La vulnerabilità delle foreste in Italia è in aumento, cosa fare per monitorare il fenomeno e intervenire per migliorare la resistenza e la resilienza.
Salva 50 pini marittimi dall’abbattimento certificandoli opere viventi d’arte contemporanea
Salvatore Garau, artista sardo, ha dato vita a un museo, il Maccab, per garantire la sopravvivenza di 50 alberi sulla costa di Oristano.
Arriva dalla Sardegna questa storia d’arte, ambientalismo e amore per la propria terra. Il protagonista è Salvatore Garau, artista nato a Santa Giusta (Oristano) che si è opposto all’imminente abbattimento di 50 pini marittimi sul lungomare di Torregrande con l’unica arma che conoscesse, l’arte. Ora, grazie a questa sua personale iniziativa, non solo gli alberi sono salvi (per ora), ma sono diventati opere d’arte viventi e hanno dato vita a un museo, il Maccab.
Il destino di 50 pini marittimi a Torregrande, Oristano
Non è la prima e non sarà di certo l’ultima cronaca legata al tentativo di abbattere un ingente numero di alberi nelle nostre città. Ma forse avrà un esito felice, o quantomeno insolito e quasi geniale per la risoluzione ora in atto. Siamo in Sardegna, precisamente in Provincia di Oristano a Torregrande (o Torre Grande), una località di mare. Qui è in progetto un rifacimento del lungo mare dove appunto “vivono” da oltre sessant’anni – e potrebbero vivere felicemente ancora sino a 250 anni – 50 pini marittimi. Secondo gli urbanisti e gli architetti incaricati del lavoro dal Comune, andrebbero abbattuti, quantomeno dal lato delle abitazioni, perché creano i problemi di cui spesso sentiamo parlare quando si tratta di alberi in città: le radici hanno provocato il dissesto della camminata e dei marciapiedi creando danni anche in case private. Questa la prima fazione in gioco.
Sull’altro fronte ci sono un gruppo di cittadini che hanno costituito un comitato a difesa dei pini di cui fa parte tra gli altri l’artista Salvatore Garau, gli agronomi Carlo Poddi ed Elisabetta Falchi (ex assessore regionale e viepresidente nazionale di Confagricoltura) e Franca Patta responsabile del Wwf Oristano. Ciò che chiedono è semplice: considerando un atto contro natura l’abbattimento, vogliono che sia rivisto il progetto. Si rivolgono a tutti i cittadini, al Comune – dove è stato appena eletto un nuovo Sindaco – e all’opinione pubblica.
L’arte che salva: la nascita del museo Maccab
Accanto alle iniziative canoniche di protesta dei cittadini, ne è nata una davvero insolita dal genio di Salvatore Garau che conosce bene Torregrande e questi ormai famosi pini del lungo mare. Ma soprattutto comunica con l’arte, da sempre. Ecco l’idea: ha dato a un primo gruppo di 37 alberi – ai quali seguiranno gli altri 13 – un titolo certificandoli come sculture viventi di arte contemporanea e ha fondato il Maccab, Museo d’arte contemporanea a cielo aperto dedicato ai bambini per salvaguardarli. Ma non è tutto: nei prossimi mesi tra un albero e un altro verranno installate 40 opere di artisti di tutto il mondo dedicate alla natura e ai bambini per continuare a far parlare di questa vicenda e per rendere ancor più intoccabili questi pini.
Recentemente intervistato Salvatore Garau ha dichiarato: “Nessuna valutazione ambientale attesta la necessità di abbattere questi alberi: non sono malati e il problema delle radici che invadono manto stradale e alcune abitazioni è risolvibile con la giusta tecnica e competenza. Nel 2022 la soluzione non può e non deve essere l’abbattimento di una specie presente in natura. Non ci sono bastati gli incendi dell’estate scorsa che hanno devastato il territorio e depredato la natura? Ci si deve mettere pure l’uomo a distruggere l’ambiente che lo circonda?”.
Inoltre Garau ha anche preso in considerazione i danni che si arrecherebbero alle tante specie di uccelli che sono soliti nidificare sui pini oltre alla necessità di mantenere lì gli alberi per assicurare ombra in una località che in estate raggiunge con facilità i 40 gradi. Senza dimenticare la mera funzione estetica di un viale alberato.
Chi è Salvatore Garau
Parlare di Salvatore Garau ci ricorda la famosa azione dell’artista tedesco Joseph Beuys, che nel giugno del 1982, in occasione dei Documenta 7 a Kassel – una delle più importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea europee che si tiene con cadenza quinquennale nella città tedesca in Assia, dava vita a “Le 7000 querce”, un’opera rimasta nella storia come una delle prime sul tema uomo e natura. Distanti nel tempo ma dalla identica connotazione ambientalista, queste azioni sottolineano il ruolo sociale dell’arte nella tutela dell’ambiente e dell’umanità.
Salvatore Garau, classe 1953, diplomato all’Accademia di Belle arti di Firenze, spesso si cimenta nei suoi lavori su argomenti come la protezione dell’ambiente, la cultura e l’etica sociale. Ha esposto in prestigiosi spazi espositivi in Italia e nel mondo tra cui San Francisco, Washington, Cordoba, Londra, San Paolo, Saint-Etienne, Brasilia, Saint Etienne, Milano, Nuoro, oltre che al Parlamento europeo di Strasburgo. Inoltre ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia. Negli ultimi due anni ha fatto parlare di sé in tutto il mondo per aver venduto all’asta per diverse migliaia di euro due sculture invisibili e aver installato in piazza Scala a Milano e a Wall Street di fronte alla Federal hall di New York due sculture immateriali pubbliche.
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