
Le regioni hanno avuto l’ultima parola sulla misura che prevedeva di legalizzare l’abbattimento del lupo e che avrebbe rappresentato un passo indietro nella protezione di questa specie. E hanno detto no.
Si è svolta nel pomeriggio la Conferenza Stato-Regioni per la definitiva approvazione del Piano di conservazione del lupo del ministero dell’Ambiente.
Nessun lupo sarà abbattuto (legalmente) in Italia, almeno per ora. Oggi pomeriggio stato e regioni si sono incontrati per decidere l’approvazione del Piano di conservazione e gestione del Lupo in Italia. Fin dalla sua prima diffusione a far discutere è stato un singolo aspetto del piano, che propone varie contromisure per mitigare il conflitto tra uomo e lupo, ovvero quello che prevede l’abbattimento di un numero di lupi non superiore al 5 per cento del numero complessivo in Italia e che consentirebbe dunque di sparare ai lupi dopo 46 ani di protezione totale. Nel corso della Conferenza stato-regioni si è scelto, in sostanza, di non decidere e di rinviare la decisione.
La decisione sulla possibilità di un abbattimento selettivo dei lupi è stata dunque rinviata di due anni, a causa della forte discordanza tra i pareri da parte delle regioni. “Non si sarebbe arrivati ad un parere unanime perché c’è chi è più penalizzato come le regioni agricole del Nord dove il tema è molto sentito, mentre in altre regioni le preoccupazioni degli ambientalisti hanno fatto breccia. Quindi c’è ancora un po’ di lavoro da fare”, ha dichiarato il vice presidente della conferenza delle regioni, Giovanni Toti.
Oggi le Regioni devono esprimere il loro parere definitivo sul Piano di conservazione e gestione del lupo in #Italia. Chiediamo che la Conferenza Stato Regioni approvi il Piano, stralciando le deroghe sugli abbattimenti.
La convivenza tra lupo e allevamenti è possibile! pic.twitter.com/cviqgnqABI— Legambiente Onlus (@Legambiente) 6 dicembre 2017
Il rinvio della decisione sugli abbattimenti ha comunque contrariato le associazioni ambientaliste, come il Wwf, che chiedevano che questa misura venisse esclusa definitivamente. Secondo il Wwf infatti il ricorso agli abbattimenti in deroga non risolverebbe i problemi della convivenza tra lupo e allevatori ma sarebbe solo una decisione politica per offrire una sorta di contentino a coloro che chiedono la testa del lupo. “Chiediamo che il Piano venga approvato con fondi adeguati per monitoraggi coordinati e per la messa in opera da subito delle migliori misure di prevenzione, rimboccandoci le maniche tutti insieme per minimizzare i conflitti e ridurre drasticamente il bracconaggio – ha dichiarato Dante Caserta, vice presidente di Wwf Italia. – Solo così dimostreremo che la convivenza è possibile e potremo mettere la parola fine ad una ‘guerra del lupo’ che sta andando avanti da troppo tempo e le cui principali vittime sono da un lato questi splendidi animali e dall’altro gli stessi allevatori, a cui vengono promesse soluzioni che in realtà non risolvono proprio nulla”.
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