Piante e minerali del buonumore, il benessere mentale si sostiene anche così

Le piante sono una grande risorsa per il nostro benessere, anche mentale. Stefania Piloni ci illustra quali sono quelle più adatte al sostegno del tono dell’umore, contro l’ansia e lo stress.

  • Dati recenti evidenziano una maggiore richiesta di integratori alimentari e, in particolare, di rimedi per il benessere mentale.
  • Stefania Piloni, esperta in materia di piante medicinali, ci ha parlato di alcuni rimedi di documentata efficacia.
  • Magnesio, iperico, rodiola, zafferano sono solo alcune delle soluzioni a sostegno del benessere mentale.

Il decennio 2013-2023 vede un aumento sostanziale nella richiesta di integratori alimentari, con un incremento delle vendite pari a oltre il sessanta per cento. È quanto emerge da una recente indagine di mercato condotta da Integratori & salute, associazione nazionale che rappresenta il settore degli integratori alimentari. Tra i prodotti in ascesa si collocano quelli per insonnia e benessere mentale, con una crescita del +155 per cento. Ciò riflette l’attenzione, sempre più focalizzata, che la collettività italiana riserva all’equilibrio della psiche, afferrandone l’importanza in termini di qualità della vita.

Ma quali sono, nello specifico, i rimedi fitoterapici più impattanti sul benessere mentale? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Stefania Piloni, docente di fitoterapia e nutraceutica presso l’Università di Milano, specialista in ostetricia e ginecologia, e autrice del libro Le piante ci parlano, edizioni Tea.

Stefania Piloni
Stefania Piloni © Stefania Piloni / Facebook

Quali sono i rimedi fitoterapici più efficaci e dagli effetti maggiormente documentati per il benessere mentale?
Tra i rimedi più analizzati, e utilizzabili ai fini della rilassatezza mentale, c’è il magnesio. La maggior parte degli integratori unisce la funzione di un minerale, che è dunque il magnesio, alla funzione di una pianta. Tra le piante, alcune sono specializzate per azioni differenti. Il biancospino, per esempio, è utile quando si ha una sensazione di surmenage intellettuale, poiché agisce nel ridurre l’agitazione, la tensione e il battito accelerato, che è un classico dello stress. Il biancospino, in sostanza, è un rimedio utile per ‘staccare la spina’, e per ottenere anche un riposo migliore.

Per quanto riguarda il calo del tono dell’umore, e non parliamo necessariamente di depressione, che è una malattia vera e propria, con delle connotazioni precise, la pianta più studiata è l’iperico, dedicata a San Giovanni. L’iperico è il rimedio naturale, più utile e più indagato, contro il ‘male oscuro’. Alcuni studi suggeriscono, per l’iperico, un’efficacia simile a quella degli antidepressivi leggeri. È un pianta che sfida la farmacologica, tanto da richiedere, in alcuni Paesi, la prescrizione medica. Ad alte dosi, l’iperico è in grado di interferire con alcuni farmaci, come il tamoxifene, che viene assunto dalle pazienti colpite da cancro al seno, riducendone gli effetti. Prima di utilizzare l’iperico, quando si è in terapia farmacologica, è sempre consigliabile chiedere il benestare del medico. In generale, non è detto che scegliere il ‘naturale’ sia sempre appropriato. Anche per questo, non bisognerebbe ricorrere a terapie fai da te.

Un rimedio ulteriore deriva dallo zafferano, una spezia luminosa, che già di per sé mette di buon umore. Lo zafferano contiene due molecole, note come safranale e crocina, caratterizzate da due aspetti diversi: l’azione che svolgono segue le oscillazioni del mood, ed è quella di blando ansiolitico, ma anche di blando antidepressivo.

piante del buonumore
Per quanto riguarda il calo del tono dell’umore la pianta più studiata è l’iperico © iStock

Una pianta ulteriore, e che io apprezzo molto, è la rodiola rosea, che nasce in altitudine nei nostri territori. Ha un bellissimo fiore giallo: le piante del buon umore presentano spesso dei colori solari, e la rodiola è una pianta solare. Si tratta di una pianta tonica, di un adattogeno, di cui utilizziamo la radice. Le piante adattogene ci aiutano ad affrontare condizioni ansiogene, i percorsi difficili e le prove da superare. In sostanza, tutte quelle situazioni in cui siamo tenuti a mostrare più resistenza. La rodiola agisce come una sorta di ansiolitico naturale, ed è in grado anche di potenziare la concentrazione e la memoria, che in tali situazioni vengono intaccate. Sotto competizione e sotto stress, la rodiola supporta il rendimento, aiutando il soggetto ad affrontare, senza ansia e con più forza, questa determinata situazione. La rodiola, l’iperico e lo zafferano sono tutte piante utili, ognuna a suo modo, anche nella gestione dietetica, quando mangiamo per nervosismo o per consolazione.

Poi ci sono piante minori, ovvero piante di rilassamento, per lo più utilizzate sotto forma di tisana. Un esempio è rappresentato dalla tisana di tiglio e camomilla. Le essenze di queste due piante, combinate tra loro, sono molto rilassanti e utili in caso di stress. È anche vero, tuttavia, che si tratta di rimedi molto leggeri, non in grado di risolvere un problema reale di disturbo dell’umore.

Il libro di Stefania Piloni © Tea

Quali sono i meccanismi d’azione espletati da questi rimedi all’interno dell’organismo umano?
Il biancospino è un vasodilatatore: agisce sulla frequenza cardiaca e sull’ansia, associandosi spesso al magnesio. Gli altri rimedi, e dunque l’iperico, lo zafferano e la rodiola, legano lo stesso recettore legato dagli psicofarmaci, come la benzodiazepina, ma agiscono in maniera più blanda. Queste piante attuano una modulazione lieve, per esempio, della serotonina, che è uno dei neurotrasmettitori del buon umore. Pur agendo con effetti più leggeri, un rimedio naturale può risultare comunque utile e vantaggioso. Ricordiamo, a tal proposito, che la terapia farmacologica con veri psicofarmaci è semplice da iniziare, ma difficile da interrompere, per la tendenza del nostro corpo ad abituarsi.

Come applica le piante per il benessere mentale nell’ambito della sua pratica professionale?
Il safranale, che vanta degli studi inerenti, lo consiglio molto per la gestione di stanchezza e nervosismo che caratterizzano la sindrome premestruale. Si tratta di un grande classico. La rodiola la consiglio alle pazienti che abbiano superato i quarant’anni di età. Le donne giovani, solitamente, dispongono di una maggiore resistenza, a meno che non debbano affrontare delle prove che richiedono particolare concentrazione. Dopo gli  ‘anta’, invece, la donna tende a essere stressata e stanca perché presa da tante incombenze, necessitando di un rimedio che, come la rodiola, conferisca resistenza. Alle pazienti con tono dell’umore basso, tenendo conto delle controindicazioni e delle interazioni farmacologiche, consiglio l’iperico, che è un raggio di sole nella vita delle persone.

Usufruire delle piante a scopo curativo richiede una conoscenza effettiva sia dei benefici che degli eventuali rischi correlati. L’utilizzo della fitoterapia non è compatibile, in sostanza, con un approccio superficiale e irrispettoso della stessa.

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