Pietro Leemann. La nostra è l’energia che cambierà il mondo

Fin da piccolo Pietro Leemann è cresciuto amando la terra e la natura, giocando e lavorando con i genitori nell’orto di famiglia. Dopo gli studi si dedica ai viaggi e alla formazione personale, fino a 29 anni, in Svizzera, in Giappone, in India. Dopo aver fatto pratica e lavorato in ristoranti di cucina tradizionale italiana e francese, lavora con

Fin da piccolo Pietro Leemann è cresciuto amando la terra e la natura, giocando e lavorando con i genitori nell’orto di famiglia. Dopo gli studi si dedica ai viaggi e alla formazione personale, fino a 29 anni, in Svizzera, in Giappone, in India. Dopo aver fatto pratica e lavorato in ristoranti di cucina tradizionale italiana e francese, lavora con maestri come Angelo Conti Rossini, Gualtiero Marchesi e Frédy Girardet. Fonda nel 1989 il Joia, che diviene un punto d’eccellenza unico in Europa: il primo ristorante stellato vegetariano.

Un approccio dove nulla è trascurato, la ricerca delle materie prime, le combinazioni alimentari, la creatività nell’ispirazione, la benedizione rituale prima dell’ingresso dei piatti in sala.

Pietro Leemann, a sua volta maestro di una nuova generazione di chef, è stato tra i primi ad affermare che il cibo è determinante per il benessere psicofisico ed è nutrimento per corpo, mente e spirito.

Fondatore, per questo, The Vegetarian Chance, autore dello splendido menù interreligioso a Expo Milano 2015, e attento studioso dei rapporti tra la filosofia, la religione e l’alimentazione, amplia ora con noi in LifeGate la sua indagine e le sue considerazioni verso l’impegno civico, la sostenibilità a le scelte energetiche.

L’intervista LifeGate a Pietro Leemann: il nucleare in Svizzera, la riqualificazione urbana, l’energia umana

Partiamo con la notizia più d’attualità. La Svizzera ha deciso di voltare definitivamente pagina in materia di energia con un referendum che impone un abbandono progressivo del nucleare, favorendo al contempo lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La consultazione popolare ha indicato una netta maggioranza di favorevoli, il 58,2 per cento: un dato superiore anche alle attese, dal momento che i sondaggi che hanno preceduto il voto avevano ipotizzato un risultato meno ampio.
Devo dire che sono stato, per una volta, uno di quelli che hanno votato dalla parte giusta! In genere voto per la parte che non vince. La soddisfazione è stata grande. La trovo una scelta fatta con grande senso civico, perché lo schieramento opposto parlava solo di economia e di argomenti che devono essere superati. Gli svizzeri hanno scelto quello che sarà il loro futuro e quello dei loro figli. Quel che mi è dispiaciuto è che nel dibattito si è parlato molto, quasi solo di economia. Bisogna parlare di ambiente, salute, benessere delle persone. Sapere quanto costerà in più a ogni cittadino svizzero la transizione energetica non è un fatto che ha così importanza quanto i grandi cambiamenti in arrivo, lo smantellamento delle centrali nucleari, la diminuzione dei consumi… perché non solo l’energia bisogna produrla dalle fonti rinnovabili, ma si deve anche risparmiarla.

Pietro Leemann durante l'intervista alla Joia Academy, fondata per svolgere corsi, incontri e lezioni © Stefano Carnazzi / LIfeGate
Pietro Leemann durante l’intervista alla Joia Academy, fondata per svolgere corsi, incontri e lezioni © Stefano Carnazzi / LIfeGate

Sicuramente gli svizzeri sono persone che a volte che ci mettono un po’ ad arrivarci, ma quando ci arrivano vanno come treni. Su tutto quel che riguarda il biologico e la sostenibilità ci sono arrivati da tanti anni, e tra pochissimo tempo tutta l’agricoltura sarà pulita. Un’altra cosa, lo dico con una lacrimuccia, è che il 2050 è un po’ lontano. Dobbiamo svegliarci adesso, fare adesso, si piò fare adesso. Le persone possono far cambiare le cose molto prima del 2050.

Dal 1989 il Joia è in via Panfilo Castaldi, in un quartiere, il Lazzaretto, che non si può definire celebre per la bellezza architettonica. Ora la zona sta diventando iconica per la città: da Porta Venezia a Loreto c’è la maggior densità di locali vegetariani, bar deliziosi e di tendenza. È in atto una transizione dal brutto al bello, dal grigio al verde, che rispecchia un po’, forse, quella dal fossile al rinnovabile?
Questo quartiere, dove in effetti sto da quasi trent’anni, è emblematico. Una volta lo guardavo e mi sembrava la casbah di Milano, adesso si potrebbe definire la Soho di Milano, dove si pensano e si attuano grandi cambiamenti.

In realtà, tutta Milano si è mossa in questa direzione. E, in realtà, anche tutte le persone di sono mosse in questa direzione.

Ventisei anni fa, quando ho aperto, le persone a pranzo mangiavano pasta al pomodoro e altre cose che, essendo vegetariano, non nomino neanche. Oggi le persone si sono aperte al mondo, al cambiamento, conoscono ciò che fa loro bene. Queste stesse persone fanno scelte ponderate rispetto all’ambiente, all’energia, perché è un tutt’uno.

In fondo, cibo ed energia sono strettamente legate, indissolubili. Una scelta ponderata da un punto di vista dell’alimentazione vegetariana e sana ha la stessa matrice della scelta di energia pulita e rinnovabile.

Per concludere, ci sono persone che hanno lavorato con te che hanno detto che hai trasformato la loro professione, tramutandole da un sole con raggi freddi a un sole che finalmente riscalda. Anche questo ha a che fare con la definizione d’energia. Ne diamo una nuova definizione?
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si modifica. Ma ultimamente, dobbiamo dire che abbiamo distrutto molto, sperperato risorse ed energia anche stupidamente.

Basterebbe aprire gli occhi e le braccia e accogliere tutto quello che c’è attorno. C’è poi un’energia ancor più fondamentale che è quella della relazione tra le persone, tra noi e il nostro nutrimento, tra noi e ciò che diamo agli altri. Questa energia deve essere pura e coltivata attraverso delle buone scelte. Così, migliorano le relazioni, ed è energia che non si chiama sole, vento, terra, ma amore. Che ne è, in fondo, sinonimo.

L’intervista è stata svolta grazie a Viola Calia e Caterina Perazzi.

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