alle industrie ad alta intensità energetica e all’aviazione commerciale. Fra le altre cose, dovranno essere decise le quote da inserire fino al 2030 nella riserva di stabilità del mercato.
Alcune parti delle strategie avviate quest’anno saranno da rivedere nel 2022, mentre ci saranno nuove proposte legislative come (nel piano per la lotta contro il cancro) l’etichettatura nutriscore e degli alcolici. Bruxelles dovrà poi formulare i nuovi standard per la mobilità, compreso il trasporto marittimo, la revisione della legislazione in materia di inquinamento atmosferico, il regolamento per l’uso del suolo (Lulucf) e quello per il Fondo sociale per clima. Infine, dobbiamo aspettarci nuove direttive su efficienza degli edifici, fonti rinnovabili, idrogeno, metano, Ten-E e infine sulla tassazione di elettricità ed energia.
Sarà quindi un anno cruciale, specialmente se pensiamo che la conferenza delle Nazioni Unite si terrà per la prima volta dal 2016 fuori dall’Europa. I Paesi in via di sviluppo da tempo pretendono il buon esempio a quelli considerati sviluppati, l’Ue di solito fa da ago della bilancia ai negoziati per il clima e la prossima Cop non sarà da meno. Per il momento le ambizioni sono alte e c’è molta carne al fuoco. Alla fine il successo delle politiche Ue dipenderà dai singoli Paesi, come sempre. Per esempio l’inclusione del nucleare nella tassonomia, questione su cui la Francia continua a scontrarsi con la Germania e all’Italia stessa verrà chiesto di dire la sua.
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